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Recensione : La triste notte di Simon Schiele -Serie Jack Atto II-

La città celata aveva un segreto. Due ragazzi lo hanno portato alla luce. Ora la città ha bisogno di un re che la difenda: Cabil sarà all’altezza del ruolo? Il seguito di un fantasy diverso da qualunque altro. L’amore di una madre, il riscatto di un guerriero, le vere origini di un giovane arciere e il mistero della Grande Porta. Jack e Night affronteranno la sfida più grande nel secondo capitolo di questa trilogia. Accendiamo un falò in memoria dei caduti affinché nessuno possa dimenticare i sacrifici, il dolore e il coraggio della città di Adzul. Questo è Jäck atto II: la triste notte.

 

 

Alla fine del primo libro, La città celata, abbiamo lasciato i nostri eroi, Jack e Night, rinchiusi nelle segrete della città segreta di Adzul.

Qualcosa, però, sta per abbattersi sugli ignari abitanti, una forza che non avrà eguali, un uomo che non saprà cos’è la pietà, un mago che metterà in ginocchio il capopopolo Cabil e tutti i suoi uomini, semplicemente usando i suoi poteri magici.

Le guardie rosse dell’esercito di Diarvild erano ormai giunte alle porte della città segreta di Adzul e, in una sola notte, il destino di molti di loro cambierà, stravolgendo tutto ciò in cui finora avevano creduto. Adzul finalmente rivelerà cosa si cela sotto le sue fondamenta, la temuta e tanto agognata Porta Nera verrà aperta, portando alla luce qualcosa di terrificante. Jack affronterà una parte di sé a lungo tenuta segreta, che gli fa paura, che non sa spiegare, ma che affascinerà il terribile Cortey, lo stregone che ha attaccato Adzul. Un segreto che ha a che vedere con suo padre: come può essere il figlio di un uomo morto tanto tanto tempo fa? 

E Night, l’arciere solitario, che sogna una vita normale e tranquilla in mezzo a persone che lo amano, dovrà fare i conti con le sue strane visioni. Chi è lui in realtà? 

Tanti sono i misteri che si sveleranno in questo secondo capitolo, ma tanti altri rimarranno in sospeso, creando un alone di mistero intorno ai nostri protagonisti. 

Ho apprezzato molto la figura di Cabil, che nel primo libro sembrava un po’ superficiale, mentre qui è maturato in modo incredibile, diventando l’eroe di cui la città aveva bisogno.

La scrittura è fluida, con un ritmo incalzante e regala molte riflessioni sull’amicizia, sulla fiducia, sull’essere se stessi, sull’onore e sul rispetto per gli altri. È un fantasy con una forte componente di buoni sentimenti e buoni propositi. 

Le descrizioni dei luoghi e dei personaggi sono vivide e con molti dettagli, sembra di vederli sul serio i giardini pensili di Adzul. Inoltre, ogni capitolo è caratterizzato dall’illustrazione di ogni antagonista di questa storia, il che mi ha aiutato a figurarmeli meglio.

Mi è piaciuto molto come qui si veda la vera natura di Diarvild e il suo vero scopo di questa battaglia insensata. Nel primo libro era risultato borioso, incapace, infido ed era rimasto un po’ in disparte nella vicenda, ma qui, soprattutto nelle ultime pagine, lo vediamo per ciò che è realmente: potente, crudele, con una missione personale da portare a termine. Il suo vero scopo dell’alleanza che ha stretto con i signori del Nord rimane ancora un mistero, ma uno di quelli che serve a mettere timore e a creare suspense per l’ultimo capitolo della saga.

L’epilogo, con la misteriosa donna che ha assistito a tutto quanto, è stato ben ideato, facendo salire la voglia di leggere il finale di quest’avventura magica, almeno a me, vi consiglio di leggerlo. 

 

 

 

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