Recensione: La vendetta di Logan di Desty Moore

Fuggendo da un destino loro imposto, le vite di Shenna Carlson e Logan McFarlane si intrecciano.

Shenna sta scappando da un matrimonio di convenienza quando si ritrova nella fattoria di una coppia scozzese.
Presto scopre che stanno custodendo un segreto: un guerriero Highlander gravemente ferito. Riuscirà a salvarlo?
Logan McFarlane, erede del clan McFarlane, è sopravvissuto a stento alla brutale battaglia contro gli inglesi.
La sua vita è nelle mani di una donna inglese, e ora deve proteggerla, anche se ciò significa iniziare un’altra guerra, questa volta per amore.
Saranno in grado gli eterni nemici di imparare a fidarsi e proteggersi reciprocamente?

Sarebbe stato disposto a muovere le montagne per tenerla al sicuro…

Ciao Fenici, oggi vi parlo del primo volume di una nuova serie: Il Clan MacFarlane. Ebbene sì, parliamo di scozzesi e chi legge le mie recensioni sa che ho un debole per i montanari un po’ rozzi, del resto, ne ho sposato uno ^^, ma questa è un’altra storia. 

Ci troviamo in un periodo storico caratterizzato da lotte per il dominio del territorio scozzese, conteso tra scozzesi e inglesi.

La protagonista della storia è Shenna, una ragazza inglese che sta per essere costretta a sposare il brutale capitano Peers dopo che il padre ha perso la sua mano a carte; così la giovane decide di fuggire per crearsi una nuova vita. 

Logan è il figlio di un grande Laird, come potete immaginare, del Clan MacFarlane; ferito in battaglia. La sua vita si intreccia con quella di Shenna che dopo averlo scoperto bisognoso di cure durante la fuga, lo guarisce e lui, in cambio, le promette protezione, ma le vite dei due giovani sono più legate di quello che loro pensano.

Devo dire che la storia è affascinante, ma, ahimè, sono rimasta molto delusa da altre cose: ho fatto moltissima fatica a leggerlo: refusi, errori grammaticali e di punteggiatura, lessico confuso, addirittura ripetizioni di alcuni paragrafi rendono alquanto difficoltosa la lettura e poco scorrevole il testo. La traduzione di alcuni vocaboli lascia dubbi sull’età dei personaggi, per esempio, una sorella di diciannove anni viene chiamata “piccola” e non come vezzeggiativo, mentre Shenna viene continuamente chiamata “ragazza” da Logan, che ripete questo appellativo alla fine di quasi ogni frase che le rivolge. Questo l’ho trovato snervante e mi ha fatto credere che Logan fosse molto più grande di Shenna. 

A mio parere, tutto questo distoglie il lettore dalla trama, che invece merita molto; forse tutto ciò non è neppure dovuto all’autrice, ma alla poca cura e attenzione nella revisione e traduzione del romanzo. Ho dato due stelle e mezza per quanto ho spiegato sopra, ma se non ci fossero stati tutti questi problemi sarebbero state quattro piene per la storia.

Spero di poterlo rileggere, un giorno, in una versione revisionata perché meriterebbe di più.