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Recensione: L’alba dei morti viventi (2004)

L’alba dei morti viventi è un film del 2004 diretto da Zack Snyder. La pellicola horror è il remake del film Zombi di George Romero del 1978. Ce ne parla Wicked Wolf. Eccovi il trailer.

Progetto grafico a cura di Francesca Poggi

Titolo Originale: Dawn of the Dead

Nazione: USA

Anno: 2004

Genere: Horror

Durata: 97 minuti

Regia: Zack Snyder

Cast: Sarah Polley, Ving Rhames, Jake Weber, Mekhi Phifer, Ty Burrell

Trama: La popolazione mondiale è stata colpita da un misterioso flagello e un esercito di zombie spinti da un’insaziabile fame di carne umana che sta per prendere il sopravvento. Dopo essere fuggita dalla sua casa nel Winsconsin, Ana Clark, si unisce a un gruppo di sopravvissuti che comprende un agente di polizia, lo stoico Kenneth, il timido e riservato Michael, e Andre, un duro abituato a tutto e con la moglie incinta. Il gruppo trova rifugio in un centro commerciale abbandonato che si trasforma in una vera e propria fortezza.

Dawn Of The Dead

Ci vuole coraggio, Fenici. Non è che chiunque possa prendere il grande classico del 1978 di Romero (seguito de La Notte dei Morti Viventi) e dire “oh guarda faccio un remake”. No, servono due palle così per assumersi questa responsabilità, ma allo stesso tempo c’è furbizia, poiché tra i due originali il sequel era sicuramente il più fallace: lungo, recitato davvero malissimo e a tratti ridicolo. Quindi perché non rifarlo?

Questo però non è un remake, piuttosto una rivisitazione, che continua col paragonare degli zombie a consumatori voraci, che si accalcano fuori dai negozi e litigano furiosamente per gli oggetti in offerta (in questo caso vivi); le circostanze sono simili, ma sono due film completamente diversi che addirittura non finiscono allo stesso modo; insomma, il reboot sta quasi tutto nel titolo.

Come nell’originale, non scopriamo nulla sulle origini del virus: vediamo scorci di notiziari televisivi che forniscono la copertura di un’epidemia in espansione, ma le informazioni si fermano molto presto. Il film del 1978 lasciava aperta la possibilità che la diffusione del contagio fosse limitata a un’area geografica, mentre questa Alba dei Morti Viventi non offre tale illusione di conforto; la visione qui è apocalittica, l’unico modo per sfuggire alla devastazione dell’infezione è trovare un posto che gli zombie non possano raggiungere.

Dawn Of The Dead

Come trovi la volontà di sopravvivere in un mondo in cui potresti essere costretto a guardare i tuoi cari morire, cercare di ammazzarti o costringerti a ucciderli? È interessante che Snyder si sia soffermato stranamente poco su questo aspetto, anzi, aveva mille spunti su cui creare una storia di spessore, a partire dalla ragazza incinta e il suo compagno, o i conflitti tra sopravvissuti, l’egoismo, la violenza, il sacrificio o perché no, l’amore.

Tutte queste tematiche vengono sfiorate, ce le fanno annusare e poi via, spariscono nel nulla senza un motivo; c’è più impegno nella sequenza della preparazione degli autobus, che nel parto di un bambino zombie.

Altro fattore disturbante è la stupidità dei protagonisti, che per quanto sia necessaria in qualsiasi film horror o pseudo tale, qui rasenta il ridicolo: se sai che i morti vogliono mordere la gente, mi spieghi perché vai in giro con la maglietta a maniche corte? Insomma, persone che vivono da settimane in un centro commerciale dovrebbero essere in grado di saccheggiare i negozi e indossare abbigliamento protettivo.

Insomma, L’alba dei morti viventi è un film mediocre, migliore degli altri a tema zombie, scritto da un regista “molto fico” e remake di un classico che è leggenda: potevano fare molto meglio di così, ma li aspetto al varco col sequel Army of the Dead, in arrivo a fine maggio su Netflix.

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