Recensione libri

Recensione: L’amante selvaggio di Sophie lark -Serie Eredi brutali #3

 

Titolo:L’amante selvaggio

Autore:Sophie Lark

Serie:Eredi brutali: Volume 3

Editore:Grey Eagle pubblications

Data di pubblicazione:15 marzo

 

C’è un motivo se non vado mai alle feste…

L’ho visto circondato da una nuvola di fumo e mi è subito sembrato l’incarnazione del peccato. Era ricoperto di lividi e malconcio, ma non avevo mai visto qualcosa di più bello…

Per evitare di farmi del male, dovrei stare lontana da Nero.

È un rubacuori.

Un combinaguai.

Un disastro ambulante.

Ma ho un problema: mi sono cacciata in un bel guaio a causa di un poliziotto corrotto. L’unica persona che può salvarmi è Nero. Non siamo amici. Se mi vedesse affogare, mi getterebbe un’ancora.

Ma è la mia unica possibilità.

Non è un eroe, è un amante selvaggio.

* * *

L’Amante Selvaggio” è lo spericolato e selvaggio terzo atto della serie “Eredi Brutali”. Si tratta di un romanzo autoconclusivo sulla mafia, con lieto fine e privo di finale aperto.

 

 

Nero Gallo è la cosa più stupida e autodistruttiva che potessi fare. Certo, è bellissimo. Odora di sesso e peccato. Di tanto in tanto può essere disponibile, ma solo quando gli va. Per il resto del tempo è un concentrato d’egoismo. Divora l’attenzione femminile con voracità, senza mai offrire qualcosa in cambio. 

 

Che meraviglia! Il terzo volume della serie Eredi Brutali è decisamente intenso, tanto quanto il suo protagonista, Nero, il più irrequieto dei fratelli Gallo.

L’autrice si prende tutto il tempo di cui ha bisogno per presentare i personaggi e farci entrare in sintonia con loro. Ne esploriamo l’ambiente in cui vivono, le personalità, i desideri, le paure. Nero e Camille entrano in collisione lentamente, ma non avvertiamo fretta di accelerare gli sviluppi, tanto sono coinvolgenti gli avvenimenti che iniziano a stravolgere le loro vite.

 

Continuo a pensare alle sue mani, che toccavano il mio viso in modo tanto tenero mentre riprendevo conoscenza. Penso ai suoi grandi occhi scuri, che sembrano parlarmi direttamente anche quando non apre bocca. Non l’ho mai considerata carina, prima d’ora. Adesso mi chiedo come ho fatto a essere così cieco. Se la si guarda da vicino, ogni suo particolare è adorabile. La lunetta rosa delle unghie. Le orecchie piccole e tonde, che spuntano dai suoi ricci ribelli. La minuscola ruga tra le sopracciglia, quando aggrotta la fronte. La luminosità naturale della sua pelle, completamente priva di trucco. Il leggero rossore delle guance color caramello. Quegli occhi espressivi – così scuri, ma così attenti – che a volte mi guardano con furia o con sdegno, oppure sono divertiti, suo malgrado.

 

Nero è uno dei fratelli Gallo, famiglia a capo della malavita di Chicago: è un gangster, questo lo sappiamo. Dall’atteggiamento si intuisce che ha tolto la vita a qualcuno e che non ha paura a farlo di nuovo. Ma è anche un giovane dall’aspetto alla James Dean…  un bad boy non solo di facciata, anche nella sostanza. 

È su questa ambivalenza che gioca ciò che per me è stato più intrigante: più young adult di un mafia romance, abbiamo a che fare con un ragazzo appena maggiorenne che frequenta altri giovani, va alle feste, esce con le ragazze, brucia di adrenalina in corse in macchina clandestine… situazioni così lontane dall’ambiente malavitoso che siamo tentati di notare solo il suo lato mascalzone, misterioso e un po’ arrogante, decisamente miele per le ragazze.

Camille sa benissimo che quel fascino è dovuto non solo ai feromoni di cui è impregnata la giacca di pelle, ma al fatto che essa trasuda pericolo e violenza vera. 

 

La morte colpisce rapidamente, non impiega più di quanto ci vorrebbe a spegnere una luce. E poi, non c’è altro che il nulla infinito, come quello che c’era prima della propria nascita. La vita non è altro che un breve bagliore nel vuoto. E allora, che cos’importa ciò che facciamo? Bene, male, gentilezza, crudeltà… sono solo una scintilla che si spegne senza lasciare traccia.

Il fascino di Nero è

però dovuto anche al suo essere tormentato. È un ragazzo arrabbiato, irrequieto, a tratti disperato per il bisogno di trovare qualcosa di cui ancora non conosce il nome. Uccide, rapina, usa le donne, non teme il pericolo della velocità, sembra cercare sempre più adrenalina, senza averne mai abbastanza. Possiamo leggere in diversi modi la sua personalità: un ragazzo cresciuto troppo in fretta, che a sedici anni già rapinava i camion portavalori, ma anche il fuoco che dilania un bambino smarrito  a cui la mamma è morta tra le braccia. 

Nero è così inesperto di fronte all’amore, così fragile per la mancanza della madre da avvertire un vuoto profondo da dover riempire. Tuttavia non nega l’amore quando lo riconosce: lo desidera, sa di essere impreparato, di non avere mai provato esperienza, di sbagliare i modi o le parole quando tenta  di dire la cosa giusta, ma sa anche di volerlo con tutto se stesso.

 

“Non è quello che mi preoccupa” le dico. “Non ho paura di Schultz. Se ti minaccerà ancora, lo metterò sottoterra.” Camille impallidisce. “Non voglio che tu uccida qualcuno per me” dice. “Sono seria, Nero. Non voglio che qualcuno si faccia male per colpa mia.” La guardo negli occhi. “E allora come faremo a stare insieme?” le chiedo. “Posso cambiare molte cose di me, ma non quella.” 

 

Camille è una ragazza anomala: non particolarmente bella, vive con il padre e un fratello di cui si prende cura, anche se quasi maggiorenne. Ha un’autofficina ed è brava nel suo mestiere, e non le importa se questo ha alimentato le prese in giro delle compagne più carine, truccate e meglio vestite.

Cerca di stare sulla buona strada, nonostante le difficoltà economiche, ma pagina dopo pagina accumula episodi sempre più sfortunati, e la situazione si va a incasinare fino a quando si ritrova con un simbolico cappio al collo. Un pezzo dopo l’altro, perde tutti i punti d’appoggio (padre, fratello, lavoro, istituzioni…) e per quanto si impegni non riuscirà più a farcela da sola: il bisogno di soldi e il pericolo di vita la porteranno sull’orlo del baratro, ed è lì che chiederà l’aiuto di Nero.

La traccia adrenalinica è davvero super!

 

Stiamo cercando di lacerarci a vicenda. Ma non per l’odio. Per il desiderio di raggiungere il centro grezzo e vulnerabile. Camille è circondata da mura più alte di quelle dei castelli medievali. Quanto a me, sono determinato a tenere lontana la gente con una barriera di rabbia, indifferenza e crudeltà. Tuttavia, ciascuno di noi ha scalato le mura dell’altro. Perché nell’altro abbiamo riconosciuto ciò che sappiamo di noi stessi. Siamo entrambi feriti. Entrambi soli. Entrambi in cerca di qualcuno che possa capire. 

 

Come si conquista un ragazzo come Nero, che ha sciami di ragazze ai suoi piedi? Creando una connessione. Lui e Camille hanno in comune la passione per le auto, ma c’è anche altro: lei non è artefatta, non lo insegue, e puzza di olio e benzina, i due odori che lui preferisce in assoluto.

Il suo carattere schietto e pragmatico è per lui una ventata di novità che lo rinfranca.

Ma oltre a tutto questo, ciò che li lega sono le sensazioni che provano insieme, il modo in cui si guardano negli occhi leggendosi l’anima.

 

Camille mi rivolge uno sguardo addolorato e mi pento subito del mio stupido commento. Perché non riesco mai a dirle la cosa giusta? Finora, ho sempre saputo come ottenere ciò che volevo dalle donne. Era semplice manipolarle. Ma non voglio manipolare Camille. Voglio solo essere in quello spazio in cui a volte c’incontriamo per caso, dove ci capiamo a vicenda. Dove tutto è chiaro tra noi. Sembra che non riesca mai a raggiungerlo intenzionalmente. Più ci provo, più mando tutto all’aria.

 

Un romanzo davvero molto intenso, sia per le personalità tormentate e potenti, sia per le vicissitudini avvincenti e drammatiche.

 

“Io non ti lascerò mai” dice Nero. “Mai, Camille. Non dovrai mai chiederti dove sono finito, perché sarò sempre al tuo fianco.” 

 

Articoli Correlati

Lascia un commento

Pulsante per tornare all'inizio