Recensione: “L’ambiguo Duca di Danforth” di Christine Merrill
Inghilterra, inizi ‘800
Potrebbe andare peggio di così? Abigail è convinta di no. Sorprese da un terribile temporale su una strada di campagna, lei e la madre devono interrompere il viaggio verso Londra e chiedere ospitalità nella tenuta più vicina, quella dei Conti di Comstock, dove si sta svolgendo un ricevimento con numerosi invitati. Peccato che tra loro ci sia anche Benedict Moore, Duca di Danforth, l’uomo che lei ha abbandonato all’altare tre mesi prima. A complicare la situazione già imbarazzante si aggiunge la presenza dell’amante storica di Ben, vero motivo che ha spinto Abigail a prendere la drastica decisione di lasciarlo. Il maltempo la costringe a una convivenza forzata con entrambi, eppure quella che sembra la più sfortunata delle coincidenze potrebbe rivelarsi invece un dolcissimo dono del destino.
Fonte della trama: HarperCollins Italia
“La presa sulle sue spalle indugiò ancora un momento, quindi Benedict sospirò, come per prendere coraggio. Allora una sua mano le scese lungo il braccio per stringerle poi le dita e portarsele delicatamente alle labbra mentre lui si inginocchiava.«Miss Abigail Prescott, vi amo come non ho mai amato altra donna prima d’ora. Mi concederete l’onore di darmi il vostro cuore da serbare e la vostra mano in matrimonio?»”
Bentornate, Fenici!
Oggi ho il piacere di parlarvi di L’ambiguo Duca di Danforth di Chritine Merrill, romanzo pubblicato dalla HarperCollins Italia nella collana I grandi romanzi storici.
Siamo nell’Inghilterra di inizio Ottocento, con i suoi balli, le riunioni in campagna, il rispetto dell’etichetta e i pettegolezzi da salotto. I nostri protagonisti sono Benedict Moore, Duca di Danforth, e Miss Abigail Prescott, figlia del nipote di un baronetto impoverito e la discendente di un ricco mercante.
Il romanzo si apre con un flashback del loro incontro da Almack’s, a seguito del quale il Duca decide di chiedere la mano di Abby. Miss Prescott accetta, ma giunto il giorno del matrimonio non si presenta in chiesa, lasciando Benedict da solo ai piedi dell’altare.
La narrazione riprende quando sono ormai trascorsi tre mesi dallo spiacevole evento. Il Duca di Danforth e, quella che si ritiene sia la sua amante storica, Lady Beverly, sono ospiti insieme ad altri pari del Regno, nella residenza dei Conti di Comstock. E, colpevole la pioggia incessante e l’impraticabilità delle strade, anche Abby e sua madre, di ritorno a Londra, si trovano a dover richiedere ospitalità alla Contessa.
L’inevitabile incontro con Benedict e la sua presunta amante sarà fonte di bisbigli e maldicenze tra i membri dell’aristocrazia, ma Abby scoprirà di essersi sbagliata sul Duca, che, a sua volta, ne combinerà delle belle per riconquistare il cuore della sua futura Duchessa.
Premetto che il romanzo è ben scritto e si presta a un’agevole lettura, ma non mi ha entusiasmata più di tanto. La trama è sicuramente innovativa, ma il fatto che l’intero libro sia ambientato esclusivamente nella residenza dei Comstock, toglie vivacità alla narrazione e la rende, a mio avviso, eccessivamente statica.
I personaggi sono ben costruiti e tutti contribuiscono, grazie ai loro caratteri, a creare quell’intreccio di avvenimenti, inconvenienti ed escamotage, grazie ai quali il lettore non perde interesse verso la storia.
Fedeli alla realtà sono poi gli scorci sulle abitudini del tempo. Ma un libro, per quanto bello e veritiero, deve essere in primis in grado di suscitare emozioni. E, ahimè, nonostante lo spunto narrativo interessante, è proprio questo trasporto che mi è mancato.