Recensione libri

Recensione: “L’amore è una terra straniera” di Emily Robbins

Care Fenici, ecco la recensione di Mumù per “L’amore è una terra straniera” di Emily Robbins, un testo che l’ha convinta poco

Si dice che in arabo esistano novantanove modi per dire amore. Bea li conosce tutti, ma non le basta: per far sì che possa “crescerle in petto un cuore più grande”, si trasferisce a Damasco a vivere presso una famiglia del luogo e approfondire lo studio della lingua che da sempre la affascina più di ogni altra. Nel cuore del paese sull’orlo della guerra civile, Bea diventa testimone e strumento di un amore impossibile, quello tra Nisrine, un’umile e bellissima cameriera d’origine indonesiana, e Adel, il biondo poliziotto che ogni giorno la spia attraverso i vetri della finestra del quinto piano. Mentre le storie di tutti, protagonisti e comprimari, si intrecciano inestricabilmente le une alle altre, la città e la Siria intera precipitano in un baratro senza fondo di violenza e di sangue. Intenso e indimenticabile come i luoghi e la gente che racconta, L’amore è una terra straniera è una meditazione struggente sul potere dei sentimenti e delle parole.

Se fossi una vecchia zitella inacidita esordirei con un “Finalmente è finito!”, ma siccome il mio proposito per questo nuovo anno è stato: ‘maggior tolleranza e diplomazia’, cercherò parole più adeguate e userò un maggior tatto.

Devo dire che ho cominciato questo libro con i migliori propositi, la trama mi aveva molto intrigata e pensavo veramente si trattasse di un romanzo che mi avrebbe toccato il cuore.

L’idea di fondo di certo non manca, quello di cui si sente la mancanza è il coraggio di osare. L’autrice tratta tematiche importanti, ma lo fa solo sfiorandole, accarezzandole, tutto pare avvolto da un velo. Avrebbe potuto essere una buona occasione per farne un libro di denuncia e parlare dell’attuale situazione in Damasco, ma la Robbins non ha l’ardire di spingersi così lontano.

Tutto è piuttosto ovattato, gli argomenti si accennano ma non si approfondiscono, un continuo ripetersi degli stessi in un loop infinito.

Bea è una ragazza americana che vuole apprendere la conoscenza della lingua araba e desidera assolutamente leggere il ‘testo stupefacente’; Adel e Nisrine vivono con struggimento il loro amore platonico e impossibile. Lo stesso tema viene ripetuto abbondantemente per tutto il libro: un continuo tormento angosciato e angosciante, un perenne sospirare per una situazione amorosa che non riesce a sbocciare. Nisrine dal balcone e Adel dal tetto della stazione di polizia, due moderni Romeo e Giulietta, il cui triste epilogo è ben noto. La storia è incorniciata in una minuziosa cronaca della vita quotidiana delle due protagoniste in casa di Madame: dalle afflizioni di Bea per quel bel poliziotto su cui aveva posato gli occhi per prima e di cui reclama, segretamente, un diritto di prelazione amoroso, a Nisrine che vive con la testa perennemente tra le nuvole in cerca di una soluzione per i suoi patimenti.

Le uniche parti in cui il racconto è degno di nota e prende vita, giungono quando l’attenzione si sposta su Baba. L’autrice ci regala dei brevi ma profondi momenti di riflessione, come il contrasto tra la paura di tornare in prigione, luogo ove i basilari diritti civili non vengono neanche tenuti in considerazione, e la ferrea volontà di far qualcosa di più per la sua terra, pur sapendo a quale tremendo destino va in contro.

Il documento che ha firmato è diventato famoso. Una dichiarazione coraggiosa, uno di quei documenti che hanno dato ai suoi concittadini il coraggio di rivendicare un nuovo governo. Lo stanno ancora rivendicando.

Mentre scrivo il paese di Madame è in guerra, come gran parte del Medioriente.

Queste le mie impressioni in merito a uno scritto che mi ha delusa. Forse avevo posto troppe aspettative basandomi sulla trama, tuttavia tengo a sottolineare che in questa recensione esprimo la mia modesta opinione perché non sono una critica letteraria, sono una semplice divoratrice compulsiva di libri. Magari non sono riuscita io a carpirne la bellezza, o forse ad andare oltre la superficie a coglierne la reale portata, sono più che aperta al confronto con chi ha un punto di vista differente rispetto al mio, anzi! Vi invito a discuterne e farmi sapere le vostre impressioni. Partendo da queste considerazioni pertanto, non assegnerò il voto più basso dando credito a chi ha saputo apprezzarlo più di me o in maniera differente.

 

 

 

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio