Recensione: “L’amuleto di Samarcanda – Ciclo di Bartimeus #2” di Jonathan Stroud
Titolo: L’Amuleto di Samarcanda
Autore: Jonathan Stroud
Serie: Ciclo di Bartimeus #2
Editore: Salani Editore
Genere: Fantasy
Pagine: 451
1- L’anello di Salomone
2- L’amuleto di Samarcanda
3- L’occhio del golem
4- La porta di Tolomeo
Il millenario jinn Bartimeus, antichissimo, potente, pigro e beffardo, viene improvvisamente strappato dal confortevole mondo degli spiriti ed evocato a Londra, destinato a una missione oscura e incredibilmente rischiosa: rubare l’arcano amuleto di Samarcanda a Simon Lovelace, mago senza scrupoli e membro del Parlamento. Niente di strano: gli umani convocano continuamente gli spiriti per obbligarli a servirli. Ma stavolta il mago evocatore è un ragazzetto di dodici anni, che non sembra affatto in grado di governare il subdolo genio… Jonathan Stroud crea una Londra alternativa (ma solo in apparenza): atmosfere dickensiane e personaggi da mille e una notte, lotte intestine, intrighi e brame, prima tra tutte quella per il potere, esercitato dai maghi sui cittadini comuni. Ma è un potere illusorio, perché le forze soprannaturali che lo possiedono non vedono l’ora di ribellarsi a chi le ha assoggettate, metafora delle umane ambizioni. “L’amuleto di Samarcanda” sovverte le regole con ironia, presentandoci un mondo magico ‘al negativo’, dove gli umani – spesso meschini, invidiosi e senza scrupoli – sono contrapposti agli spiriti ben più potenti, ingegnosi e astuti di loro. E su tutti trionfa l’arguto, saccente, permalosissimo Bartimeus…
Eccoci!
In questo secondo capitolo della serie di Bartimeus veniamo catapultati in una Londra del ‘700 piena di intrighi, atmosfere cupe, personaggi sui generis e un magico mondo al negativo.
Conosciamo un nuovo personaggio, un bambino per meglio dire, Nathaniel, di cui vivremo parte dell’adolescenza e capiremo così perché alcuni avvenimenti sono da considerare disdicevoli.
Lo scopo per questo nuovo protagonista è quello di sottrarre l’amuleto di Samarcanda dalla Casa di Simon Lovelace, un potentissimo mago senza scrupoli facente parte degli alti ranghi del governo. Ma cosa sarà e a cosa servirà questo manufatto? Le bilance del potere saranno messe a dura prova, sia nel mondo umano che in quello soprannaturale. Ad aiutarlo nella ricerca vedremo Bartimeus, un demone jiin impudente, millenario, beffardo e di medio rango.
Ma torniamo indietro, al vero inizio di tutta la storia… tutto nasce quando Nathaniel era davvero piccolo e i suoi genitori decidono di darlo in affidamento a Underwood, che sarà suo maestro di vita e di magia oltre che il suo papà adottivo. Sarà un padre tutt’altro che comprensivo, pieno di cattiveria, burbero e che farà di tutto per impedirgli di crescere a livello professionale.
Dopo uno spiacevole episodio in cui vediamo coinvolto Simon, Nathaniel decide di vendicarsi di Underwood durante una serata molto importante, mettendolo in cattiva luce.
Il piccolo si oppone al cattivo non solo perché ferito nell’orgoglio proprio da chi pensava dalla sua parte, ma anche per colmare la sua sete di vendetta, nascosta da uno spirito ingenuo e da un buon cuore.
Inizia così la sua ascesa alla conoscenza delle arti magiche. Molte sono le ore che passerà a studiare da solo e a far pratica, all’oscuro di tutto e tutti.
Un bel giorno decide di convocare Bartimeus, impresa tutt’altro che facile per un mago così giovane di soli dodici anni. Da qui inizia la loro storia, da qui inizia la loro collaborazione fatta di arguzia, ingegno, mancanza di scrupoli e un sacco di ironia che vi farà ridere a crepapelle… il tutto per rubare un amuleto!
Un nuovo capitolo si apre sulla storia di Bartimeus in una Londra molto particolare, dove il messaggio di fondo è la vittoria dei più deboli grazie all’arguzia e alla perseveranza, oltre all’ottenimento dei risultati in base alle ambizioni personali. Troviamo uno stile fluido e una scrittura ricca di dialoghi, dove le ambientazioni, anche se sono solo uno sfondo, rendono chiarissimo ciò che lo scrittore vuole mostrare e far vivere al lettore.
Un romanzo sicuramente da leggere, soprattutto per gli amanti del fantasy, quello “vecchio e classico” con molto humor e una fantastica caratterizzazione dei personaggi.