Recensione: “L’assaggiatrice di tè” di Giulia Dal Mas (serie Villa Matilde, la casa degli amori ritrovati #3)
Care Fenici, oggi Emanuela ci parla di “L’assaggiatrice di tè” di Giulia Dal Mas
Tra preziosi tè giapponesi e il ricordo di un antico amore, lo svelarsi di un segreto nascosto nel cuore di Siena
Vanessa vive a Siena dove è arrivata dal Giappone: là sua nonna Magiku le ha insegnato l’arte del tè quando era ancora una bambina. Nella città toscana ha aperto una raffinata sala da tè, dove accoglie i clienti con sorprendenti miscele personalizzate.
Magiku e Vanessa. Nonna e nipote. Geisha e assaggiatrice di tè. Un legame profondo per la ragazza, anche ora che la nonna non c’è più, velato dal mistero della vecchia lettera che ha trovato tra le sue cose: un addio, intriso di sentimenti e spedito da lontano.
Un giorno Vanessa incontra Giorgio, il proprietario del vecchio edificio, nella contrada della Civetta, che la sua amica Celeste intende trasformare in una scuola di danza. L’intesa è immediata e il desiderio di conoscersi li porta a trascorrere sempre più tempo insieme: accompagnata dal fervore del Palio e dalla passione generata dagli eventi che lo scandiscono, l’attrazione tra i due si rafforza finché, durante una breve vacanza in un casale sulle colline, si scoprono involontari protagonisti di una storia iniziata molti anni prima. È una vicenda lontana, che ha segnato il loro passato e minaccia di sconvolgere irrimediabilmente anche il loro futuro.
Riuscirà Vanessa a trovare le risposte che cerca su Magiku e su quel misterioso e profondo amore di cui non le ha mai parlato? La sua storia con Giorgio riuscirà a sopravvivere ai colpi che le riserverà il destino?
Terzo appuntamento con le storie di Villa Matilde e con le magiche atmosfere create da Giulia Dal Mas che stavolta ci fa intraprendere un viaggio a cavallo tra la Toscana, precisamente a Siena, ed il Giappone, dipingendo le atmosfere di questi due luoghi apparentemente così distanti con grande perizia e delicatezza.
Incontriamo la nostra protagonista, che a dispetto di un italianissimo nome è giapponese e si muove con la grazia tipica del suo paese d’origine in una simpatica sala da tè, aperta in un caratteristico vicolo della città del palio. Sebbene non sia direttamente collegata con le donne di Villa Matilde, incontrate nei due romanzi precedenti (Quando fioriranno le rose RECENSIONE QUI e La cucitrice di sogni RECENSIONE QUI) La giovane orientale è molto amica di Celeste che è finalmente in procinto di realizzare il suo sogno ed aprire una scuola di danza dove potersi dedicare all’insegnamento della nobile arte di Tersicore.
Durante la ricerca del locale perfetto incontrano Giorgio: alto, distinto e malinconico colpisce subito il cuore di Vanessa che non tarda ben presto a intrecciare con l’uomo una bella relazione.
Comunanza di sentimenti e di pensieri scorre tra i due: la narrazione di questo rapporto è veramente bella e ben scritta, ricca di sfumature ed accenti di colore.
Naturalmente il destino che li ha fatti incontrare è beffardo e il trabocchetto teso ai due amanti rischierà di far finire presto il loro bellissimo amore.
A loro insaputa essi sono infatti predestinati ad incontrarsi e, forse, a lasciarsi; questo a causa di una terza figura che si intrometterà tra loro come in passato si era intromessa tra altri due sfortunati amanti. Non è possibile dire di più per non rovinare l’intreccio della storia e per non guastare la sorpresa.
Un bel romanzo che, sebbene terzo di una serie, ha surclassato abbondantemente i primi due per intreccio, descrizione dei personaggi e degli ambienti e atmosfere. Merita senz’altro 5 stelle!