Recensione: Le favole non esistono di Tiziana Iaccarino
Titolo: Le favole non esistono
Autore: Tiziana Iaccarino
Genere: Romanzo Rosa
Editore: Self
Data di pubblicazione: 2 Marzo 2023
Target: +16
Lui l’avrebbe convinta che la loro favola fosse destinata al lieto fine. Lei era certa che quella storia potesse concludersi soltanto con un addio.
La giovane Aura fa la cameriera nella brasserie Chez Louis e ha una vita molto serena, anche se un poʼ monotona, a Chamonix Mont Blanc, una rinomata località turistica di montagna in Francia. Un giorno, però, al locale arriva un misterioso cliente dagli occhi celesti come due laghi ghiacciati a farle battere il cuore.
Philippe sembra uno di quei principi azzurri illustrati sui libri per l’infanzia nei quali, alla fine, i sogni si realizzano sempre. Peccato che la realtà sia ben diversa e che lui abbia un passato piuttosto ingombrante alle spalle. Un macigno che si riversa sul suo cammino con un terzo, e anche un quarto,incomodo.
Aura spera con tutta se stessa di smentire le convinzioni di suo padre che, quando era solo una bambina, dopo averle raccontato una storia per farla addormentare, le diceva: Le favole non esistono. Quindi, mai credere che si possa diventare la protagonista di un romanzo rosa.
Ma sarà davvero così?
L’amore divenne il loro rifugio, il luogo in cui nessuno avrebbe mai potuto disturbarli e, men che meno, separarli. Si ritrovarono senza respiro, senza pensieri, senza parole, senza alcuna preoccupazione, perché totalmente persi l’uno per l’altra.
Una storia d’amore e di rivalsa, di coraggio e di speranza.
Le favole non esistono… Un titolo come questo non poteva che attirare la mia attenzione!
Una sinossi dolcissima in cui un uomo promette a una donna che il loro amore, la loro favola, sarebbe giunta a un lieto fine. Mi ha ispirato speranza e quel non so che di cui avevo bisogno. Ho adorato la cover quasi eterea che racchiude emozioni e, dulcis in fundo, ho scoperto che la protagonista ha radici proprio nella regione dove vivo. Mi sono fatta quindi attrarre come una calamita, al punto da acquistare l’ebook in preorder.
La storia è semplice: un ragazzo e una ragazza che si incontrano per caso all’interno del locale in cui Aurora fa la cameriera, attorniati dai monti francesi. Philippe, il nostro “quasi” principe azzurro, si ritrova in questa località turistica in fuga da uno spettro del passato che, scopriremo poi, gli sta alle costole. La giovane donna, invece, i duri colpi dell’infanzia li ha già dovuti affrontare: con il mantra lasciatole in eredità dal padre (“le favole non esistono”), e le esperienze dovute a una madre, come dire, poco convenzionale, è partita dalla sua Trento per rifugiarsi in questo paradiso montuoso, dove è stata accolta con tutto il suo bagaglio di emozioni.
L’incontro tra i due protagonisti assomiglia molto a un vero colpo di fulmine, sentimenti veloci e battiti del cuore esplodono a un solo sguardo. Molto giovanile come immagine, ai miei occhi quasi un mondo adolescenziale, fin troppo young, ma è solo una mia impressione. Tutto inizia e finisce lì…
No, dai, scherzo!
Philippe troverà il modo di ricontattare la giovane donna che gli ha rapito il cuore (non vi dirò come, per lasciarvi più sorprese possibili). Si frequentano, si innamorano e, come sempre nei romance, appaiono spettri dal passato che vanno a incrinare il pathos. La situazione si complica più volte e Aura si chiuderà a riccio, perfino arrivando a fare l’adolescente egoista. Ecco, non c’è niente da fare, io abbasserei l’età ai sedici anni, ma capisco che non si potrebbe più ricostruire la storia poi. Troveranno un modo per farcela? Grazie a tutti gli angeli del Paradiso è un romance, perché le brutte notizie nei romanzi rosa, se non precedentemente annunciate, mi mettono ansia!
Sono una sognatrice, una persona a cui la speranza non manca quasi mai, quindi ho davvero accolto di buon grado il messaggio dell’autrice, la cui idea secondo me è molto buona.
Nonostante la trama sia lineare, la narrazione manca un po’ di brio, tutto viene raccontato e mi è mancata quell’emozione che arriva al lettore da uno Show, don’t tell maggiormente incisivo, che avrebbe alleggerito il tono delle spiegazioni per dare maggiore rilevanza all’interpretazione. Lo stesso vale per la costruzione dei personaggi, per quanto abbiano entrambi passato situazioni decisamente spiacevoli non emerge una maturazione emotiva e di forza che mi sarei aspettata. Questo, a mio avviso, porta a un difficile moto di empatia da parte di chi, dal di fuori, prova a viverli. Alcune delle figure secondarie sono particolarmente carine, ma non infondono spessore, sono semplici comparse che servono per la gestione dei conflitti.
In conclusione, sempre secondo la mia opinione che trova il tempo che trova (sono solo una lettrice), una bella idea che potrebbe essere “gestita” meglio, affinché le sensazioni escano dalla storia e puntino al cuore.