Recensione “Le tredici” di Susie Moloney
Haven Woods è una specie di paradiso fuori città, un luogo ideale dove abitare e crescere una famiglia. Un posto tranquillo con le sue ville lussuose, i roseti in fiore e le strade pulite, dove gironzolano indisturbati tanti, troppi gatti. Il tasso di criminalità è praticamente inesistente. Almeno in apparenza. Sì, perché a Haven Woods vivono tredici signore elegantissime con tailleur firmati e fili di perle al collo. La morte di una di loro risveglia non solo antiche paure ma anche qualcosa di misterioso e innominabile. E quando Paula Wittmore, che ha abbandonato la cittadina molti anni prima, ritorna per prendersi cura della madre improvvisamente ammalata, non sospetta di essere l’ultima possibilità per le dodici amiche di riportare il circolo al numero magico: tredici. E nemmeno può immaginare a quale destino stia andando incontro: sua figlia, giovane e innocente, potrebbe essere in serio pericolo. Un romanzo denso di colpi di scena e demoni, in cui il vero mostro sembra essere la superficialità.
Un circolo di amiche ti aiuterà nei momenti di bisogno, un circolo di streghe ti trascinerà all’inferno.
Due donne, unite da un antico legame di sangue, si ritroveranno a far fronte ad un potere molto più grande di loro, oscuro e terribile, che solo il sangue può unire e dividere allo stesso tempo.
Ci troviamo a Haven Woods, una cittadina molto piccola abitata da un’infinità di gatti e da molte donne, tredici in particolare, vestite in abiti eleganti e con un terribile segreto di sangue alle spalle.
Vediamo come protagoniste una mamma e una figlia, rispettivamente Paula e Rowan, la prima con una vita infernale, fatta di lavori precari in bar poco raccomandabili e che fa di tutto per poter portare avanti la famiglia da sola; la seconda una studentessa un po’ ribelle lasciata a se stessa a causa della precoce morte del padre, accaduta anni prima.
Le due donne si ritroveranno catapultate in un mondo che non conoscono, vecchio di anni e ricco di strani avvenimenti, dove la magia è solo l’ultimo tassello che le lega.
Paula dovrà tornare a far visita alla mamma, improvvisamente malata e rinchiusa in una stanza di ospedale, ma sta anche portando, a sua insaputa, sua figlia in un posto molto oscuro, dove si richiedono sacrifici di sangue e dove tutti, per poter ottenere ciò che vogliono, devono sacrificare un tredicesimo… per LUI.
Ripose il coltello nella cassettiera, da dove tirò fuori una fotografia.
“Le mie sorelle.” Nella foto indicò una donna sorridente e con i capelli scuri. “Questa è Aggie. Ti sta aspettando. Trovala. Lei sarà la prima. Avrai tutto quello che hai sempre desiderato,” le ripetè la vecchia.
Poi allungò il braccio e con il dito penetrò la ferita sanguinante sotto il seno di Izzy, lo estrasse e lo sollevò in aria. “LUI vuole carne. Fai quello che ti chiede e avrai ogni cosa.”
In questa recensione non voglio dilungarmi sulla caratterizzazione dei personaggi, ambientazione e quant’altro, ma vi posso assicurare che questo libro merita davvero di essere letto!
La prima metà del romanzo è un po’ lenta, ma serve a far capire al lettore la storia dei personaggi, la loro vita e i loro desideri più reconditi… la seconda, invece, è un susseguirsi di colpi di scena e di azione decisamente inaspettati!
Paula allungò la mano per chiudere la zanzariera e si accorse del vialetto sgombro.
Non c’era la macchina. Erano usciti in fretta e furia.
Ora la pura e il panico erano raddoppiati. Si rese conto che la situazione era ben diversa: stava succedendo qualcosa di spaventoso ad Haven Woods. Per davvero. E forse si trattava proprio di (streghe)
È decisamente un libro diverso dai soliti fantasy, autoconclusivo (amo questa parola!) dove niente è lasciato al caso; purtroppo è l’unico tradotto in Italia di quest’autrice, a parer mio molto brava. Durante il susseguirsi della storia mi sono chiesta più volte come fosse possibile che una donna vicina ai trent’anni fosse così ingenua e, fatemelo dire, anche molto più tonta di una ragazzina di tredici anni, tanto da non avere un senso in grado di capire quando gli avvenimenti stanno decisamente degenerando.
Se invece siete amanti del romanticismo rimarrete un po’ deluse, anche se l’autrice ha deciso di far vivere a Paula una storia d’amore nata per caso, ma ricca di fiducia reciproca.
Vediamo inoltre sullo sfondo un riferimento di vita quotidiana molto importante, credo che Susie abbia voluto far capire o pensare ai suoi lettori quanto a volte le persone siano egoiste, e cosa siano disposte a sacrificare per ottenere tutto ciò che vogliono.