Recensione: Lethal Twink (Anime perdute #2) di Emy Mars
Ho quarant’anni e ho fatto sesso con decine di uomini e donne. Ad alcuni di loro tenevo, ma della maggior parte non me ne fregava un cazzo; a volte li ho scopati vaniglia, altre volte li ho fatti soffrire. L’ho fatto in due, tre e anche in quattro, sperimentando infinite posizioni e svariati giocattoli, ma mai in tutta la mia vita ho provato l’esaltante sensazione di avere a disposizione il corpo docile e sottomesso di un predatore sotto mentite spoglie.
Lethal Twink, il secondo romanzo della serie Anime Perdute, rimane sulle stesse tinte forti del precedente, anche se con un discreto intermezzo romantico molto passionale e spregiudicato.
Tutta la parte centrale, infatti, mette a riposo l’adrenalina e il pugno nello stomaco legato alle tematiche dello sfruttamento e dell’abuso di minori, per addentrarsi nelle dinamiche relazionali e sessuali che intercorrono tra i due protagonisti, andando a toccare i retroscena psicologici e le loro storie personali. Anche se le loro inclinazioni combaciano nel vedere uno dominante e l’altro sottomesso, caratterialmente Daniel e Sasha hanno delle sfaccettature tutt’altro che scontate.
Una delle peculiarità di questo romanzo, in effetti, è proprio la caratterizzazione di Sasha, il twink che non ha paura di prostituirsi pur di raggiungere obiettivi legati al mestiere di killer, un ragazzo che nonostante le apparenze è capace di dimostrare tutta la sua capacità di reagire e la sua tenacia.
Ho apprezzato davvero molto l’ambiguità che circonda questo ragazzo, per come essa viene gestita, mostrata nelle varie vicende e approcciata dagli altri personaggi.
Sasha, col suo fisico da fanciullo e il carattere deciso da killer, risulta decisamente intrigante e camaleontico. Il modo in cui va a intrecciarsi in modo languido (ma mai dimesso) con la figura dominante di Daniel – il finto maggiordomo del primo volume, alla disperata ricerca dei suoi nipoti rapiti e introdotti in questo mondo osceno – è un equilibrio sottile tutto da guadagnare.
Allo stesso modo, ho apprezzato la profonda diversità dei protagonisti tra il primo e il secondo libro, cosa che rende ognuno dei due (che ricordo, possono essere letti come autoconclusivi) unico e con una sua personalità propria.
L’aspetto che ha caratterizzato la lettura di questo secondo libro è stato il senso di soddisfazione, di sollievo, di risarcimento che la trama porta con sé, perché stavolta la vittima non è sacrificale ma consapevole, pianifica la vendetta ed è capace di realizzarla.
La sua forza di reagire ai pedofili stupratori e manipolatori dona un grande sollievo, prende la nostra rabbia e la incanala nella giusta direzione, nonostante le scene cruente e difficili da mandare giù non manchino neppure in questo episodio della serie.
Non ho attribuito il punteggio massimo perché nella parte centrale, a mio avviso, la tensione si è un po’ affievolita, assecondando le molte scene di sesso (mai fine a se stesso, ma sempre accompagnato da sentimento sincero). Nella passione tra Sasha e Daniel non assistiamo solo a forme di sottomissione, ma anche a desiderio, volontà di sperimentare e tinte forti di vario tipo, ragione che mi ha spinto ad assegnare le 4 fiamme.
Le mie labbra si schiudono all’invasione e il bacio è da subito un’esplosione violenta e passionale di fuoco selvaggio. Non ci sono tentennamenti, leccatine o morsetti, ma un’aggressiva campagna di guerra atta a espugnare la mia bocca. E io cedo su tutti i fronti, perché nessuno mi ha mai baciato così.