“Recensione Libri- Indimenticabili”-Il lupo e la colomba di Kathleen E. Woodiwiss
Scheda Libro:
Titolo italiano: Il lupo e la colomba
Titolo originale: The Wolf and the Dove
Autore: Kathleen E. Woodiwiss
Anno: 1974
Epoca Normanna: 1066 d.C.
Location: Inghilterra
Inghilterra, 1066. In un medioevo di forti passioni, la bella e fiera Aislinn, figlia di nobili sassoni, viene fatta prigioniera dal valoroso Wulfgar, giovane guerriero normanno al servizio di Guglielmo I. I due appartengono a mondi contrapposti, ma l’immensità del sentimento che a poco a poco li divora li costringerà, in un crescendo di avventura, ad azioni temerarie pur di affermare le ragioni dei loro cuori.
INTRODUZIONE: IL MITO
In tempi remoti, quando i druidi vagavano per le foreste settentrionali d’Inghilterra e tenevano i loro sabba al chiarore incerto della luna, un giovane uomo innamorato di battaglia e violenza studiò le arti della guerra fino a divenire invincibile. Il giovane, che si era dato per nome «Il lupo», depredava la gente, piegandola ai suoi voleri. Col tempo le sue gesta giunsero all’orecchio degli dei sull’alta montagna tra la terra e il Valhalla. Odino, signore degli dei, inviò un messaggero a distruggere il ribelle che esigeva tributi dal popolo e sfidava il fato. I due si incontrarono e incrociarono le spade, e la loro battaglia infuriò per una quindicina di nuove lune dalle bianche scogliere del sud alle spoglie coste rocciose del nord. Il guerriero si dimostrò all’altezza della sua fama: nemmeno l’inviato di Odino riuscì a batterlo, e dovette tornare alla montagna ad ammettere il suo fallimento.
Odino rifletté a lungo e a fondo sulla questione, poiché era scritto che chiunque avesse sconfitto un messaggero degli dei si sarebbe guadagnato la vita eterna sulla terra. Odino rise, e i cieli sopra il lupo tremarono. Poi l’aria fu squarciata da lampi accecanti e fragorosi tuoni; il giovane, impavido, rimase dov’era, con la spada sguainata.
«Così, hai vinto la vita eterna» ruggì Odino in tono di scherno, «e stai di fronte a me con la spada pronta al combattimento, ma la stoltezza non è mai stata una virtù e io non posso lasciarti qui libero di compiere le tue insane imprese. Avrai la tua immortalità, ma dovrai sottostare ai voleri di Odino per fare uso della tua conquista.»
Odino scomparve con un ultimo scroscio di risa, e un fulmine colpì l’arrogante lama sfoderata. Un pennacchio di fumo si innalzò lentamente al cielo. Là dove si trovava il giovane, ora era accucciato un rosso lupo di ferro incandescente, con un ringhio rabbioso congelato sulle labbra.
Si dice che in una profonda vallata vicina al confine con la Scozia ci sia una radura dove si trova la statua di un lupo di ferro, bruno di ruggine, ricoperto di rampicanti aggrovigliati, le zampe verdi di muschio. Si dice che quando la battaglia infuria nella regione l’imponente lupo si animi e divenga un guerriero, coraggioso, forte, invincibile e selvaggio.
E ora che le truppe di Guglielmo attraversavano la Manica, re Harold accorreva dal nord, e la guerra si faceva prossima…
Questo libro è uno dei miei preferiti o, per dirla all’inglese, uno dei miei Desert Isle Keeper, in quanto legato al periodo dei miei sedici anni, quando cominciava a delinearsi nel mio cuore la figura del principe azzurro, quell’eroe senza macchia che, unico, avrebbe potuto conquistare il mio cuore. Con gli anni tante cose sono cambiate, si sono ridimensionate, limate, smussate, ma l’amore che ho per questo libro è rimasto immutato.
Cerchiamo di mettere a fuoco meglio la vicenda.
Tutta l’Inghilterra è messa a ferro e a fuoco dai normanni che vogliono il trono per Guglielmo I “il Conquistatore (conosciuto anche come Duca di Normandia o Guglielmo il Bastardo). Nonostante i sassoni cerchino di resistere, la supremazia normanna in battaglia consente a Guglielmo di insediarsi sul trono. Ogni contea sassone viene divisa tra i suoi feudatari, sia per la conquista che per la reggenza. Quella di Darkenwald e Cregan viene assegnata a Wulfgar il Bastardo.
Il piccolo esercito normanno si separa per la conquista dei due villaggi e Wulfgar giunge a Darkenwald quando uno dei suoi compagni ha già ucciso il Signore del luogo e, con la forza ha preso possesso del suo castello, dei suoi beni e della sua famiglia. La moglie e la figlia del signore, Maida ed Aislinn, restano alla loro mercé riportando ferite nel corpo e nello spirito. L’indomita Aislinn non si arrende, rendendosi conto ben presto di essere l’unica che può difendere la sua gente, oltre ad essere l’unica (o almeno crede) a parlare la lingua dei conquistatori.
Dopo gli orrori subiti, Aislinn viene presa sotto la protezione di Wulfgar, nuovo Signore di Darkenwald, e si ritrova sua schiava ed amante. Un interessante duello verbale, fisico ed emotivo si combatte tra i due.
Aislinn è forte, leale, orgogliosa e combattiva per quella che ritiene essere ancora la “sua”gente, sebbene sia attratta fortemente dal Lupo che c’è in Wulfgar. A poco a poco, conoscendo l’uomo che il Lupo nasconde, inizia a fidarsi, a comprenderlo e anche a difenderlo dagli attacchi altrui, verbali e fisici.
Wulfgar è severo, giusto, profondamente attratto e affascinato da quella Colomba ardimentosa che riesce sempre a spuntarla nelle cose che contano per lei. Vorrebbe piegarla, ma senza spezzare quello spirito indomito che lo stuzzica, lo provoca e rende così esaltanti i momenti che trascorre con lei.
Più le vicende li metteranno alla prova, più la lealtà, la passione e l’amore reciproco verranno in superficie.
Aislinn, per dirla alla Wufgar, è talmente brava a fare la parte della schiava che lo induce a chiedersi se lui sia effettivamente il padrone.
“Andò a mettersi accanto alla sedia della ragazza, e lei ricambiò passivamente il suo sguardo. «Recita tanto bene la parte della sconfitta,» le sue dita giocherellarono con una lucente treccia ramata «che a volte mi domando se ho davvero vinto.»”
Wulfgar, per dirla alla Aislinn, incute in tutti un gran timore ma, in fondo, non è poi tanto cattivo.
«Sono convinta, mio signore, che il vostro ringhio sia più feroce del vostro morso.» Le sopracciglia castane di Wulfgar si inarcarono. «Tu credi, mademoiselle? Allora un giorno ti accorgerai che avresti dovuto darmi maggior credito.»
I dialoghi tra i protagonisti sono sempre scoppiettanti, vibranti, emozionanti. Impossibile restare impassibili procedendo nella lettura.
La prima impressione di Wulfgar attraverso gli occhi di Aislinn è davvero notevole:
“Era alto, almeno due spanne più di lei, che pure non era di bassa statura. I suoi capelli castani erano scompigliati e schiariti dal sole, e nonostante il peso della lunga cotta di maglia metallica si muoveva con sicurezza e disinvoltura. La giovane immaginò che in altre vesti avrebbe strappato più d’un sospiro dal petto di una ragazza. I suoi occhi erano grandi e le sopracciglia ben arcuate, ma quando, come adesso, era adirato, si abbassavano sul naso lungo e affilato, conferendo l’espressione intensa di una belva in caccia. La bocca era grande, le labbra sottili ma finemente cesellate. Una lunga cicatrice che correva dallo zigomo alla mascella sbiancò, e i muscoli sotto di essa ebbero un guizzo quando strinse rabbiosamente i denti. Con un rapido movimento si voltò a guardarla in viso, e Aislinn si ritrovò senza fiato a fissare i freddi occhi grigi. Le labbra dell’uomo si ritrassero, scoprendo i denti forti e candidi, e un ringhio sommesso gli salì dalla gola. Aislinn fu sorpresa dal suo aspetto selvaggio; sembrava un segugio su una pista. No, più di questo. Un lupo deciso a mettere in atto la sua vendetta su un nemico senza età.”
Wulfgar è il vero maschio alpha, prepotente, provocante, tutto d’un pezzo:
“Le sopracciglia dell’uomo si inarcarono ironicamente. «Ti arrendi così facilmente, chérie? Mi era parso di scorgere un po’ di fuoco e di determinazione nell’ondeggiare delle tue gonne. Mi ero sbagliato?» Il battagliero temperamento di Aislinn si infiammò a quel sarcastico insulto. «Voi ridete di me sventatamente, normanno.» Lui ridacchiò della sua ira. «Vedo che nessun temerario corteggiatore ha mai arruffato le tue graziose piume finora. Senza dubbio erano troppo istupiditi dalle tue grazie per metterti al tuo posto.»”
…
“«Finché non ti avrò portata a letto, mademoiselle, trattieniti dal dare giudizi sui normanni. Forse preferirai
un vero uomo a uno sbruffone.» Aislinn restò a guardarlo senza parole. Sembrava fosse una constatazione, più che una minaccia, e lei seppe con certezza che presto o tardi avrebbe diviso un letto con quell’uomo: era solo questione di tempo.”
…
“Aislinn si lasciò cadere in ginocchio davanti a lui, umiliandosi per quella piccola concessione. Era il meno che potesse fare per assicurare ai defunti una dignitosa sepoltura. Con un brontolio, Wulfgar allungò una mano e la fece bruscamente rialzare. Aislinn gli rivolse un’occhiata sorpresa e indagatrice. «In piedi, ragazza. Rispetto di più il tuo odio.» Senza aggiungere altro, l’uomo si voltò ed entrò nel castello.”
…
“«Piccolo sassone, se tu parlassi la mia lingua ti farei le mie congratulazioni per il tuo ottimo gusto. Ma tu e de Marte siete stati degli imprudenti a lasciarvi trascinare dalla passione. Lei ha affettato i vostri cuori nel suo piatto e li ha gettati via senza scrupoli. Presto anche tu, come me, imparerai a non fidarti delle donne.» Prese un corno di birra e lo sollevò come per brindare all’uomo incatenato. «Le donne. Usale. Accarezzale. Lasciale. Ma non amarle mai, amico mio. É una lezione che ho dovuto imparare sin da piccolo.» Wulfgar andò a sedersi accanto al camino e restò a guardare pensieroso le fiamme, mentre finiva la sua birra.”
La personalità di Aislinn è piuttosto scoppiettante. Per niente conciliante, sebbene si trovi in una condizione non facile:
“«Potete aver conquistato l’Inghilterra, normanno» sibilò tra i denti, «ma, vi avverto, non vi sarà così facile impadronirvi di me.» «Ti assicuro che per me sarà una tenzone assai più piacevole, ragazza. Sarà con grande gioia che gusterò i frutti della mia vittoria.» «Zoticone presuntuoso!» ringhiò Aislinn. «Mi credete una delle vostre sgualdrine normanne prive di volontà, pronte a gettarsi ai vostri piedi appena schioccate le dita? Imparerete presto che le cose stanno diversamente.» Lui rise. «Una lezione verrà certamente impartita, ma a quale di noi due resta da vedere. Comunque sono incline a pensare che sarò io il vincitore.» Senza darle il tempo di replicare, voltò sui tacchi e si allontanò, lasciandola a guardarlo ribollente di rabbia e frustrazione.“
…
“«Graziosa mademoiselle, posso osare sperare che tu sia impaziente di venire nel mio letto?» la canzonò, sollevando beffardamente un sopracciglio. Fu solo il vichingo a ridere, perché Ragnor si rabbuiò in volto e guardò Wulfgar con astio e disprezzo. Ma fu abbastanza per far esplodere la collera di Aislinn, già pericolosamente vicina al limite di sopportazione. L’umiliazione le fu insopportabile. Il suo orgoglio avvampò come un incendio, spingendola ad azioni inconsulte. Accecata dalla rabbia, sollevò la mano e assestò un sonoro schiaffo sulla guancia sfregiata di Wulfgar. Gli uomini nel salone trattennero il fiato, stupefatti, aspettandosi che Wulfgar gettasse a terra quell’insolente ragazza con un pugno. Tutti loro conoscevano le sue maniere con le donne. In genere aveva ben poca considerazione per esse, e a volte mostrava il suo completo disprezzo voltandosi quando una qualche dama aveva tentato di coinvolgerlo in una conversazione. Tuttavia questa giovane, con così tanto da perdere aveva osato più di chiunque altra. Nel breve istante in cui Wulfgar restò a guardarla allibito, Aislinn ritrovò il controllo della ragione ed ebbe un fremito di paura. Gli occhi viola incontrarono gli occhi grigi. La ragazza era inorridita dal proprio gesto quanto lui ne era stupito. Ragnor apparve compiaciuto, ma la sua espressione cambiò di colpo quando Wulfgar, senza dire una parola, catturò la donna nella ferrea morsa delle sue mani e la strinse a sé in un possente abbraccio. Ragnor era asciutto e muscoloso, ma ora era come se fosse stata gettata contro una statua di ferro. Le labbra di Aislinn si dischiusero, ma la sua esclamazione di sorpresa fu soffocata sul nascere quando la bocca dell’uomo scese sulla sua. Gli uomini fischiarono e gridarono incoraggiamenti, e Ragnor fu il solo a trovare motivo di insoddisfazione. Col volto arrossato e contorto da una violenta collera, teneva i pugni serrati con forza contro i fianchi, come per impedirsi di dividere i due. «Guarda, guarda!» esclamò allegramente il vichingo. «La ragazza ha trovato un degno avversario, eh!». La mano di Wulfgar si spostò alla nuca di Aislinn forzandola a inclinare la testa, e le sue labbra si torsero su quelle di lei, facendole male, cercando, esigendo. Aislinn sentì il pesante tonfo del suo cuore contro il seno, pienamente consapevole del suo corpo duro e minaccioso premuto con forza contro la sua snella figura. Il braccio dell’uomo le cingeva la vita in una stretta spietata, e la grande mano che le teneva inchiodata la testa avrebbe potuto frantumarle il cranio senza fatica, tuttavia nei più profondi, oscuri, sconosciuti recessi del suo essere si accese una scintilla che divampò verso l’alto, riscuotendole il corpo e la mente dal loro freddo riserbo, fondendoli in un solo turbinante vortice di sensazioni. La sua intera coscienza era stimolata dal contatto, il sapore, l’odore dell’uomo, tutti piacevoli e acutamente eccitanti. I suoi nervi furono sommersi da una calda, dilagante eccitazione, e cessò di dibattersi. Come per loro propria volontà, le sue braccia scivolarono intorno al dorso del normanno, e il ghiaccio si sciolse al fuoco di una passione che uguagliava quella di lui. Poco importava che fosse un nemico o che i suoi uomini si stessero godendo lo spettacolo: era come se al mondo non esistessero che loro due.”
…
“«Verresti da me spontaneamente, se mi amassi?» Lo sguardo dell’uomo frugò negli abissi dei suoi dolci occhi viola. «Se vi amassi?» ripeté lei. «Il mio amore è tutto ciò che mi rimane di cui disporre liberamente. L’uomo che amassi non avrebbe bisogno di pregarmi di diventare sua sposa o di concedergli ciò che gli spetta. Ragnor ha preso quel che avevo serbato per il mio fidanzato; tuttavia mi è rimasto il mio amore da donare o negare a un uomo, come il cuore mi comanda.»”
Bravissima la Woodiwiss a descrivere il loro trovarsi, scoprirsi e, infine, innamorarsi. Penso che sia una vera maestra nel mettere su carta le sensazioni ed i sentimenti:
“«Chissà come ti monteresti la testa se io ammettessi che sei di gran lunga la più bella di tutte, o che faresti impazzire qualunque uomo al punto di fargli dimenticare le proprie convinzioni. Ti gonfieresti di boria, se mi lasciassi sfuggire che sei la più affascinante donna che io abbia mai visto.» La strinse più forte, mentre lei, accecata dalla collera, si dibatteva furiosamente contro di lui. «Potresti perfino diventare tanto presuntuosa da pensare che io non mi rivolgerò mai a un’altra donna perché ti considero la più attraente di tutte. Per questo non ti dirò nulla di simile, e ti faccio un favore. Il tuo cuore potrebbe intenerirsi per me, e io finirei per ritrovarmi con una donna piangente aggrappata addosso quando decidessi di sostituirti con un’altra. Non voglio legami difficili da spezzare. Non innamorarti di me, Aislinn,» aggiunse, come dandole un consiglio. «Mi dispiacerebbe ferirti.» Aislinn lo guardò, gli occhi scintillanti di lacrime. «Non preoccuparti. Sei l’ultima persona in tutto il creato di cui potrei innamorarmi.» Wulfgar sorrise. «Meglio così.»”
…
“«Con tutto quello che ha dovuto subire, ha ancora il coraggio di farmi fronte come fosse una Cleopatra della brughiera. Ha l’abilità di intenerire il mio cuore contro la mia stessa volontà. Come posso rifiutarla, quando mette a nudo la propria anima e cerca di raggiungere le profondità del mio onore? Lei sfida le mie ire per intercedere tra me e la sua gente e mi spinge ad agire in un modo quando io avrei fatto altrimenti.» Si massaggiò la fronte, come se fosse dolente per l’intensità delle sue riflessioni. «Tuttavia, a volte mi ritrovo a desiderare che lei…» «Che lui mi prometta la sua fedeltà.» Aislinn sospirò, guardando la luna splendente sulla brughiera. «Se solo potessi essere certa del suo amore, sarei una donna felice. Ma che cosa posso fare per legarlo a me, dal momento che gli basta prendermi tra le braccia per abbattere ogni mia resistenza? I suoi baci mi privano della volontà.»”
In ultimo, quando ormai l’amore è venuto alla luce e non ci sono più ostacoli alla felicità le parole che fa dire a Wulfgar sono scolpite a fuoco nel mio cuore:
“ Wulfgar le sorrise. «Sarà quel che Dio vorrà mandarci, amore mio. Se avremo un figlio, sarà l’erede di queste terre, e se avremo una figlia, voglio che abbia i tuoi capelli da strega per tentare tutti gli uomini come tu hai fatto con me.» Girò la testa e le baciò l’incavo del gomito. «Tu hai cambiato la mia vita, Aislinn. Rifiutavo ogni legame, e tu mi hai fatto pronunciare i voti cantando, pur di non perderti. Non facevo mistero della mia parsimonia, e tu non hai mai chiesto nulla, e ora spenderei anche la vita per un tuo desiderio.» L’uomo rise con una punta d’amore.”
…
“In lui si fece strada una nuova consapevolezza: quella era la sua gente, e lui era responsabile di ognuno di loro. «Tutti loro si rivolgeranno a me ogni volta che sorgeranno difficoltà,» sospirò. «Non devo deluderli.» L’oscurità stava calando lentamente, e lui guardò pensierosamente la tomba al suo fianco. «Ora ti capisco, vecchio. Ora so che cosa hai provato quando sei uscito ad affrontare Ragnor. Io avrei fatto lo stesso.» Raccolse un fiore di campo e lo posò accanto a quelli che Aislinn aveva lasciato il giorno prima. «Riposa tranquillo, vecchio. Io farò del mio meglio per la nostra gente e per tua figlia. Se Dio vorrà, sentirai i piedi di molti nipotini calpestare queste zolle, e quando io verrò a raggiungerti ci stringeremo la mano come fanno due amici.» Restò ancora a lungo al riparo dell’albero.”
Chi non vorrebbe un uomo così?
Naturalmente non mancheranno ostacoli da superare quali ex fidanzati, vecchi nemici pericolosi, sorellastre invidiose. Dalle tinte fosche iniziali del romanzo si va degradando sempre più verso tinte più calde. Dalle lapidarie parole iniziali si passa a parole d’amore cariche di significato. La vita di entrambi verrà scossa, persino capovolta ad un certo punto, fino ad approdare al finale. Un finale che, come sempre nei romance, porterà via ogni nuvola dall’orizzonte e lascerà in bocca solo il sapore dolce della favola d’amore.
Naturalmente ho omesso tutto ciò che interviene a “disturbare” la storia dei nostri due protagonisti. Non mi sembrava giusto, sebbene sia un romanzo datato, fare qualcosa che potesse guastare il piacere della lettura.
Se non si fosse capito, vi consiglio assolutamente di leggerlo: non ve ne pentirete!
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