Recensione: L’imbalsamatore di Alison Belsham
Data di pubblicazione: 01 Aprile 2021
Ciao, Fenici! La lettura di questo libro è stata decisamente “un parto lungo”. L’ho iniziato attratta dall’invitante copertina, un gufo che ti fissa con inquietanti occhi gialli, poi l’incipit ha stuzzicato la mia curiosità:
Istruzioni per la mummificazione
Occorrente:
1 cadavere
1 tavolo da imbalsamatore con almeno quattro supporti a croce rialzati
20 litri di vino di palma
1 ago ricurvo
Ciotoline e recipienti secondo le necessità
Diversi stracci di lino
1 lama d’ossidiana
[…]
L’utente potrebbe incontrare difficoltà nel reperire questi materiali. In caso di necessità, si consiglia di utilizzare l’alternativa più similare, con l’avvertenza che ogni sostituzione potrebbe pregiudicare il processo
(tratto dal libro)
Super accattivante vero? Invece, dopo i primi capitoli, mi sono persa… Non capivo i personaggi, non riuscivo a immaginarmeli e facevo fatica a captare i legami tra loro. È stato un po’ come partecipare a una festa dove tutti si conoscono, ma tu non conosci nessuno. Mi sono demoralizzata e ho interrotto la lettura. Dopo qualche ricerca, però, ho capito che si trattava del terzo volume di una serie, quindi ci stava il mio essere spaesata. Mi sono rimboccata le maniche e ho letto anche gli altri due, terminando poi con questo. La mia visione è drasticamente cambiata! Il mio consiglio spassionato, per apprezzare al meglio questa lettura, è di iniziare dal primo come ho fatto io, altrimenti parecchi collegamenti vi resteranno oscuri.
Dopo le istruzioni iniziali d’imbalsamazione ritroviamo subito Gavin Albright, promosso da semplice poliziotto a investigatore, per merito delle prodezze compiute nel precedente caso, capeggiato dall’ispettore Francis Sullivan. Deve accorrere a casa di Marni Mullins, dove c’è stata una segnalazione per violenza domestica. C’è in corso un pesante litigio tra Thierry, il suo ex marito, e Paul, il di lui fratello gemello con un passato misterioso in comune con la donna. Nei libri precedenti la storia tragica viene diverse volte accennata, qui invece riusciremo finalmente a sapere di preciso che cos’è successo nel periodo in cui tutti e tre si sono incontrati in Francia, più di vent’anni prima.
Da subito la narrazione si divide in due vicende parallele: in una assistiamo al ritrovamento di un cadavere mummificato nel museo di storia naturale di Brighton e agli sforzi di Francis per catturare il killer soprannominato dalla stampa “L’imbalsamatore”, mentre nell’altra lo vediamo impegnato a cercare di scagionare la sua vecchia fiamma, Marni, da una pesante accusa di omicidio.
Il thriller è ben congegnato, tutti i tasselli alla fine trovano il loro corretto incastro. Anche se, devo ammettere, ho trovato il finale un po’ troppo rocambolesco per i miei gusti, forse più adatto per una visione al cinema. Anche la costruzione della figura dell’assassino, sebbene molto interessante, a volte è poco verosimile, sempre più cinematografica che romanzata.
Il libro è, però, molto piacevole da leggere, il POV alternato dei personaggi rende la narrazione dinamica e incalzante, anche se a volte tende un po’ a confondere, infatti i protagonisti della storia sono diversi, quindi a volte mi dovevo concentrare un attimo per capire di chi era il punto di vista. Dato che si tratta del terzo volume, Francis, Marni, Rory, Alex, Gavin e anche il giornalista rompiscatole Tom Fitz sono completamente caratterizzati, si conoscono già pregi e difetti, e si sa già come tenderanno ad agire, anche se qualcuno forse vi stupirà cambiando il suo modus operandi.
Come al solito, è veramente complicato recensire un thriller senza rovinare l’effetto sorpresa. Quindi vi consiglio semplicemente di leggerlo (insieme agli altri due, mi raccomando!), perché, per gli amanti del genere e non solo, vi regalerà sicuramente ore molto piacevoli.