RECENSIONE: Lo zingaro del SoBro di JD Hurt
Sono nato per servire la patria. Dovevo essere degno delle Tigri d’Arkan; per farlo ho creato un impero mafioso. Poi sono comparsi loro nella mia vita: Eva e Rodrigo. I miei schiavi. Un regalo di mio padre, un’ossessione. Tutto il resto è svanito. Finché ho dovuto cederli e il mio mondo è crollato.
Mi chiamano lo zingaro del SoBro, perché vengo dai Balcani. Ma sono solo un uomo a metà senza i miei schiavi. Devo riaverli; per farlo non guarderò in faccia nessuno. Neppure la Serbia.
Sono nata per essere una donna bosniaca libera. A mia insaputa hanno fatto di me la schiava di un serbo; e la mia vita è crollata portando con sé la fede religiosa. Sono divenuta l’amante di due uomini. Ora che sono riuscita a scappare, devo ritrovare me stessa, la mia moralità. Ma riuscirci è impossibile. Non si sfugge al destino. Il mio destino sono loro: Darko e Rodrigo.
Sono nato per amare una donna. Avevo tutto: la ragazza perfetta, la mia gang di Toros Locos, una vita in Colombia che mi faceva sentire un re. Eppure mancava qualcosa. Mancava lui. L’uomo che ci ha rapito. Ora non posso più farne a meno. Devo avere la perfezione: la mia donna, lui. Il nostro schiavista: Darko Ilievic.
Darko, Eva, Rodrigo. Quando l’amore abbatte le regole della guerra e della mafia.
“Non credere nemmeno per un istante che sia pentito per ciò che ti ho fatto. Per ciò che vi farò. Il dramma è quando vi lascerò liberi. Il dramma è stato perdere quella figlia. Mai farla. Né ti permetterò di pensare una follia del genere. Non vi concederò un cazzo di niente, perché anche se il vostro posto non è con me, farò in modo che vi sentiate a posto solo con me”
Aspettavo questo secondo volume con ansia, dato che il precedente aveva concluso la storia del Conte di Long Island lasciandoci, però, con la sparizione di due protagonisti a cui mi ero affezionata. Ricordo che, pur essendo possibile leggere questo secondo volume singolarmente, per capire pienamente i fatti è consigliata la lettura in sequenza. In particolare, nel romanzo si riprende la traccia mafiosa delineata nel primo volume, approfondendo i legami tra le famiglie serbe e bosniache da cui discendono i protagonisti.
Lo Zingaro del SoBro si concentra su un trio di protagonisti: parliamo quindi di ménage… e che ménage! Il modo in cui Darko, Eva e Rodrigo sono legati è decisamente particolare: è infatti Darko, ragazzino serbo addestrato dalla tenerissima età alla mafia, alla guerriglia e all’indottrinamento razzista, a essersi infilato nella relazione tra i due giovani, reclamando per sé un rapporto, una dipendenza, un’ossessione tutte da costruire. È brutale il modo in cui si arroga il diritto di avere Eva e Rodrigo: il padre gli ha concesso, infatti, di possederli come suoi schiavi.
Come già in altri romanzi dark piuttosto tosti, JD Hurt ha buttato sulla griglia una tematica forte e dolorosa: tirare in ballo serbi e bosniaci ha richiamato alla mente fatti storici scabrosi, ricordando una guerra e delle brutalità inumane: violente, truci, macabre ma soprattutto perverse. E i personaggi che troviamo nel romanzo incarnano pienamente questa forma mentis, la perversione, la mancanza di umanità, la devianza di chi attribuisce maggior peso alla razza che all’essenza umana.
Alla fine del precedente volume avevamo lasciato i due schiavi separati e in pericolo, in mano a gruppi mafiosi contrapposti. Fin da subito, e per tutta la durata del romanzo, l’intento di Darko sarà quello di recuperarli per poter finalmente vivere insieme.
Darko, Eva e Rodrigo sono legati da qualcosa di torbido e, nonostante le premesse, tra loro non si tratta solo di violenza, ma anche attrazione, perversione, masochismo, passione per la carnalità con cui i rapporti vengono consumati. I due sottomessi sono attratti dal rapporto che è stato instaurato, pur odiando il modo in cui è stato instaurato e sentendosi in colpa per le proprie preferenze sessuali particolari.
Se nelle pillole trovate nel primo volume della serie avevamo notato delle insicurezze sulla loro unione, arriveremo finalmente a un amore riconosciuto e desiderato, un amore costantemente ostacolato da una complessità di intrighi mafiosi e familiari, da ricatti e rapimenti e violenze, con l’intromissione di parentele, figli illegittimi, figli rubati, figli promessi in schiavitù, che di fatto impediscono ai nostri tre ragazzi di sublimare il loro legame.
Tantissimi fili strategici si intrecciano nella lotta per il potere: una sottotrama gialla notevole, complicata ma anche ben spiegata. Un romanzo quindi ben dosato sia nei momenti di suspense, di adrenalina, di tensione, ma anche nei momenti intimi e più statici ed emotivi.
Come dicevo, consiglio la lettura del primo volume, ma sappiate che, in ogni caso, tutte le pedine sulla scacchiera vengono riepilogate e descritte, facendo sì che sia sempre chiaro quali e quanti personaggi sono ancora in grado di compiere la loro mossa vincente.
L’epilogo conclude amaramente la storia di questo grande amore che finalmente si è ricongiunto, e ci lascia col cuore strizzato.
Un finale agrodolce, ma purtroppo (per una romanticona come me) ben cucito: una discesa lenta, calata sul personaggio, come se all’epilogo uscito troppo romance avessero aggiunto un graffio insanguinato. L’estremo richiamo al carpe diem, al vivere la giornata perfetta fino in fondo.
Così come ho trovato perfetto il modo in cui il consolidare l’affetto per le persone che si amano è stato capace di valorizzare e sublimare il dolore, portandolo a dare significato a un nuovo equilibrio.
L’intensità emotiva della lettura è notevole. È un romanzo molto erotico, carnale, spregiudicato, torbido, che sperimenta forme di sessualità particolare. Rispetto ad altri dark, tuttavia, ho trovato meno oscurità: un amore reciproco fortemente ostacolato su molti lati. Fra i protagonisti si tratta sempre di sesso voluto, desiderato e goduto. D’altro canto, non tutto si riduce alla relazione tra Darko, Eva e Rodrigo: indagheremo sulla sofferenza del loro passato e su altri personaggi deviati, capaci di torturarli in vario modo.
Assegno due asce di violenza, quindi, sia per le brutalità legate alla mafia, sia per l’intreccio con vicende personali e storiche piuttosto pesanti.
La storia nel complesso non è finita, perché rimangono in sospeso altri due libri, uno su Claudio e uno su Carlos. Saranno tutte vicende nuove che proseguiranno il filone mafioso.
“Io li amo. Li amo a dispetto della guerra. Li amo come un cecchino il suo fucile, li amo come la lametta sulla pelle di un masochista. Li amo a dispetto dell’orgoglio, della patria, del passato, dei tuoi stupidi magheggi per rendermi un vero uomo. Li amo così tanto che sono persino disposto a svendere me stesso. Prenditi il SoBro, le piazze di spaccio, i terreni dell’Eur. Prenditi tutto; gioca a fare il terrorista, ma dammi mia figlia, i miei amanti e ti giuro che rinuncerò persino a vendicare mia madre.”