Recensione: “L’ultimo cavaliere” di Stephen King (La torre nera 1)
Una saga fantastica, ambientata in un mondo di sinistre atmosfere e macabre minacce, che appare come lo specchio oscuro di quello reale. Qui, in uno sconfinato paesaggio apocalittico, l’eterno, epico scontro fra il bene e il male s’incarna in uno dei più evocativi paesaggi concepiti dall’autore: Roland di Gilead, l’ultimo cavaliere, leggendaria figura di eroe solitario sulle tracce di un enigmatico uomo in nero, verso una misteriosa Torre proibita.
“L’ultimo cavaliere” è il primo volume della Saga “La Torre Nera”, un fantasy horror che Stephen King ha pubblicato nel lontano 1982. Ricordo che molti lettori gli scrivevano lettere per chiedergli se, prima di morire, avrebbero mai avuto l’onore di riuscire a terminare la lettura di questo classico fantascientifico. Ebbene sì, la saga ha avuto termine con il libro “The Dark Tower” nel 2004, e lo scrittore ha anche pubblicato un libro aggiuntivo, una novella diciamo, fra i libri numero 4 e 5, nel 2012. Quindi una Saga di ben 8 libri, di cui questo è il primo. Pubblicato nel 1982 come romanzo breve, ma rivisitato ed ampliato – con l’aggiunta di una prefazione dell’autore – nel 2003. Da non dimenticare che la serie di romanzi è anche sfociata in una miniserie a fumetti.
L’opera è stata scritta prendendo ispirazione dal poema “Childe Roland alla Torre Nera giunse” di Robert Browning. All’interno si trovano anche altri riferimenti a libri, canzoni o film, progredendo con la lettura. Così come alcuni dei personaggi faranno capolino in altri capolavori pubblicati durante la carriera dell’autore.
Nonostante io abbia letto la versione rivista, continua a rimanere il volume che mi è piaciuto meno della Saga. Forse perché scritto in giovane età, e quindi da un King più acerbo, con uno stile differente, ma anche perché – come accade sempre con questo autore – i colpi di scena iniziano da metà libro in poi, quindi questo volume lo vedo come un’anticipazione, un antipasto della storia, che verrà narrata (anche se un ottimo antipasto ovviamente!).
L’uomo in nero fuggì nel deserto e il cavaliere lo seguì.
Nella prima frase del libro si incontrano due personaggi della saga, quelli che saranno il perno della stessa. A loro se ne aggiungeranno altri nel corso di pagine ed avventure, in uno sconfinato paesaggio apocalittico.
Roland Deschain di Gilead è l’ultimo pistolero rimasto nel Medio-Mondo dopo che le Baronie sono collassate, la sua unica missione è trovare la leggendaria Torre Nera per fermare l’uomo in nero. Come dice Roland: il Mondo è “andato avanti”. E soltanto lui può cercare di fermarlo. Il nome dello stregone verrà svelato soltanto verso la fine del libro, unendo flashback sul pistolero e sulla sua vita prima che diventasse tale. Questo primo libro è un’infarinatura di quello che sarà il viaggio, con le sue speranze, ma anche con le atmosfere sinistre, le macabre minacce e la morte costante. Un mondo ricco di magia, decadente e con un tocco western. Diverso dal nostro, ma basta un passaggio, una porta, per metterli in comunicazione. Jake alla stazione di posta ne è la prova.
Un libro (anzi, tutta la Saga) in cui nulla è come sembra, e solo continuando a sfogliare le pagine si riuscirà ad avere una visione complessiva. Un epico scontro fra il bene ed il male. Quest’opera di King per me è davvero bella ed interessante, le ore sono volate leggendo questo fantasy diverso dal solito, e vi consiglio caldamente di leggervi tutta la Saga. Ho vissuto con tutti i personaggi, ho viaggiato con loro, ho pianto, riso, ho avuto paura e sono morta in alcune occasioni, per poi tornare ad essere libera.
E voi? Cosa aspettate ad avventurarvi nel Medio-Mondo?
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