Recensione: “Luna di primavera” di Mariangela Camocardi
Quando Riziero Manfredi scopre l’infedeltà della giovane moglie, la delusione è tale da indurirgli il cuore. Era certo di aver incontrato la donna perfetta e invece la bellissima Nives non ha esitato a tradirlo con un tipo squattrinato, incurante dello scandalo. Con molta amarezza e per evitare altro disonore sul buon nome della propria famiglia, si adatta a quel matrimonio di facciata per salvare almeno le apparenze. Riziero è ormai un uomo disincantato che ha smesso di credere all’amore, ma si rende conto di essersi sbagliato il giorno in cui Isabella, la cugina di Nives destinata al convento, entra prepotentemente nella sua vita…
Il meraviglioso made in Italy di Mariangela Camocardi si distingue ancora con questo romanzo storico collocato sullo sfondo dei moti di Milano del 1898.
Questa è una storia d’amore nata per caso, in un’ambientazione d’epoca e con dei presupposti impensabili per un uomo e una donna il cui destino amoroso è già designato.
Il protagonista è Riziero Manfredi, un uomo irreprensibile e d’onore, fresco sposo dell‘infida Ines, una donna bellissima della quale è innamorato. L‘idillio però dura poco e i sogni d‘amore di Riziero vengono infranti già nella prima notte di nozze, quando scopre che la sposina è una donna spregevole, che ha ingannato tutti fingendosi pura e innamorata ma che effettivamente ama un altro uomo al quale ha donato la sua verginità.
La realtà che si trova ad affrontare Riziero è ancora più abietta poiché Ines gli rivela che non ha nessuna intenzione di interrompere la tresca e di voler continuare la frequentazione con l’amante.
La nostra protagonista compare quando Ines dichiara al marito di aspettare un bambino e di aver bisogno dell‘aiuto di sua cugina Isabella, una novizia in procinto di prendere i voti come monaca di clausura.
Questa prepotenza indispettisce parecchio Isabella che, ben conoscendo sua cugina, è consapevole di essere vittima dei suoi capricci e mal volentieri è costretta a recarsi a Milano.
I presupposti per una storia d‘amore dal profumo antico e con un clichè mai fuori moda ci sono tutti. I protagonisti sono intriganti, fantasiosi e ben caratterizzati, forse un po’ troppo sopre le righe per il contesto storico ma, considerando che con la fantasia tutto è consentito, ci sta.
Come potranno mai interagire un uomo disilluso dall‘amore e con tanti grattacapi da risolvere e una novizia agguerrita e con poca stima degli uomini? Ebbene si, anche Isabella è reduce da una brutta esperienza amorosa e per questo si trova in procinto di ritirarsi in convento.
La suorina è una donna per bene e con grandi principi morali, inizialmente paladina della causa della cugina che le riempie la testa di bugie ma ben presto rinsavita dalla realtà dei fatti, si ritrova ad ammirare Riziero e forse anche a provare un altro tipo di sentimento. Questo idillio nasce pian piano dalle macerie di un‘esistenza di solitudine e bisogno d‘amore e, anche se tenuto a bada, inevitabilmente esplode. Come al solito la penna di questa scrittrice non mi ha delusa e con la sua scrittura fluida e coinvolgente mi ha nuovamente ammaliata. Lo consiglio, buona lettura.