Recensione: “Per una macchia di caffè” di Antonella Pellegrino
Danny è un sognatore romantico e non desidera altro che trovare il vero amore. Sfortunatamente, però, si ritrova sempre con il cuore spezzato.
Dopo l’ultima storia finita male, promette a se stesso di prendersi una pausa dalle relazioni serie. Almeno, fin quando alla Hills Company non arriva Ethan Coase, per il quale Danny si prende una cotta pazzesca.
Peccato che Ethan, il ragazzo più asociale che abbia mai conosciuto, sembri non voler avere niente a che fare con lui, né con nessun altro.
Ethan si ritiene un ragazzo spento, rotto. Dopo essere stato vittima di un’aggressione omofoba è totalmente cambiato: se prima era espansivo e allegro ora è timido, insicuro e introverso.
Quando inizia a lavorare alla Hills Company, Ethan conosce Danny, un ragazzo solare, simpatico e dal sorriso smagliante. Il trauma che si porta dietro da due anni, però, non gli dà il coraggio di farsi avanti o dirgli almeno “ciao”.
Fin quando i due si scontrano nel corridoio dell’azienda e il caffè di Ethan macchia la maglia di Danny.
Da quel giorno la vita di Ethan prende una svolta inaspettata e Danny non riesce a mantenere la sua promessa.
È difficile assegnare una categoria a questo romanzo.
Si tratta di un erotico (perché le scene di sesso sono varie e dettagliate, anche se non volgari né scabrose), ma è anche la storia di una rinascita, e una bellissima storia d’amore. Una storia molto dolce e sofferta, così come si annuncia già dalle prime pagine, in cui Danny viene presentato come alla ricerca dell’amore vero, nonostante i tanti fallimenti finora collezionati.
La sorpresa è che proprio lui, che dovrebbe essere la parte fragile di una ipotetica coppia, perché sognatore e vittima dei suoi sentimenti, rappresenta invece il pilastro a cui Ethan si appoggia.
Ethan… che cosa non è, Ethan?
Ethan è un ragazzo allegro, intraprendente, dominante, spiritoso, pieno di vita… ma non in questo romanzo. Lo era due anni fa, prima che succedesse qualcosa di davvero brutto.
Ethan ora è traumatizzato: convive con continui attacchi di panico e ha la fobia dei luoghi affollati e degli sconosciuti. Ethan non vive più, e non gli è rimasto nessuno, se non la madre, con cui confidarsi e combattere la depressione.
Con la sua empatia, la sua dolcezza, il suo saper stare in ombra o spingersi con delicatezza, Danny è proprio ciò che serve al giovane Ethan, che nel corso della storia si svela sempre di più e abbatte le sue insicurezze.
Non sono esperta di traumi, per cui mi è difficile stabilire quanto siano credibili i cambiamenti, talvolta molto repentini, nell’atteggiamento di Ethan durante il processo di guarigione. Nonostante questo dubbio, il percorso con cui mr. Hyde lascia il posto al dr. Jekyll, il modo in cui il vero Ethan viene riscoperto e riportato alla luce, è molto bello.
Trovo che sia molto riuscito anche il legame tra Danny e il suo gruppo di amici, aspetto che è stato approfondito rispetto al primo volume della serie, che si occupava di un’altra coppia (vedi riferimenti sotto). Un’amicizia storica e vera, così intima da costituire una seconda famiglia. Solitamente non amo troppo la figura degli “amici” nei romanzi (anche perché, diciamocelo, solitamente sono quelli che danno i consigli sbagliati), ma qui è un aspetto che funziona molto bene; il gruppo regala un sacco di momenti spassosi, ma li alterna anche ad altri più profondi e riflessivi. A differenza di altre storie, poi, gli amici costituiscono un elemento intrinseco della storia, della personalità di Danny, e hanno una funzione precisa nel percorso di crescita di Ethan.
È un libro lunghetto, la previsione nel kindle era di 8 ore (514 pagine), e nonostante questo l’ho letto praticamente di filato, tanto è accattivante.
Parte un po’ lentamente, e magari qualche riflessione personale (siamo in prima persona alternata, e i protagonisti si rivolgono al lettore in modo esplicito) oppure qualche scena (un paio di quelle hot, ad esempio) potrebbero essere considerate superflue per chi come me è un po’ minimalista. Del resto, non appena la storia si scalda non si riesce più a mollarlo, e gli eccessi vengono bevuti senza neppure accorgersene.
Ci sono un po’ di volgarità nei dialoghi e nei pensieri, a volte ho avuto la sensazione che fosse solo una scorciatoia per caratterizzare in modo più virile i personaggi maschili, e avrei preferito che fosse fatto in modo più raffinato. In ogni caso è certamente un libro che consiglio, soprattutto alle inguaribili romantiche e sognatrici che cercano anche qualcosa di piccante, e a chi ama i personaggi complicati che dentro hanno un mondo tutto da scoprire.
Un po’ freddo come saluto dopo una serata simile, ma posso capirlo. Capisco che Danny non sappia mai cosa fare con me. Un po’ come un fottuto elefante in una fottutissima stanza piena di cristalli, eh?
«Danny,» lo chiamo allora, la mano sinistra che va a coprire la sua sul cambio.
«Sì?»
«Non devi trattarmi sempre come se fossi una bambola di porcellana.»
«Io non…»
«Lo fai,» lo interrompo girandomi completamente verso di lui. «E a una parte di me, una parte molto grande, piace. Ma (…) non darti freni che non ti lasciano essere te stesso.»
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