Recensione: “Macchine Mortali” di Philip Reeve
Buongiorno Fenici! Oggi Nayeli ci parla di “Macchine Mortali” di Philip Reeve
DA QUESTO ROMANZO IL FILM DI PETER JACKSON, NELLE SALE DA DICEMBRE 2018
In un futuro prossimo post-apocalittico, in seguito a un olocausto nucleare che ha causato terribili sconvolgimenti geologici, le città sono diventate enormi ingranaggi a caccia di altre città di cui cibarsi per sopravvivere. Tom, giovane Apprendista Storico di Terza Classe, lavora nel museo di Londra, una delle città più potenti. Un caso fortuito porta il ragazzo a sventare il piano omicida di Hester, una giovane orribilmente sfigurata che attenta alla vita del capo della Corporazione degli Storici, l’archeologo Valentine. Prima che la misteriosa ragazza si dilegui, Tom riesce a farsi rivelare la sua identità. Ma, da quel momento, da eroe si trasforma in preda.
La vera e propria avventura di Tom inizia nel momento in cui viene spinto fuori dalla città di Londra insieme a Hester. Ne passeranno di tutti i colori insieme e, anche se il suo obiettivo finale rimane quello di tornare a casa, dovrà fare i conti con molte altre necessità più urgenti che lo costringeranno a scappare da un imprevisto all’altro per restare in vita. Nello stesso tempo, dentro la città di Londra la figlia di Valentine si improvvisa investigatrice e diventerà un’altra protagonista importante della vicenda.
Anche se è stato definito uno Young Adult, ho trovato davvero poco di questo genere letterario. È vero che i protagonisti sono sedicenni, ma chi cerca anche un po’ di romanticismo non ne troverà. Ci sono due piccoli accenni a un innamoramento, ma sono trattati con la fretta di chi ha voglia di passare a cose più interessanti.
Erano quelle le emozioni che si provavano quando si era innamorati? Non un sentimento straordinario e travolgente che riconoscevi immediatamente, come quello che si leggeva sui libri, ma una sensazione lenta, dolce, che ti scivolava addosso come un’onda morbida, finché un giorno ti svegliavi e ti ritrovavi innamorato cotto di una persona del tutto inaspettata, come un Apprendista Ingegnere?
Non sono stupita di sapere che da questo libro è stato tratto un film. È adrenalinico, il ritmo è molto veloce, ci sono molti cambi di scena e continui slittamenti che spostano gli obiettivi dei personaggi su vicende sempre più incalzanti. L’ambientazione è surreale ma coerente; non così “tecnica” da risultare credibile a un lettore rigoroso, ma sufficientemente suggestiva da coinvolgere gli adolescenti o gli eterni bambini.
Devo ammettere che, pur amando i distopici per adulti, ho scoperto di non essere adatta a questo romanzo con connotati più adolescenziali. Il ritmo incalzante e gli eventi continuamente rimessi in gioco mi hanno disorientata, e ho avvertito invece l’affinità con il bisogno di stimoli continui tipici della generazione Z. Ad ogni modo, la bravura dell’autore e la scorrevolezza della trama sono indiscutibili.
Il finale, nonostante tensione fosse al suo massimo, è stato invece totalmente deludente. Senza fare spoiler, basti dire che ho trovato accadimenti poco credibili o solo parzialmente necessari, inseriti solo per aumentare il pathos.
Il mio giudizio è influenzato quindi sia dai gusti personali, sia dalla difficoltà nel trovare credibili certi passaggi, e infine sulla delusione che ho provato nelle ultime pagine. Ciò non toglie che sia una lettura interessante, che, vi ricordo, è possibile provare anche nella versione cinematografica.
Tom la guardò e vide, più chiaramente che mai, l’occhio gentile e timido di Hester che si affacciava dietro l’orrenda maschera del suo viso. Le sorrise con un calore tale che lei arrossì (o almeno, la sua faccia si coprì di macchie rosse e la cicatrice si imporporò).