Recensione: “Magisterium. La maschera d’argento (Magisterium #4) di Holly Black e Cassandra Clare
La vita di Callum Hunt è a pezzi. Il suo segreto è stato svelato al mondo. Aaron, il suo migliore amico, è morto. Alex, la spia del nemico, è riuscito a fuggire. E ora Call si trova a vivere dietro le sbarre, chiuso in una cella, bandito dal resto della comunità magica per ciò che è… o meglio, per ciò che potrebbe diventare. Una speranza di libertà ci sarebbe. Ma tutto ha un costo, e lui non sa se è disposto a pagarlo. Riuscirà a trovare dentro di sé la forza di non tradire i suoi amici e gli insegnanti? O correrà il rischio di distruggere tutto ciò che nella vita ha di più caro? Nell’anno d’argento al Magisterium sarà tutto diverso da prima…
Quando le penne di due autrici come Cassandra Clare e Holly Black s’incontrano, ecco che ne viene fuori un romanzo dalle caratteristiche uniche e dagli sviluppi che nessuno oserebbe immaginare… o almeno è quello che è accaduto a me dopo aver voltato l’ultima pagina de “La maschera d’argento”.
Parto subito col dire che questo quarto capitolo, rispetto ai precedenti, è breve… forse un po’ troppo (dato che l’ho letto nel giro di quattro ore).
Callum Hunt, il nostro protagonista, è nel Panopticon, un carcere di massima sicurezza, con l’accusa di omicidio: secondo il Magisterium sarebbe responsabile della morte del suo migliore amico Aaron, e di essere la reincarnazione del Nemico della Morte, Costantine Madden.
Trascorre sei mesi in prigione, tra interrogatori e minacce verbali, e nessuno dei suoi amici, né tantomeno il padre Alaistair o Magister Rufus, vanno a fargli visita. Ciò insinua nel ragazzo il dubbio che anche loro siano dello stesso parere dell’Assemblea dei Maghi.
Riuscirà Callum a proteggere le persone che ama o lo vedremo trasformarsi gradualmente in colui che sostiene di non voler mai diventare, ossia il Nemico della Morte?
Call è il mio protagonista ideale, uno che non si prende mai sul serio nonostante la gravità della situazione. Anche in questa nuova avventura, il giovane mago è sempre meno sicuro di chi sia realmente: è una brava persona o le sue azioni vanno annoverate nella lista delle cose che farebbe un Sire Malvagio?
Al suo fianco avrà ancora gli amici, Tamara che escogita il piano di fuga e Jasper, che è sempre il solito Jasper (sarcastico e abbastanza irritante).
«Allora, come te la passi nel buon vecchio Panopticon?» gli chiese Jasper, guardandosi intorno. «Ha un aspetto parecchio, uhm… asettico, questo posto, hai conosciuto qualche criminale, vero? Ti sei fatto un tatuaggio?»
«Fai sul serio?» disse Call. «Sei venuto fin qui per chiedermi se mi sono fatto un tatuaggio?»
«No» ammise Jasper, abbandonando la parte. «Sono venuto perché, be’… Celia mi ha mollato.»
«Cosa?» Call era meravigliato. «Non ci posso credere.»
«Lo so!» disse Jasper. «Non posso crederci nemmeno io!»Si accasciò sulla scomoda sedia dei visitatori. «Eravamo una coppia perfetta.»
Call avrebbe voluto poter raggiungere Jasper per strangolarlo.
«No, volevo dire che non riesco a credere che tu abbia affrontato sei controlli e una perquisizione corporea potenzialmente molto imbarazzante solo per venire qui a lamentarti della tua vita amorosa!»
«Sei l’unico con cui posso parlare, Call» disse Jasper.
«Forse perché sono incatenato al pavimento e non posso fuggire?»
«Esattamente.»
Il romanzo è un vero e proprio mix di magia e azione con in aggiunta una piccola dose di romanticismo che però fatica a svilupparsi.
Lo stile delle due autrici è sempre molto scorrevole e, forse, questa volta, l’influenza della Black si è fatta sentire meno rispetto ai volumi precedenti. Lo zampino della Clare mi è sembrato più palpabile.
Unica pecca che ho riscontrato riguarda l’ultimo scontro: poco dettagliato e troppo frettoloso. Il finale, invece, lascia il lettore nella suspense e con la voglia di avere subito tra le mani il volume successivo.
Concludo consigliando il romanzo a tutti gli amanti del genere Young Adult Urban Fantasy e a chi cerca una lettura dall’ambientazione magica e con un protagonista dall’ironia cupa ma divertente.
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