Recensione: Mai sfiorato di Miss Black
TITOLO: Mai sfiorato
AUTORE: Miss Black
GENERE: Fantascienza, Romance erotico
EDITORE: Little Black Tales
DATA DI PUBBLICAZIONE: 17 Maggio 2022
Vash Cole è uno pseudo-umano. La sua serie di cloni è stata concepita per lavori in condizioni proibitive. Molto più forti degli umani, con un sistema respiratorio più efficiente, abili nel pensiero strategico, i cloni della sua serie hanno però scarse capacità comunicative. D’altronde, quando lavori in una miniera a gravità zero su un asteroide non ti serve saper discutere dei massimi sistemi. Pensa che la sua vita sarà tutta lì, duro lavoro e sempre più acciaio pensante al posto della carne, visto che gli incidenti nello spazio capitano di continuo. Ma l’Assemblea passa una nuova legge in favore degli pseudo-umani e Vash si trova a essere merce avariata, troppo danneggiato per lavorare ancora. Cosa peggiore, i padroni della compagnia mineraria, appartenenti a una nobile e antica famiglia di Teti, la capitale dell’Alleanza, sono costretti a riassorbire in qualche modo gli pseudo ora non più impiegabili nelle miniere.
È così che Vash conosce Galia, la prima persona che gli abbia mai accarezzato una guancia, una che lo tratta da essere umano e vuole insegnargli a vivere in un altro modo, con un po’ di tenerezza. Una donna così in alto da sembrare una vertigine.
C’erano dei momenti in cui era come un grosso animale domestico, desideroso solo di coccole e vicinanza. Galia non riusciva neppure a immaginare quanto dovesse essere stata solitaria la sua vita, fino a pochi giorni prima. Aveva fatto di lui una creatura dai bisogni emotivi semplici, trasparenti, profondi e commoventi. Il suo abbandono completo.
(Tratto dal libro)
Ci troviamo in un mondo fantascientifico e, grazie alle vicissitudini del primo episodio (Progettata per il piacere) la classe dominante ha deciso di liberare gli “pseudo-umani”, una classe sociale subalterna costituita da persone generate con caratteristiche fisiche e caratteriali modificate geneticamente, adatte per svolgere particolari tipi di lavori a cui venivano destinati quali schiavi.
Vash è uno di questi pseudo-uomini, la cui particolarità è quella di essere molto più alto, forte e analitico rispetto ai semplici lavoratori. Lui è anche “intero”, cioè dotato della sua virilità. Con la nuova legge, passa dal fare il minatore al ruolo di “guardia del corpo” (un modo diplomatico per dire “amante”) di Galia, una donna sposata.
La padrona sorrise distrattamente e lo baciò sulle labbra. Piano. Il suo cuore fece una cosa strana, come se avesse saltato un battito. Cole si posò una mano sul petto, confuso. «Tutto bene?» chiese la padrona. «Credo». Lei posò la fronte sulla sua e gli accarezzò il naso con il naso. E poi la sua mano… sulla guancia, tra i capelli. Cole chiuse gli occhi. «Bello».
«Due metri e tre centimetri di completa coccolabilità. Mi chiedo se vi abbiano fatti così apposta».
(Tratto dal libro)
Deliziosamente graffiante la dicotomia tra la fisicità decisamente Alfa e dominante di Vash e la sua estrema fragilità interiore, la sua ingenuità e innocenza emotiva.
Sfruttando i vantaggi dell’ambientazione fantascientifica, Miss Black ha potuto portare agli estremi entrambi questi aspetti: da un lato, non solo Vash è grande e grosso ma anche bionico, dotato di parti in metallo; mentre dal punto di vista emotivo non solo è stato creato senza particolari doti comunicative, ma ha vissuto una privazione affettiva fin dalla nascita, non avendo mai sperimentato la vicinanza e il calore di persone (nato in un vivaio e poi buttato in una miniera priva di relazioni sociali) o allenato le sue capacità interrelazionali o la comunicazione corporea.
Non è un caso che la prima cosa che lo conquista sia una carezza: è il tocco di Galia che lo fa sciogliere tanto da farlo infatuare di lei.
Di nuovo le sue mani tra i capelli, quelle carezze irresistibili, ora più energiche e convulse. Cole sobbalzò e iniziò a svuotarsi ancora una volta. Un senso di liberazione e di piacere fortissimo. Lei che gemeva e chiedeva “più forte”. Il suo cazzo che sembrava andare a fuoco.
Quanto era bella quella cosa. Quant’era incredibilmente bella.
(Tratto dal libro)
Molto bello come viene resa la sua incapacità comunicativa, non solo con dialoghi un po’ sgrammaticati ma anche con gli stessi pensieri nei quali si esprime senza conoscere la terminologia, faticando a esternare perfino a se stesso anche solo il nome dei sentimenti che prova e delle esperienze che vive.
Cole riaprì gli occhi. Inarcò le sopracciglia. «Come? Perdo la testa, quando tu…»
«Quando io?»
Lui richiuse gli occhi. «Quando tu. Sempre».
«Anche ora?»
Cole si alzò sulle ginocchia. Le nocche a terra, si allungò verso di lei. Le sfiorò il collo con il naso e Galia sentì il suo respiro tiepido sulla pelle. «È come… correre. E avere sonno. E il mio cuore pompa fino a toccare il metallo. E non respiro più. E il cazzo mi diventa duro». Galia gli fece scivolare le dita tra i capelli. «Duro che fa male». Le sue dita si strinsero sulle ciocche ispide, mentre Cole le leccava il collo.
(Tratto dal libro)
Naturalmente c’è una componente sessuale notevole che arricchisce la novella: le scene sono molto più di quelle che ci si potrebbe aspettare e tolgono un po’ di spazio alla trama, tuttavia non la privano di un senso logico e di uno sviluppo lungo un arco narrativo sensato e curato.
Nonostante il racconto sia incentrato più sull’aspetto erotico, l’autrice è riuscita a dare con pochi tocchi uno spessore sia all’ambientazione fantascientifica che a quella culturale e sociale di questo nuovo mondo.
Allo stesso modo, anche le caratterizzazioni sono interessanti e precise.
In Galia delle rigidità sociali molto simili a quelle in cui storicamente dovevano far fronte le donne con titoli nobiliari, che erano costrette a sposarsi per interesse, convivono con una passionalità che la dolcezza e il fisico virile di Vash riescono a tirarle fuori.
«Dobbiamo superare questi problemi di comunicazione, Vash. Adesso alzati. Ho intenzione di insegnarti a esprimerti meglio, dato che si è visto che a chiavare sei già capace».
«Scusa».
«Scusa di che cosa? E ti assicuro che dovresti scusarti, ma non di quello che credi tu. Pensi di avermi fatto male, ieri sera?»
«No?»
Galia emise una risata leggera. «No. O meglio, sì, ma solo nell’orgoglio. Non mi piace godere come una cagna con il primo servitore di passaggio.
(Tratto dal libro)
Mi sarebbe piaciuto che in Vash fossero stati messi in risalto, magari in un secondo momento, anche i lati più virili, consoni alla sua fisicità, ma probabilmente non sarebbero stati adatti per il tipo di costruzione del personaggio: lui rimarrà caratterialmente servile e gentile, schiavo del suo amore per lei, non essendo stati progettati nel suo DNA atteggiamenti di tipo differente.
Nel complesso, si tratta di un bel mix in cui tanti ingredienti vengono resi in modo impeccabile. Una storia dai gusti esotici ma anche molto passionali. Tuttavia, le sfumature prevalenti sono la tenerezza, la delicatezza, la sensibilità dei sentimenti di un uomo che sta scoprendo l’affettività.
«È cattivo. Se restavi, faceva male anche a te. E io…» Gonfiò le guance e lasciò uscire lentamente il fiato, come alla ricerca delle parole. Alla fine si limitò a scrollare una spalla. «Posso morire per te. Posso farmi male per te. È normale, in un certo senso. Ma non posso fare male a qualcuno per te, a meno… a meno che non cerca di ucciderti, credo. Quindi è stato… molto meglio così».
«Vash…» Galia si rese conto di avere le lacrime agli occhi e si chinò per deporgli un bacio leggero sul lato del viso. «Vash, sei un uomo libero. Non devi morire per nessuno».
«Tu non sei “nessuno”. Non so che cosa mi è successo dentro. Non mi ero mai sentito così».
(Tratto dal libro)