Recensione: “Il Mercante di Seta” di Liz Trenow
Gli amori proibiti sono sempre i più affascinanti
Ispirato a un’incredibile storia vera
Londra, 1760. La vita di Anna Butterfield sta per cambiare per sempre. Rimasta orfana di madre è costretta ad allontanarsi dalla sua casa natale per essere introdotta nella società londinese. Abituata alla pace del verde Suffolk, la metropoli è fin troppo grande e caotica per lei. In più gli zii sono rigidi e le impongono abitudini consone al loro status sociale. Un giorno Anna, guidata dalla sua passione per la pittura e dopo essere uscita di nascosto da casa, si ferma davanti a un banco di fiori al mercato e si mette a ritrarre ciò che vede. Quel disegno finisce tra le mani di Henri, un tessitore di seta di origini francesi, giunto nella capitale in cerca di fortuna. È l’inizio di un idillio artistico: Henri, colpito dalla bellezza dell’opera di Anna, decide di utilizzarla per le sue nuove creazioni. Eppure il destino di Anna è un altro, lontano dal tormentato mondo dell’arte. Lo zio, infatti, vuole sistemarla facendole sposare un giovane e ricco avvocato. Anna ed Henri dovranno lottare per difendere il loro amore clandestino e le loro aspirazioni.
Ispirato a eventi e personaggi storici realmente esistiti, Liz Trenow fa rivivere un’epoca segnata da persecuzioni religiose, tensioni razziali e rivolte sociali, e dipinge l’appassionante affresco di una storia d’amore travolgente e indimenticabile.
Avendo letto il primo libro di questa autrice sono rimasta piacevolmente sorpresa nello scorrere le pagine del suo nuovo romanzo.
Costruito su una base storica molto appassionante e in un’epoca piuttosto misconosciuta dagli scrittori che vede l’evoluzione della città di Londra come cuore pulsante dell’economia britannica, e con la crescita della prosperità il nascere di malcontenti e proteste dei lavoratori.
E proprio le vicende degli operai, dei padroni e dei commercianti di seta fanno da cornice alle vicende di Anna, una giovane ragazza figlia di un povero pastore di campagna, appassionata pittrice di soggetti floreali. La figura è liberamente ispirata ad Anne Marie Garthwaite che nel 1751 riuscì a creare una fiorente impresa tessile riproducendo i suoi soggetti sulla seta ed è ricordata come colei che introdusse i “Principi della pittura su telaio”.
La giovane donna sarà protagonista di una storia d’amore molto delicata con un giovane aspirante mastro tessitore, del quale diverrà musa ispiratrice decretando il successo del tessuto da lui creato. È stato molto interessante carpire dalle voci dei protagonisti i segreti della lavorazione sulla seta e i complicati meccanismi delle corporazioni dell’epoca.
Vivaci e ben caratterizzati anche i personaggi di contorno: il padre, pastore di campagna ma molto liberale per l’epoca; gli zii, arricchiti dal prospero commercio della sete così ottenebrati dalla scalata al potere sociale; l’anziano Lavalle, padrone di Henri, il povero Guy che per il suo desiderio di giustizia finirà sulla forca; e Charlotte, alter ego di Anna che in un mondo governato da uomini è riuscita a crearsi l’indipendenza economica.
Sopra a tutti, ho trovato la figura di Anna molto attuale: è padrona in un certo qual modo del suo destino, costruendo il suo futuro accanto all’uomo che ama ma nello stesso tempo indipendente, grazie al suo grande talento per il disegno botanico.
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