Recensione: “Una moglie da conquistare” di Simona Liubicich
Sono passati cinque lunghi anni da quando Blaine, moglie del duca di Abercorn, è stata abbandonata quasi subito dopo il matrimonio. Lo scandalo e la vedovanza – il duca era stato creduto morto in circostanze misteriose – l’hanno provata nell’anima e nei sentimenti, rendendola dura e malfidata nei confronti del mondo. Non può credere ai suoi occhi quando una sera a teatro lo intravede in un palco. Un fantasma? Un’allucinazione? Ben presto Blaine si rende conto che non è così.
Damon Hamilton è tornato a casa, deciso a rimediare ai suoi errori e a riprendersi la moglie, ma dovrà fare i conti con una donna, questa volta, una donna caparbia e intelligente che non si fa più manipolare e con qualcosa di molto più grande e potente, qualcosa che nessuno dei due si rende conto ancora di provare: l’amore.
“Non riusciva a pensare ad altro: cinque anni… cinque lunghissimi anni da quando Damon era scomparso dalla sua vita senza una parola, una lettera, un messaggio. Nulla: si era volatilizzato, come fosse stato risucchiato in un luogo misterioso. I giornali avevano riportato la notizia della sua morte dopo che Scotland Yard – dietro sua denuncia di scomparsa – avevano cercato e indagato ovunque. Damon Hamilton, duca di Abercorn, doveva essere per forza morto chissà dove e in chissà quali circostanze. Per questo a lei era toccato, oltre lo scandalo dell’abbandono, anche un affare terribilmente serio: la vedovanza. Per un anno e un giorno, come da etichetta, aveva indossato abiti neri e castigati, il velo a coprire il volto e la vita di un’eremita priva di qualsiasi affare sociale. Non fosse stato abbastanza, dopo il periodo di lutto ne era seguito un altro, di sei mesi e mezzo, in cui aveva potuto concedersi solo polsini bianchi e qualche semplice gioiello. Alla fine di quel calvario, le era stato concesso di indossare abiti normali, ma sempre dai colori tristi. La vita quindi era tornata alla normalità, ma senza scossoni. Blaine aveva pensato che, nonostante tutto, era andata bene così. Damon l’aveva ridicolizzata dinanzi a tutta Londra e alla corte, e lei ancora adesso si sentiva profondamente oltraggiata. Il periodo di alienazione sociale era trascorso in maniera alquanto solitario; era stata allontanata da tutti i salotti che contavano – nemmeno fosse stata una poco di buono – e mortificata dai nobili che la consideravano alla stregua di una ripudiata, seppur di alto lignaggio. D’altronde era la figlia del marchese di Donegall, Pari d’Irlanda, eppure anche suo fratello, unico parente rimastole, quella volta si era irrigidito nei suoi confronti, trattandola come fosse un’appestata.”
Blaine ha solo 21 anni, ma non crede più alle favole da quando l’uomo di cui era innamorata e a cui aveva donato il suo giovane cuore, l’ha lasciata in modo ignobile dopo un mese di matrimonio, non dando più notizie di sé e senza aver vissuto con lei un solo giorno. Dopo averlo fatto cercare in ogni luogo, il Duca di Abercorn, Damon Hamilton è stato dato per morto, e per la giovane moglie è cominciato un lungo periodo di solitudine e di lutto. Guardata con sospetto, troppo giovane per far valere il proprio titolo, la giovane ha visto la nobiltà darle le spalle, persino la sua famiglia. La stessa che in fondo ha venduto lei e la sua dote per poter vantare un Duca come genero, l’ha di fatto allontanata. Ora, dopo cinque lunghi anni e spinta dalla sua unica amica, ha deciso che è il momento di ricominciare a vivere, andando a teatro e cominciando ad uscire da quel palazzo che lei stessa, con grande amore, ha reso bellissimo, e forse, accettando la corte di un uomo che le è sempre stato vicino. Ma ecco che prima della rappresentazione, nel palco di fronte al suo, le sembra di vedere il suo defunto marito. Se in un primo momento le sembra di essere diventata matta, una volta a casa avrà la prova di non esserlo: Damon è tornato per restare ed ha tutte le intenzioni di riconquistare sua moglie.
Blaine aveva 16 anni quando la sua famiglia l’ha promessa a Damon, ma non appena lo vede, il suo romantico cuore si innamora di lui. Il giovane Duca è bellissimo, affascinante e la corteggia con grande maestria. Ma ciò che tutti sanno e che solo lei ignora, è che è oberato da debiti, assuefatto alla droga, frequentatore di ogni bordello di Londra. Ha assoluto bisogno di una moglie ricca, e la sua famiglia è più che disposta a sacrificarla per avanzare nella scala sociale. Ora, dopo essere stata padrona della sua vita per anni e aver sopportato l’ostracismo di una società in cui lei, seppur vittima, è stata giudicata colpevole di chissà quale mancanza nei confronti del marito, non intende sopportare oltre. Il ritorno nella sua vita di quel marito, che ora vorrebbe darle una spiegazione, le è intollerabile, e per liberarsi di lui è disposta a creare un nuovo e più grande scandalo, chiedendo il divorzio. Ma Damon non è disposto ad arrendersi e dovrà lottare duramente per riprendersi la donna meravigliosa che è diventata sua moglie, e nel farlo, dovrà sconfiggere un agguerrito rivale.
Su una trama che in fondo di originale ha ben poco, si muovono i bei personaggi che l’autrice tratteggia con due caratteri forti e tenaci, che riescono, con i loro dialoghi brillanti, a rendere interessante questo lungo racconto che ci parla di un uomo e della sua redenzione. Un uomo che nella vita ha fatto tanti sbagli ma che ha saputo riconoscere la purezza e sentire il desiderio profondo di cambiare per esserne degno, e una donna che, dopo essersi innamorata di un’ illusione ed esserne stata delusa, ora riesce a vedere l’uomo reale con tutti i suoi pregi e difetti, ma anche l’uomo che, pur facendola soffrire moltissimo, non è mai riuscita a scacciare del tutto dal cuore. Romantico, ben scritto, un’autrice che riesce sempre a regalare storici di pregio. L’unica pecca è la brevità e il finale a mio avviso un po’ affrettato: tutto avviene in un attimo e questo mi ha impedito di gustarlo appieno. Questo però nulla toglie alla bravura dell’autrice.
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