Recensione: “Quando tutto il mondo dorme” di J.A. Rock e Lisa Henry
Daniel Whitlock è terrorizzato all’idea di addormentarsi. E non senza motivo: è sonnambulo, e non ha coscienza o memoria delle proprie azioni. Incluso l’aver incendiato la casa di Kenny Cooper, con lui dentro, dopo che Kenny lo ha pestato brutalmente solo perché gay. Tornato nella piccola cittadina di Logan dopo aver scontato la sua pena in carcere, Daniel si isola in una casa nel bosco e ogni sera si incatena al letto.
Come gli altri abitanti di Logan, il poliziotto Joe Belman non crede all’assurda linea difensiva di Daniel. Ma dopo averlo salvato da un incendio di rappresaglia, scopre che il giovane potrebbe non essere quello che tutti pensano, ovvero un assassino, un bugiardo, un pazzo drogato. Bel si impegna a tenere sotto controllo Daniel ogni notte, per il bene della popolazione. Lo trova affascinante, ma cerca di ignorare questi sentimenti.
Eppure, a mano a mano che Bel viene attirato nel mondo oscuro di Daniel, scopre che gli piace avere il controllo. E abbandonarsi a Bel dona a Daniel la sola pace che abbia mai conosciuto. Ma i demoni non lo lasciano stare, e avrà bisogno che il poliziotto li uccida una volta per tutte. Sempre che lui sia disposto a rischiare ogni cosa per stare al suo fianco.
Bel spinse da parte il piatto. “Sai che cosa fai quando tutto il mondo dorme?”
Mi scopo qualsiasi cosa. Uccido gente. Faccio pazzie.
“Parli un sacco. Parliamo un sacco.”
Benvenuti a Logan, piccola cittadina bigotta del Sud degli Stati Uniti, dove ogni posto si raggiunge facendo cinque minuti di strada e non esistono segreti. Tutti conoscono le vicende di tutti. Qui, se sei gay, è meglio non farlo sapere. Se oltre ad essere gay sei un assassino e un sonnambulo?
Per Daniel non è affatto facile vivere a Logan. La sua famiglia lo ha disconosciuto. I suoi concittadini lo odiano e lo temono perché, oltre ad aver ucciso un uomo, ritengono che sia un pazzo drogato. E non importa che l’uomo in questione l’abbia massacrato di botte solo perché è gay. Inoltre, la gente è indignata per la sua linea difensiva. Com’è possibile ardere viva una persona a causa di un disturbo del sonno e per questo tornare in libertà? Nessuno crede che Daniel abbia un reale problema di salute ma, sin da bambino, l’uomo soffre di sonnambulismo. Mentre dorme, dice e fa delle cose di cui non ha alcuna memoria quando è sveglio. Dormire lo terrorizza. Svegliarsi al mattino senza avere coscienza delle sue azioni da sonnambulo lo spaventa anche di più. Per questo vive in un cottage isolato in mezzo ai boschi e ogni sera s’incatena al letto. Ma, poco alla volta, si rende conto che i suoi drastici rimedi per tenersi sotto controllo non sono così efficaci. E inizia fortemente a desiderare il dolore che solo una relazione BDSM gli può dare.
E poi una sera Joe Belman (Bel), il giovane poliziotto locale, salva Daniel da un incendio. Come tutti, Bel non crede alla linea difensiva di Daniel ma, per il bene della comunità, decide comunque di aiutarlo e ogni notte lo sorveglia affinché non lasci la sua casa. In questo modo inizia a conoscerlo, a capire quanto lui sia spaventato, vulnerabile e solo. Comincia a mettere in dubbio ciò che pensava di sapere e, quello che inizia come un semplice dovere, presto diventa amicizia e poi qualcosa di più. Pur non sapendo nulla di BDSM, accetta di stabilire delle regole per Daniel, ma non usa il dolore per controllarlo. Gli piace l’idea di guidarlo, proteggerlo e curarlo; vorrebbe che fosse felice, ma la strada da percorrere è lunga e difficile. E vivere a Logan non aiuta.
Di certo questa non è una lettura leggera. E’ un libro molto intenso, profondo e malinconico che non classificherei come un romanzo BDSM. Nel masochismo di Daniel non c’è nulla di sessuale e nel dolore non prova nessun piacere. Il dolore è solo un mezzo per controllare se stesso.
Consigliato a tutti coloro che cercano una storia ricca di emozioni.
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