Recensione: Mursili – Il figlio del destino di Fleur du Mar
Serie: Il Leone di Pietra #3
Serie: Il Leone di Pietra #3
Autrice: Fleur du Mar
Genere: romance storico
Editore: self
Data di pubblicazione: 3 febbraio 2025
La serie Il Leone di Pietra è composta da:
- vol.1—->Recensione
- vol.2
- Mursili – Il figlio del destino vol.3
Carissime Fenici,
eccoci purtroppo alla conclusione di questa saga che mi ha fatto vivere ore emozionanti immersa in un mondo che non esiste più. La genialità di questa serie è stata infatti di portare a noi fatti realmente accaduti, ma poco conosciuti ai più e renderli “romance”. L’autrice ha svolto un lavoro immenso nel documentarsi, anche perché la bibliografia che tratta questo periodo è piuttosto scarsa.
Siamo nel regno di Hatti, governato dal re Suppiluliuma/Liuma, nella città di Hattusa. Dopo aver seguito le sue gesta e quelle del figlio maggiore, Arnuwanda, ora è venuto il turno del figlio minore, Mursili, che nel precedente volume aveva già dato bella mostra di sé. Nonostante la tenera età, già ci aveva fatto intravedere il grand’uomo che sarebbe diventato.
L’abbiamo lasciato bambino, inviato al regno di Lukka come segno di pace, sebbene per circa nove anni se ne siano perse le tracce. Il romanzo inizia con il suo ritorno alla città natale, non sarà facile però riconquistare la fiducia della famiglia reale a cui appartiene, gli anni di lontananza sono stati troppi e i dubbi sulla sua lealtà sono legittimi. Senza contare che torna con al seguito il giovane Aryan, che non lo abbandona mai e con cui ha un rapporto quasi di simbiosi.
La storia si dipana tra capitoli al presente e altri al passato, cosicché veniamo a conoscenza di come Mursili abbia vissuto quando era lontano.
Il personaggio ha un’evoluzione incredibile, è completamente diverso da come si poteva pensare sarebbe diventato. Se ci si aspettava di veder tornare un guerriero, si rimarrà delusi (o forse no). La sua indole gentile, la sua grande intelligenza e rispetto per gli altri è ancora fortemente presente nell’uomo che abbiamo di fronte.
Il sentimento di amicizia e affetto che lo lega ad Ayan è il perno intorno su cui ha girato tutto il suo mondo durante gli anni di esilio, l’amico è più di un fratello e a lui deve la vita. Nessuno a corte riesce a capire come possa esistere un rapporto così forte per qualcuno che non è nemmeno della famiglia e, dato che i due non si preoccupano di spiegare alcunché, le insinuazioni si sprecano. Eppure è tornato per compiere il proprio destino, per prendere moglie e mettersi a disposizione del suo re.
Oltre al padre Liuma, anche la moglie, la Tawananna Malnigal di Babilonia, che aveva in passato avuto un rapporto speciale con questo figliastro, fatica a fidarsi, e ciò è fonte di grande dolore da entrambe le parti.
Questo è, a mio parere, il capitolo più introspettivo, dove i sentimenti e le emozioni la fanno da padrone, a discapito un po’ dell’azione. L’amore per la ragazza che vorrà prendere in moglie, Gassulawiya, nascerà in modo delicato, pulito. In tempi in cui il parere delle donne non viene mai preso in considerazione, Mursili desidera ardentemente essere riconosciuto per ciò che è davvero, un uomo che sa amare e che merita di essere ricambiato, nonostante il rango.
Una menzione a parte meritano alcuni personaggi già conosciuti in precedenza, i due generali Sargon e Kata, le principesse Hayastar e Muwatti e, soprattutto, il principe dei Mitanni Shattiwaza, promesso sposo di Hayastar. Spero tanto che ci venga regalata una novella a lui dedicata, perché il suo frizzante rapporto con la principessa merita assolutamente un approfondimento.
Fleur du Mar è maestra nel delineare i caratteri dei suoi personaggi, rendendoli vivi e reali, così come vive e reali ci paiono le ambientazioni. Ho vissuto in questo mondo perduto come se fosse oggi, immaginato ogni rupe, ogni giardino, ogni abito come se stessi guardando un film.
In conclusione: come sempre quando ci si immerge in una saga, nel momento della fine c’è sempre un po’ di malinconia, e questa volta ce n’è veramente tanta. Lasciare andare questi amici è molto difficile ma, del resto, il bello della lettura è anche questo.
Termino con questa citazione che trovo sia una bellissima dichiarazione d’amore.
Io sono lieto di avere paura. Solo chi non ha nulla da perdere non ne ha, ma io ho te e tu significhi tutto. Fino a quando avrò paura vorrà dire che sei vivo e che la mia vita ha un senso.
Sarebbe senz’altro meglio aver letto anche i precedenti episodi, ma l’autrice all’inizio ci rinfresca la memoria con l’elenco di tutti i personaggi e facilita quindi la comprensione.
Assolutamente approvato.