Recensione: Muscoli e ossa di Mary Calmes

Avery Rhine non è un normale detective della omicidi della polizia di Chicago. Anzi, Avery non è una persona qualunque. Certo, come omega sa di essere in fondo alla catena alimentare, ma questo non lo ha mai frenato. Ha una vita fantastica, completa di una famiglia amorevole e di un migliore amico che si prenderebbe una pallottola per lui, quindi cosa potrebbe desiderare o di cosa potrebbe avere bisogno di più? Tranne, forse, che il mondo cambi. E di trovare qualcuno con cui passare più di una notte, ma quello non è in cima alla sua lista di priorità. Non è mai stato uno che crede nel destino o in qualsiasi altra cosa le storie dicano, sul fatto che là fuori ci sia qualcuno di speciale destinato solo a lui.

Poi un incontro casuale a una festa cambia tutto.

Graeme Davenport non si illude di trovare il suo vero compagno. È opinione comune che se un alfa non trova la sua metà entro i trent’anni, le possibilità che ciò accada vanno da scarse a nulle. Graeme, però, non è un semplice alfa: è un cyne che siede all’apice della gerarchia lupina, quindi è obbligato dalla tradizione e dal dovere a scegliere subito un omega, a firmare un contratto e a legarsi a lui. L’amore non fa parte dell’equazione.

Quando Graeme e Avery si incontrano, la loro feroce attrazione reciproca va contro la ragione e la logica. L’intensa reazione fisica di Avery nei confronti dell’alfa è qualcosa che non ha mai sperimentato prima, mentre Graeme, che è sempre stato l’emblema della discrezione, perde tutte le sue inibizioni per il desiderio verso l’uomo che vuole possedere. Sono due uomini molto diversi che cercano di superare le aspettative, di separare la ragione dall’innata pulsione primordiale e di farlo lavorando insieme per risolvere un omicidio.

Ci vorrà tutto quello che sono per trovare una via di mezzo e per imparare a confidare in un amore destinato.

Care Fenici, per me Mary Calmes è sempre stata una certezza: adoro leggere i suoi libri, riesce sempre a mettere quel giusto di dolce e violento senza esagerare. I suoi personaggi, magari non sono tanto profondi, ma hanno quel sex appeal che compensa e la trama, di norma, non delude mai. In Muscoli e Ossa la narrazione è fluida e piacevole, tanto da riuscire a leggere il libro in poche ore con la voglia di rileggerlo ancora e ancora, come una sorta di coperta di Linus.

Ma veniamo al contenuto.

Il romanzo è ambientato a Chicago ai giorni nostri ma con una grossa variazione: lupi mutaforma che vivono insieme agli umani in modo aperto e visibile. Il modo corretto per riferirsi a loro è lupini, che nulla ha a che fare con legumi e frutti di mare!

Anche se lupi – non ce la faccio a chiamarli lupini, brutti ricordi scolastici – e umani coesistono, in realtà, i primi sono divisi in fatto di leggi e diritti dai secondi. E che differenze! Ok, qui ho storto un pochino il naso, un po’ per l’ingiustizia e un po’ per i troppi termini che non trovano spazio nella mia memoria da pesce rosso. Comunque sia, i mutaforma sono divisi in alfa, beta, gamma e omega. Indovinate chi viene per ultimo nella catena alimentare? Ovviamente gli omega. Costoro sono notoriamente belli, regali, fragili e parecchio stronzi. Il loro scopo è attirare un alfa, farsi corteggiare e legarsi con lui o lei tramite un contratto e parecchi soldi in gioco. Come in ogni cosa, se un omega nasce in una famiglia ricca ha qualche chance in più altrimenti… buona fortuna! Il legame porta soldi a entrambe le famiglie e di solito i diritti degli omega sono ridotti all’osso, da loro ci si aspetta obbedienza, figli e sesso. Fine. Ma Avery, uno dei protagonisti, è molto diverso, cresciuto in una famiglia ricca e amorevole ha imparato a cavarsela da solo e a lottare per i propri sogni, grazie soprattutto alla madre. Non è il classico omega bello, fragile e perfetto, certo per essere bello lo è, ma è anche un poliziotto della sezione omicidi, vive per conto suo e ha conti propri e nel proprio contratto c’è scritto a chiare lettere che dalla polizia andrà via solo per sua scelta. Un omega così indipendente non fa gola a molti alfa, ragione per cui è single e felice di esserlo, purtroppo per lui è costretto a partecipare ai raduni, che altro non sono se non incontri con papabili alfa per legarsi.

Sarà proprio durante uno di questi raduni dove Avery incontrerà Graeme Davenport, un alfa e un cyne, ossia il capo della gerarchia lupina. Graeme è potente, ricco, è pure un conte, ma ha una cicatrice che gli deturpa il viso e ormai una forte disillusione nel trovare il suo compagno o un omega a cui legarsi. Ovviamente resta basito quando trova sia uno che l’altro in Avery, e qui possiamo dire che vivranno felici e contenti? Chiaramente no, poiché di mezzo c’è un omicidio, dei lupi compromessi e un assassino da trovare.

Che dire, Fenici? È un ottimo libro, pieno di erotismo e c’è pure un gatto Maine Coon! Cosa volete mai di più? Diciamo che, seppur l’abbia letto e riletto questo volume, non posso non vederne le pecche in un finale troppo affrettato, una scarsa profondità dei personaggi e troppi di quelli secondari poco sviluppati. L’autrice, inoltre, si perde di quando in quando nella narrazione, saltando da un argomento all’altro e da un pensiero all’altro troppo frequentemente. Ma a parte questo, non posso dire che non mi sia piaciuto e aspetto il secondo della serie dove i protagonisti ritorneranno, spero in un ruolo non troppo marginale!

Buona lettura!