Recensione: Nate Serie: Dark Protector #2 di Celia Aaron
TITOLO: NATE
AUTORE: CELIA AARON
SERIE: DARK PROTECTOR #2
EDITORE: HOPE EDIZIONI
GENERE: MAFIA ROMANCE
PUBBLICAZIONE: 03 MAGGIO 2018
Dark Protector Series è composta da:
1. Conrad
2. Nate
3. David
Avevo salvato Sabrina da una carneficina di stampo mafioso quando aveva 13 anni. Una volta diventato il nuovo boss del clan di Philadelphia, l’avevo mandata nelle migliori scuole per tenerla il più lontano possibile da questa vita – e da me. Aveva funzionato alla perfezione.
Finché non aveva compiuto 18 anni. Finché non era tornata a casa. Finché non avevo realizzato che la timida ragazzina non esisteva più, e che al suo posto adesso c’era una donna dalla lingua affilata e con un corpo che esigeva la mia attenzione.
Avevo promesso a me stesso che le avrei resistito, per il suo bene.
Mentivo.
«Pensi davvero che un idiota potrebbe essere a capo della più grande organizzazione criminale di Philadelphia? Pensi…».
«Io…».
«Lasciami finire».
Richiuse la bocca e i suoi occhi si strinsero in due fessure. Miao.
«Pensi che un uomo potrebbe essere il boss più giovane che questa città abbia mai visto ed essere allo stesso tempo un imbecille totale? È questo quello che pensi? Perché lascia che te lo dica. Sei completamente fuori strada. E io sono quella intelligente, ricordi? Quindi non voglio più sentire queste sciocchezze sul fatto che tu non sia all’altezza. Io decido chi è all’altezza di stare tra queste cosce. E tu hai superato l’esame».
Corrugò le sopracciglia. «Nessun altro supererà l’esame».
(Tratto dal libro)
Il protagonista è un Nate molto diverso da quello che abbiamo conosciuto negli altri due libri della trilogia; troviamo un uomo insicuro, che non crede di essere all’altezza del suo nuovo ruolo di capomafia. Per quanto tutti lo ritengano un “brav’uomo”, visto che sta cercando di portare la mafia verso affari meno meschini rispetto al traffico di donne e droghe pesanti, si trova ad affrontare decisioni difficili e a mediare con altre cosche per fronteggiare nuovi nemici, in un contesto in cui minacce e violenza sono pregnanti.
È un Nate più spento di quanto ricordassimo, che non ha più il sorriso, non fa più battute.
«No. Continui a dirmi che ho diciotto anni, ma è palese che sono io quella matura qui».
«Non sono uno scolaretto», farfugliò.
«Sì che lo sei. Scappi come un ragazzino spaventato. Be’, io mi sono stancata di inseguirti. Se non vuoi questo tra noi, allora va bene. Stammi lontano. La chiudiamo qui». Non l’avremmo chiusa lì. Io non avrei mai chiuso con lui, ma non sapevo proprio cosa fare con le sue paranoie. Lui mi voleva. Io volevo lui. Cosa c’era di così sbagliato? Perché non poteva smettere di allontanarmi?
(Tratto dal libro)
Sabrina è una ragazzina che avevano salvato alcuni anni prima; di punto in bianco torna nella vita di Nate, lo scuote e ridà fuoco alla sua lussuria, solletica il suo senso del gioco. Innamorata di lui da sempre, grazie al modo tenero in cui l’aveva ancorata alla realtà durante i momenti più terribili della sua vita, questa ragazza ora appena maggiorenne incarna lo stereotipo di una Lolita “monella”, ravvivando il suo atteggiamento giocoso fatto di battute provocanti, irriverenti, anche spinte, volte a stuzzicare e imbarazzare possibili spettatori, un modo di fare strafottente e senza peli sulla lingua. Una loquacità sboccata che, a essere onesta, in principio non avevo apprezzato molto, ma alla quale Sabrina sembra adattarsi perfettamente, mostrandosi ugualmente irriverente, priva di inibizioni, sfrontata. A queste caratteristiche aggiunge il desiderio forte di entrare nel mondo di Nate a 360 gradi, di volerlo conoscere nel bene e nel male, anche in tutti gli aspetti legati a violenza, tortura, lacrime e sangue.
«Bene». Volevo avvicinarmi, controllare che non fosse ferito, ma mi costrinsi a restare dov’ero per dimostragli che potevo accettare il pericolo insito nella sua vita senza andar fuori di testa ogni volta. «Stai bene, giusto?».
«Certo». Fece un sorrisetto. «So che vuoi controllare. Smettila di far finta di niente».
Colsi la palla al balzo. Okay, forse non ero così brava a fingere come avevo sperato. Facendo scorrere le dita sul suo torso, dissi: «Stavolta ne sei uscito illeso. È un progresso. Forse stai finalmente imparando come far bene il tuo lavoro».
«Donna impertinente».
(Tratto dal libro)
Nonostante la differenza di età e il desiderio di proteggerla da un mondo violento non adatto a una ragazza, soprattutto una a cui tiene molto e per la quale vorrebbe il meglio, Nate non riesce ad allontanarla senza che lei sveli le giustificazioni dal sentore di bugia e finisce per non riuscire più a resistere al modo in cui lei lo venera come un eroe e lo accetta in tutto e per tutto.
Voglio che tu non debba mai avere paura, specialmente non di me».
Mi appoggiai a lui e, sfiorandogli le labbra con le mie, sussurrai: «Ti ho appena visto coperto di sangue dalla testa ai piedi». Lui trasalì. «Ma tutto ciò che riuscivo a vedere eri tu. Tu e la tua forza. Tu che facevi ciò che era necessario. In qualunque circostanza, è sempre te che vedo».
(Tratto dal libro)
Come già detto per i precedenti volumi della serie, le caratterizzazioni dei personaggi sono notevoli, e ci regalano due figure molto particolari e affascinanti.
Un altro tema da segnalare, oltre a passionalità, romanticismo, intrighi mafiosi e lotta per il territorio, è la grande differenza di età tra i protagonisti. Un ostacolo che Sabrina cerca di abbattere in tutti i modi e del quale Nate dovrà farsi una ragione, accettando la realtà dei sentimenti che entrambi provano.
“Ma non è stato così. Ho pensato a te ogni singolo giorno». Credevo di aver pianto abbastanza per quel giorno. Mi sbagliavo. Le lacrime traboccarono dai miei occhi, mischiandosi con l’acqua sulle mie guance. «Ogni. Giorno. Speravo tu stessi bene e fossi felice. E non c’era niente che desiderassi di più che tornare da te. Ma tu non me lo permettevi. E sapevo – a prescindere da quanto fosse difficile per me – che c’era una ragione se mi tenevi lontana. Quindi non sono mai tornata. Finché non sono stata pronta. E ora sono qui. Desidero questo futuro meraviglioso che hai descritto, ma quello che non capisci è che tu hai sempre fatto parte di quello scenario, insieme a me».
(Tratto dal libro)