Recensione: “Nel cuore del Sassone” di Elisabeth Hobbes
Care Fenici, ecco la recensione di un libro storico, Lucia ha letto per voi “Nel cuore del Sassone” di Elisabeth Hobbes
Inghilterra, 1075 – Rapita da una banda di fuorilegge sassoni, Constance Arnaud si ritrova faccia a faccia con Aelric, l’uomo di cui, da ragazza, si era perdutamente innamorata. Ora le cose sono cambiate, sono diventati nemici, ma Constance deve trovare un modo per convincerlo a risparmiarle la vita, ricordandogli di quando anche lei ha fatto lo stesso. Il sassone Aelric però desidera soltanto una cosa: vendicarsi dei normanni che hanno distrutto la sua famiglia. Pur convinto che Constance l’abbia tradito, quando la rivede non può nascondere troppo a lungo i propri sentimenti. Ma c’è ancora spazio, dietro la corazza da duro, per l’amabile uomo che ha saputo stregarla in passato?
Il volto di De Coudray si ripresentò alla sua mente, un’immagine dopo tanti anni ancora più nitida di quanto non lo fossero ormai i volti di suo padre e dei suoi fratelli. Questa circostanza gli parve doppiamente crudele. Le sue dita bruciavano dal desiderio di stringersi attorno al collo del Porco in una morsa mortale, di immergergli un pugnale nel petto o di recidergli di netto il capo con la spada. Non lo avrebbe mai fatto, naturalmente. Malgrado quel che Constance poteva pensare di lui. Caddoc aveva ucciso molto raramente e mai senza un ragionevole motivo. Le aveva giurato di non uccidere De Coudray e l’onore lo obbligava a tenere fede alla propria parola, così come gli imponeva di garantire la salvezza di Constance benché lei avesse scelto di non fuggire con lui tanti prima. Non ne voleva sapere di conoscere i particolari della sua vita da quel momento in poi. Non gli avrebbe affatto giovato scoprire come una ricca nobildonna trascorresse le sue ore nell’ozio mentre lui viveva in quelle condizioni.
Guglielmo è re da due anni quando inizia la storia di questo libro: i normanni hanno vinto, ma alcuni sassoni non sono ancora disposti a cedere. Brunwulf, un anziano vassallo sassone, sta per essere impiccato per aver preso parte alla rivolta e prima di morire è costretto a veder impiccare i propri figli. Chi esegue la condanna è il Barone Robert De Coundray, il crudele cognato di Constance, la nostra protagonista.
Constance è sotto la tutela del cognato dalla morte del padre, ha visto la sorella sfiorire sotto il giogo del marito e sa bene che non è un uomo da sfidare, ma quando il più giovane dei figli di Brunwulf, che è stato prigioniero per qualche tempo nel maniero di De Coundray, tenta un ultimo gesto disperato e sta per essere ucciso, si inginocchia davanti al cognato chiedendo di risparmiargli la vita. Il Barone è furioso, umiliato, ma accetta, anche se fa frustare Aelric e per spregio gli taglia il lobo di un orecchio, condannandolo infine ad essere mandato a lavorare nelle miniere di sale. La rabbia contro Constance è violenta e il Barone, una volta giunto al maniero, le fa sapere che intende trovarle un uomo in grado di dominarla. Eppure, nonostante la paura che le incute il cognato, nottetempo la giovane fa scappare Aelric, dandogli un appuntamento per potersene andare con lui. Aelric l’aspetterà invano: Constance non potrà andare all’appuntamento, e quando si ritroveranno faccia a faccia, entrambi saranno molto cambiati.
È’ un libro molto bello e la cura nella ricerca storica è stata davvero molto scrupolosa, ma lo troverete anche meno romantico di altri.
Constance quando la incontriamo sta per compiere 17 anni: fra lei e Aelric c’è stato ben più di ciò che il Barone Robert ha mai intuito. I due si amavano in segreto, ma la dura punizione ricevuta quando è stata scoperta al momento della fuga, e che ha reso poi impossibile giungere all’appuntamento, ha fatto credere ad Aelric che la giovane non abbia voluto lasciare quella che crede una vita comoda. Come promesso invece, Constance si è vista costretta sposare un uomo con la stessa indole del cognato: il suo è stato un matrimonio che ancora oggi le procura incubi, ed ha anche dovuto subire il dolore di aver partorito bambine che non sono sopravvissute. Ora finalmente è vedova e non intende più risposarsi. Eppure, ancora una volta, si troverà incapace di decidere del suo destino. Ma non si arrende: ha imparato suo malgrado che l’unica merce di scambio che può usare è il suo corpo, anche se il suo piede ha una malformazione, e non esiterà ad usarlo. Aelric nei sette anni in cui sono stati separati, ha creduto che Constance non abbia avuto abbastanza coraggio e non l’abbia amato abbastanza; ora è un fuorilegge e l’unica cosa che conta per lui è la vendetta contro il Barone Robert che si è rivelato un capo privo di ogni umanità, affamando la popolazione e cospirando per avere ancora più potere. È’ ben diverso dal ragazzo conosciuto anni prima: ora si fa chiamare Caddoc e tenta di rendere impossibile la vita ai normanni sulle sue terre, ma quando ruba il prezioso carico che Robert sta aspettando, la sua vita cambierà ancora una volta.
Constance è un personaggio bellissimo, una donna incredibilmente forte che dopo aver visto la vita miserabile della sorella ed essere sopravvissuta al marito ha come unico desiderio quello di andare in convento. Ma neppure alla morte del marito una donna è libera di scegliere: Re Guglielmo infatti preferisce che le vedove si risposino, specie quelle che hanno ricevuto un’eredità. La storia d’amore fra i protagonisti ha aspetti più crudi e meno romantici che in altri libri, noi li conosciamo infatti sono nel momento dell’esecuzione, e li ritroviamo dopo che gli anni di separazione li hanno cambiati. Aelric ha sofferto troppo per essere ancora il ragazzo che credeva nell’amore, la vendetta è ora il suo unico scopo e la verità che non ha mai scoperto li divide ancora di più.
Elisabeth Hobbes scrive benissimo ed è un libro che si legge con piacere. Aelric e Constance sono personaggi aderenti al loro tempo in cui l’amore aveva ben poco peso, la trama ricorda un po’ quella di Robin Hood con il fuorilegge che infesta le terre creando problemi all’usurpatore. La parte storica è perfetta: un medioevo splendidamente tratteggiato che non posso che consigliare alle amanti del genere.