Recensione: “Nella carne e nell’anima” di Antonietta Mirra (Serie Pelle #2)
Greta è figlia di Adam Lockwood, magnate di una delle famiglie più potenti della malavita newyorchese. Vive indossando una maschera che la rende la figlia perfetta e compita agli occhi del padre che stravede per lei. Lusso, soldi e potere sono la sua forza, in essi si racchiude ogni suo desiderio.
Tranne uno.
Un desiderio corrotto, sbagliato. Un desiderio che ha il sapore della vergogna e del peccato.
Un desiderio che è una crepa nella sua maschera perfetta.
Un desiderio che si chiama Ryan.
Ryan è il suo fratellastro ma non hanno legami di sangue e l’unico sentimento che li unisce è il rancore.
Greta crede che lui voglia portarle via tutto ed appropriarsi del potere dei Lockwood mentre lui pensa che lei voglia estrometterlo dalla famiglia perché ha paura.
Ryan lavora presso le società della famiglia e sembra un uomo controllato e ineccepibile. In realtà anche lui indossa una maschera dietro cui si cela la tempesta.
Ryan è fuoco e pioggia.
Passione e violenza.
Il suo animo è tormentato dal desiderio di distruggere l’unica fonte di pericolo per la sua ascesa al potere. Ma quello stesso pericolo rappresenta anche la sua più grande perversione.
Una perversione che si chiama Greta.
Lui è dentro di lei.
Lei è dentro di lui.
Senza una ragione.
Senza un senso.
L’odio è l’unico appiglio che hanno per non affondare.
Ma l’abisso è sempre più vicino e un segreto è sul punto di essere rivelato.
Un segreto che li unisce. Dolorosamente.
Il filo sottile che mantiene in equilibrio le loro vite, all’improvviso si spezza.
Ryan finisce in prigione.
Greta crede di essere al sicuro.
Ma l’odio non può proteggerla dalla furia dell’ossessione.
Il potere dell’attrazione consuma la carne e indebolisce il cuore.
Quanto odio bisogna covare, tra polvere e cenere, per continuare a lottare senza cedere?
“La paura. La voglia. Il dolore.
Cos’ero per lui?
Solo carne?
O fiato?
Ero respiro?
Io ero la sua stessa anima.”
Premetto che quando leggo dei dark romance sono sempre molto esigente, in particolare riguardo alla coerenza, perché quando si vuole scrivere di amore e di passione in un contesto di violenza o di odio non deve mai essere troppo facile. Perché io possa accettare questo tipo di narrazione, tutto deve essere giustificato perfettamente.
Come si nota anche dalla sinossi, poche righe sopra, l’autrice scrive davvero bene, in modo coinvolgente, intenso, passionale. L’angst tra i personaggi emerge chiaramente, così come l’attrazione malata tra i due. Quello che manca, nel mio personale punto di vista, è un po’ di spessore nella trama e nella coerenza dei personaggi, dei comportamenti e degli obiettivi.
Quello che non mi ha convinto è la natura dell’amore/odio, del conflitto tra i due fratellastri. Greta e Ryan sono in competizione per una questione di potere, ma in realtà questo sta tutto nelle mani del padre e, tra i due, solo Greta tenta davvero di mettere l’altro fuori gioco. Quando i protagonisti si trovano davvero faccia a faccia, è un odio che non viene mai manifestato, perché nel momento decisivo si trasforma in passione. Lo dico con un pizzico di frustrazione, perché avrei voluto con tutto il cuore vedere Ryan fare la festa a Greta, arrivista insopportabile, che l’ha tirannizzato sin dall’adolescenza senza motivo.
Ho avuto più volte la sensazione che il conflitto “attrazione/odio” mancasse di due qualità: “inevitabile” e “irrisolvibile”. Ciò che rende Ryan e Greta incompatibili non è basato su circostanze impossibili da modificare, ma dalla volontà di fare del male a qualcuno e di non poterlo fare perché l’istinto li porta a comportarsi nel modo opposto. Per questo ho affermato che, nel mio personale modo di vedere, il legante di questa trama è debole: perché, di fatto, la volontà di entrambi i protagonisti non riesce a reggere neppure un filo di gelosia, di impulsi attrattivi, ed è come quando si predica in un modo e si razzola in un altro: basterebbe un po’ di forza di volontà o una seria autocritica.
Sono consapevole che i dark romance si muovano spesso su un confine sottile tra il logico e l’irrazionale, e che non è facile rimanere totalmente coerenti quando si parla di comportamenti amorali: è per questo che ho messo così tante postille personali. Se siete amanti dei dark e non vi fate tante domande sulle premesse, questo è un romanzo molto intenso, pieno di ritmo e capace di creare una buona atmosfera di sospensione adrenalinica.
Aggiungo alcuni appunti stilistici: le incertezze ortografiche e i refusi hanno graffiato alcune scene piacevoli ed è stato un peccato; inoltre, i dialoghi non mi sono sembrati abbastanza efficaci da risultare taglienti e d’impatto su questo stile narrativo.
Un bacio dovrebbe essere qualcosa di bello. Il nostro era la promessa della morte. La bara dei sogni. Era doloroso, rabbioso, avido, era sesso puro e contorto, sporco e deviato, incarnava tutto quello che eravamo e che tentavamo miserabilmente di nascondere.
Recensione a cura di: