Recensione: “Nella gabbia” di Ellison Cooper
Care Fenici, pronte a un bellissimo thriller? Oggi Buffy ci parla di “Nella gabbia” di Ellison Cooper
Washington, un quartiere residenziale deserto. La scena del crimine è piuttosto insolita… e macabra. Una cantina, un cucciolo di cane (vivo), una grande gabbia appesa al soffitto. E all’interno, una giovane ragazza morta di stenti. I due poliziotti che per primi fanno il sopralluogo vengono feriti per mezzo di un fucile azionato da un filo e il caso passa subito all’agente speciale dell’FBI Sayer Altair, che, dopo la morte in servizio del fidanzato, si è buttata anima e corpo sul lavoro. La sua specializzazione è neurologia della violenza, in pratica sta cercando di dimostrare che il cervello dei più pericolosi serial killer presenta effettive deficienze neurologiche.
È la persona giusta per dedicarsi al caso della ragazza nella gabbia, la cui identità viene presto svelata: si tratta della figlia di un importante senatore in corsa per le presidenziali e Sayer si trova di colpo sotto i riflettori della stampa. Mentre la pressione dei media cresce, un’altra ragazza cade vittima dell’assassino.
Dai primi indizi, Sayer si rende conto che il killer è preda di una pericolosa ossessione: vuole spingere le sue vittime a un passo dalla morte per poi riportarle indietro. Più e più volte. Un esperimento terribile che sta per coinvolgere altre giovani donne e che porterà Sayer a lottare disperatamente contro il tempo e a muoversi con molta più circospezione di quanto non si sarebbe aspettata
Questo è un thriller di quelli che ti restano nella mente per sempre.
Per la trama, certo, ma anche perchè non ti lascia un attimo di respiro; fino all’ultimo non sai chi è il serial killer e poi ha uno stile sobrio, asciutto, come un bicchiere di buon vino rosso.
Tuttavia, quello che lo rende un capolavoro è la caratterizzazione magistrale dei personaggi e non solo quelli principali, anche e soprattutto le vittime, che da cameo marginale, assumono il ruolo di protagoniste indiscusse del romanzo, attraverso la loro paura, il loro dolore, l’amore incrollabile verso i loro gemelli perduti e le visioni che sono costrette ad avere a causa delle droghe che il mostro gli somministra durante i suoi folli esperimenti.
Visioni così reali che il lettore lotta, impreca e piange insieme all’agente speciale Altair in una corsa contro il tempo per trovare una ragazza viva e non un altro cadavere.
Sayer Altair è davvero un personaggio unico: brillante agente dell’FBI specializzata in neurologia della violenza, con un ambizioso progetto di ricerca, nipote di un senatore e astro nascente del Bureau, è anche la figlia orfana di genitori morti troppo presto e vedova di un collega deceduto prima di poterla sposare. È talmente irrisolta da vivere in un appartamento vuoto, terrorizzata di crearsi legami che possano farla soffrire ancora. Eppure fa amicizia col vicino e accoglie, seppur di malagrazia Vesper, il solo sopravvissuto del Camminatore di Morte, un cucciolo tenacissimo.
Andy Wagner, invece, vi starà antipaticissimo e spererete che il serial killer sia proprio lui ma, obtorto collo, ne ammirerete anche l’intelligenza acuta e l’assoluto cinismo.
Una menzione speciale va alla nonna de Sayer, vedova di un potente senatore, ancora inserita nell’alta società di Washington eppure così tosta da fare da esca e prendere a randellate il ladro che ha osato rapinare le sue amiche: semplicemente magnifica!
Purtroppo dei gialli non si può dire molto senza rischiare di spoilerare la trama e in questo caso in particolare è un rischio che non voglio correre, perciò è con grande piacere che vi invito a leggere questo splendido lavoro della Cooper, mentre io vado a controllare se ci sono altri romanzi incentrati sull’agente speciale Altair.
Buona lettura!