Recensione: “Nelle sue mani” di Willow Winters (Valetti Crime Family #2)
Buongiorno Fenici, oggi Nayeli ci parla di “Nelle sue mani” di Willow Winters (Valetti Crime Family #2)
Avrebbe dovuto prendersi la mia vita… Invece mi ha fatta sua.
Il vice capo della famiglia criminale Valetti, Vincent Valetti è sexy. Del tipo… che ti fa restare a bocca aperta, mordere le labbra e bagnare le mutandine per l’eccitazione. Alto e muscoloso, ha il tipico atteggiamento dominante e arrogante che rende molli le ginocchia delle ragazze.
Incute rispetto e timore nella sua Famiglia, e se lo merita. Se l’è guadagnato. Per quanto riguarda le donne… possono averlo per un’unica notte e procurarsi la più straordinaria scopata della loro vita, ma niente di più.
Fino a Elle Hawthorne.
Bellissima, formosa e in cerca di una via di fuga, attira Vincent. La sua innocenza lo implora di prenderla… scoparla e danneggiarla agli occhi degli altri uomini. Peggio ancora, suscita in lui il desiderio di proteggerla.
Mentre è con Vincent, Elle è testimone di un terribile crimine, e se pronuncia una sola parola, i Valetti sono fregati. Combattuto tra la donna che brama e la lealtà verso la sua famiglia, Vincent è messo alla prova.
Dovrebbe ucciderla, ma non può permetterlo. Non vuole. Vincent è un uomo che prende ciò che desidera. E brama Elle tutta per sé.
Lei era nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ora appartiene a lui.
Fino a che punto arriverà Vincent per proteggere la ragazza che dovrebbe essere la prossima nella sua lista?
Questa è una storia d’amore indipendente a stampo mafioso in versione integrale, con un ragazzaccio spudorato e possessivo. Il lieto fine è assicurato.
Anche se la trama è differente dal primo volume della saga, le vicende seguono la stessa traccia. Si passa in pochi giorni dal sesso all’amore, al matrimonio, ai figli; le donne arrivano ad accettare il controllo del marito sulla propria vita e si trasformano in umili cagnolini e fanno loro da incubatrici.
Non posso evitare che il solo pensiero di portare in grembo suo figlio mi faccia desiderare di averlo dentro di me.
Mi sento viva tra le sue braccia. Voglio perdermi nel suo tocco.
Incredibilmente, la Winters è riuscita a proporci un altro matrimonio basato sul nulla e maturato in quarantotto ore spacciandolo per amore vero: si tratta di un matrimonio riparatore reso necessario per salvare la vita di Elle, testimone di un episodio di mafia.
Di nuovo, come nel primo volume, la consapevolezza di “amare” nasce dopo una serie ravvicinata di rapporti sessuali soddisfacenti. Da notare che la protagonista era vergine, per cui il giudizio sulla qualità dei rapporti potrebbe essere falsato, ma non abbiamo nessun dubbio che si tratti del “vero amore” disneyano, dato che Vincent non la uccide, anche se dovrebbe. È un segnale importante, no?
Per ora, vado bene su entrambi i fronti, anche se la possibilità di innamorarmi di Vince è in cima alla mia lista. Un uomo sexy che sa come scoparmi, proprietario di una casa e con un cucciolo adorabile? Sì, grazie!
Anche in questo episodio assistiamo all’evoluzione di una donna emancipata e combattiva (anche se più fragile e più giovane rispetto a Becca) in una “donna della famiglia” completamente soggiogata: una donna che fa figli e non chiede, non pensa, non decide, non si muove se il marito non approva. Di nuovo, ci viene spacciato questo come un finale appagante. Ma almeno lei non è morta, no?
«A chi appartieni, Elle?».
Sgrano gli occhi e il mio cuore salta un battito. So la risposta, ma è rimasta intrappolata in gola. Ingoio il groppo e gli rispondo con un sussurro. «A te».
«Giusto. E tu ascolterai quello che ti dico, vero tesoro? Farai come ti viene detto».
Il mio basso ventre si contrae alle sue parole. Ovviamente non capisce quanto questo mi ecciti.
D’altra parte, questi ragazzi mafiosi appaiono come eroi positivi: dolci, corretti, amanti perfetti, generosi, ricchi e dominanti. Si preoccupano di tutto, non occorre certo contraddirli.
«Mi perdonerai quando affonderò nella tua fica stretta fino in fondo. Ne hai bisogno tesoro, smettila di dire cazzate e lascia che mi prenda cura di te.»
Nonostante la caratterizzazione non sia in grado di differenziare Elle e Vincent dai protagonisti del primo volume (sembra di leggere addirittura le stesse frasi in alcuni casi), lo stile è scorrevole e rapido, a dire il vero a tratti anche squallido e volgare. Ci sono momenti d’azione e conflitti che mantengono alto l’interesse e incentivano la lettura. Tuttavia, non bisogna porsi troppe domande, per esempio sul come una ragazza vergine possa pensare di proporsi per una sveltina con uno sconosciuto (salvo poi, naturalmente, rifiutarsi di andare fino in fondo).
Sono passate due settimane. Due settimane durante le quali ho riempito la sua fica avida e bisognosa con il mio seme e ho cercato di metterla incinta.
Mi hanno invece convinta le dinamiche tra i due protagonisti, che devono imparare a fidarsi l’uno dell’altra, così come restano convincenti anche le innumerevoli scene piccanti, per quanto mantengano un rigore quasi maschile nella narrazione.