Recensione: Non più di dieci parole di Rebecca Quasi
Autore: Rebecca Quasi
Casa editrice: Self
Data di pubblicazione: 1° maggio 2024
L’esistenza dell’avvocato Nicola Maschieri scorre placida in serena monotonia e profonda dedizione al lavoro, fino al giorno in cui il posto di Procuratore Reggente viene assegnato alla dottoressa Francesca D’Aragona.
Tra i due scatta da subito un’affinità che va oltre la rivalità professionale e che mette in discussione la vita di entrambi.
Il matrimonio in crisi di Francesca si scontra ben presto con la prepotenza di un sentimento che solo la forza di volontà può tenere a bada. Provare a negarlo, nascondendo la testa sotto la sabbia, si rivela impossibile.
Nicola si schiarì appena la voce, Francesca d’istinto si voltò dalla sua parte lui le sorrise, lei attese una frazione di secondo e poi rispose mostrando la dentatura bianchissima.
Sì, era lei, quella introvabile.
In parte c’era già arrivato, ma in quel momento ne ebbe la conferma.
Saperlo gli mise l’animo in pace.
Ora poteva distruggerla in aula.
Attesissimo ritorno quello di Rebecca Quasi che con Non più di dieci parole ci racconta le vicende di due personaggi presenti nel romance Il gigante col violino.
È una storia ambientata qualche anno fa, in un’Italia senza smartphone dove i messaggi condivisi erano semplicemente SMS e WhatsApp solo un miraggio, un tempo che a veder bene forse un po’ rimpiangiamo.
La love story tra l’avvocato Nicola Maschieri, single e scapolo quasi monacale e il Procuratore Francesca D’Aragona, sposatissima e con due figli, è quanto di più fuori dagli schemi possa sembrare.
L’autrice, che ci ha abituati a personaggi profondi e alle apparenze che nascondono realtà complicate, con il consueto garbo e con uno stile asciutto dall’aplomb perfetto che conquista ci racconta le vicende dei due che si intersecano alla vita di tanti altri uomini e donne nel corso degli anni
I suoi personaggi sono veri e pieni di calore sebbene non ci colpiscano con sentimenti gridati ed effetti speciali, ma ci invitino a seguirne le scelte, le sofferenze e i pensieri come se seguissimo le vicende di due cari amici per i quali facciamo il tifo.
Una storia incantevole della quale avevamo bisogno.