Recensione: “Non ricordo ma ti amo” di Paola Garbarino
Cosa potrebbe succedere se un artista playboy si scontrasse con una giovane wonder woman travestita da insegnante delle scuole medie? William è così abituato alle ragazze che gli cadono ai piedi, che non può credere di essere stato brutalmente liquidato con battute al vetriolo da Luna, la coinquilina della sua ultima conquista di cui non ricorda neanche il nome. Resta talmente affascinato da lei da farla diventare la sua prossima scommessa. Comincia a raccogliere notizie e a cercare d’incontrarla con ogni pretesto, mentre Luna è determinata a non lasciar entrare nella propria vita un tipo come lui… ma William ha dei segreti che solo lei riesce a intravedere oltre quella maschera di superficialità e strafottenza e, inevitabilmente, ne rimane attratta. Forse anche per lui la scommessa non andrà come aveva previsto. Ed è così che i sentimenti emergono oltre la scorza, l’attrazione può sfociare nell’amore. Ma il destino sembra non essere ancora pronto per loro. William riapre gli occhi in un letto d’ospedale: non ricorda più nulla degli ultimi tre anni, nemmeno la ragazza con cui sta da più di un anno. Un brutto incidente in moto ha spezzato a metà il filo della sua vita, la sua vita con Luna. Vale la pena cercare di ricordare e rivangare il passato o è meglio ricominciare da zero e costruirsi un nuovo futuro? Se siamo ciò che viviamo, ciò che abbiamo vissuto, chi diventiamo senza i nostri ricordi?
Una storia travolgente e divertente, commovente e romantica. Un amore che corre in bilico tra il passato e il presente, un dialogo aperto tra i due protagonisti William e Luna, che lentamente dovranno imparare di nuovo a conoscersi e ad amarsi.
Mi stringe fortissimo, affondando la faccia nel mio collo.
Restiamo così per un lungo momento, estemporaneo, mentre il temporale ricomincia, forte, i tuoni squassano il nostro silenzio ma fanno meno rumore del mio cuore.
Riprendo possesso del suo volto, lo ricopro di baci e lui resta lì a goderseli, con gli occhi socchiusi, bellissimo.
“Hai sempre detto che non ti piacevo.” sussurra, ancora con gli occhi serrati.
“E tu hai sempre detto che ero una bugiarda.”
Una bellissima sorpresa questo romanzo dolce e divertente, che all’inizio pare ricalcare il classico format YA: “il bello e dannato che scommette di conquistare la ragazza bruttina e troppo per bene”, ma ben presto sdogana questi cliché, mostrando di avere qualcosa in più.
“La luce piena del mattino, che lo investe, lo abbaglia ma io sento che quella luce non lo scalfisce, illumina solo il fuori, mentre dentro lui ha del buio, molte cose nascoste che non vuol far vedere.”
Già dai primi capitoli, ci viene svelato che la scommessa riesce e a distanza di un anno e mezzo troviamo Will in ospedale, in fin di vita, e Luna disperata al suo capezzale. Eppure la storia non è affatto conclusa perché, a causa dell’incidente, William ha perso la memoria e ha completamente dimenticato Luna e tutto il loro amore.
Per lei erano settimane, dovevo mancarle molto. A me mancava il sesso ma non mi mancava propriamente Luna, anche se adesso era così intenso starle accanto. Ma lei aveva tutta una serie di emozioni, sentimenti, che io non avevo, che avevo perduto.
A parte la tragedia di perdere qualcosa di meraviglioso, nato dopo una faticosa conquista, ho avuto la sensazione che questo fosse uno di quei romanzi sulle “seconde opportunità”. Qualcosa che sembra già perfetto può essere fatto meglio? È possibile ricominciare da capo, costruirsi una nuova vita, nuovi ricordi, basandosi sulle sensazioni che il nostro corpo prova accanto a qualcun altro, in modo istintivo, irrazionale? L’amore è qualcosa che si sente a pelle o è legato alle esperienze vissute, ai ricordi comuni?
Lo guardo, no, lo fisso: i capelli neri, selvaggi; gli occhi di due colori; una felpa grigia con scritto Central park zoo, i jeans scuri, un paio di anfibi neri.
So com’è fatto là sotto.
Il tatuaggio.
Il piercing.
Conosco il suo odore, quello sotto al dopobarba.
Ricordo il suo sapore.
La sua voce.
I suoi versi.
Come getta indietro al testa, i capelli che scattano, quando viene.
Come gira la lingua quando bacia.
Come gioca col piercing in mezzo agli incisivi quando è sovrappensiero.
Come solleva un solo sopracciglio quando è dubbioso.
Come gli si formano le fossette quando sorride.
Come gli si curvano le labbra quando fa il sorrisetto storto.
Come tiene in mano la matita quando disegna. I tocchi del pennello sul foglio o sulla parete, a volte piano, altre forte, lento o più veloce, come se stesse facendo l’amore.
William.
Il libro ci presenta diversi temi: la vulnerabilità che amare comporta, del bad boy che costruisce muri attorno a sé a causa della sua sensibilità eccessiva, della ragazza che non si accontenta di avere accanto un ragazzo fantastico (in tutti i sensi più o meno biblici), volendo essere il suo tutto, entrandogli dentro, senza filtri.
Vuole qualcosa di vero, più che di impegnato e capisce, percepisce, che non posso darglielo, che non glielo sto dando, che non voglio farlo.
È come se riuscisse a leggermi, come se intuisse tutta quell’enorme parte di me che resta al buio, nascosta dietro al sarcasmo, alla sfacciataggine, all’arroganza, con cui vado in giro in mezzo alla gente.
(…)
Tutte guardano i miei occhi e non fanno che vedervi riflesse loro stesse. Luna no, vede me e la cosa mi fa incazzare, m’impaurisce e allo stesso tempo mi elettrizza.
Inoltre, nonostante in genere non sia facile farmi ridere, ho apprezzato moltissimo l’ironia pungente dei botta e risposta tra i due protagonisti.
«Barbieri non è venuto ad aiutarmi,»
«Che stronzo!»
Alzo gli occhi al cielo «Sono io che non gliel’ho chiesto.»
«Come mai?»
«Non volevo alimentare le sue fantasie»
«Puoi far diventare reali le mie, però.»
«Fantademente!»
Fa il ghigno da Stregatto «Dio, se citi Star Wars ti prendo qui sulla porta!»
Uno stile pulito, ironico, fresco, godibilissimo, e (grazie al cielo!) nessun’ombra di refusi, a parte l’uso eccessivo di punti esclamativi.
Poi lei si riaccomoda per l’ennesima volta e mi si mette più vicina, le nostre spalle si toccano, i suoi capelli selvaggi mi solleticano. Sento il suo respiro tiepido nel mio orecchio “Il film è bellissimo. Grazie di avermici portata.” Voglio scoparla, non ce la faccio più “Prego.” esalo lottando contro un’erezione.
Una storia ambientata a Genova, contemporanea, una di quelle che potrebbe capitare a ognuna di noi (chi non sogna una storia con Jon Snow?!).
Strofina le labbra in un modo, contro le mie, che m’infiamma più dei baci più roventi che io abbia mai scambiato con un maschio.
Sono investita dal suo calore, dal suo profumo mischiato a quello della pittura e, soprattutto, dal suo odore, quello della pelle, il suo.
Da segnalare, inoltre, una bella colonna sonora a fine libro e una serie di citazioni fumettistiche piacevolmente inaspettate.
Sono le spine dei tuoi peccati appuntite abbastanza da poter tagliare le tue giustificazioni? (Eric Draven, dal fumetto Il Corvo di James O’ Barr)
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