Recensione: “Non volevo fosse amore” di Joanna Wylde – Serie Reapers MC Series #1
Reaper’s Series
Marie non ha bisogno di altre complicazioni. Ha già abbastanza guai. Ma c’è un motociclista supertatuato che non la pensa allo stesso modo. Horse la desidera e non sembra disposto ad accettare un rifiuto, ma Marie è appena uscita a fatica da una storia con un uomo violento e non è pronta per una nuova relazione. Specialmente con uno come Horse. È quasi sicura, infatti, che il motivo per cui si è presentato alla porta di casa di suo fratello non sia del tutto legale. Per questo Marie desidera che si levi di torno alla svelta. Se non fosse così maledettamente affascinante… Horse fa parte del Reapers Motorcycle Club e si comporta come se il mondo gli appartenesse. Vive senza regole e, quando vuole qualcosa, sa come ottenerla. Adesso che il fratello di Marie è nei guai potrebbe sfruttare la situazione per conquistarla.
Il cuore mi si fermò quando la scorsi, parcheggiata proprio alla fine della fila. Avrei voluto toccarla per vedere se la pelle del sellino era morbida come la ricordavo, ma non ero tanto stupida da farlo. Non ne avevo il diritto.
Serie MC, venite a me!
La mia ossessione per i romanzi che narrano le vicende dei magnifici e inquietanti motociclisti di strada credo che abbia ormai preso il sopravvento su di me.
Mi affascinano questi uomini rozzi, aggressivi, pericolosi, protettivi e capaci di darti tutto il loro mondo in un attimo e il minuto dopo schiacciarti sotto la suola di uno stivale.
Il concetto di famiglia allargata, la fratellanza, meglio di un patto di sangue, inciso sulla pelle e sul cuore. L’appartenenza a un clan, perché se sei un Reaper, vivrai da biker, morirai per uno dei tuoi fratelli e, se vorrai, prenderai una old lady, che verrà riconosciuta da tutti come di proprietà di quel motociclista.
La storia parla di un clan di bikers, i Reapers, un gruppo motociclistico che possiede molte attività e club. Gestisce i propri affari tramite personaggi all’interno della fratellanza e altri che vi satellitano intorno; uno di questi è Jeff, genio informatico, nonché fratello di Marie, la nostra protagonista.
Lei è una giovane donna, che dopo un passato di violenza domestica subita dal marito, si trasferisce nella roulotte del fratello per ricominciare a vivere. Non ha avuto un’infanzia facile: un padre inesistente, una madre affettuosa, ma con problemi di alcool e ora in carcere. Tramite Jeff, Marie entra in contatto con i Reapers e conosce Horse.
Un metro e novanta di muscoli possenti, con capelli scuri raccolti in una coda e barba incolta. Ora potete immaginare chi ha popolato i miei sogni negli ultimi giorni!
Un uomo prepotente, dispotico e maschilista: un Reaper.
Tra i due vi è da subito una grande tensione, il modo di lei di tenergli testa lo ossessiona al punto di doverla avere, in un modo o in un altro.
Lei, però, non fa parte del clan, non ne capisce il mondo, le regole che lo governano e non potrebbe mai accettare di essere considerata un oggetto di proprietà di Horse.
Eh già, le old lady (compagne fisse dei motociclisti della fratellanza) sono costrette a portare un patch (gilet in pelle) con la scritta “appartiene a…”. Cosa può esserci di più maschilista di questo? Una volta addentrati nel mondo dei Reapers, sfido chiunque di voi a non volerne uno!
Quando un ammanco di denaro all’interno del clan viene scoperto, iniziano i problemi; Horse lo scopre e Jeff è nei guai, chi ruba alla fratellanza paga col sangue. Non ci sono vie d’uscita… o forse una potrebbe esserci.
Libro consigliato per le amanti del genere, come me, perché è talmente stuzzicante entrare in un mondo come il loro, così particolare, senza tonalità di grigio… è tutto bianco o nero. Ovviamente, fiumi di alcool e sesso incorniciano il romanzo, scene a tratti dolci (rarissime), per lo più sfacciate e crude, che non lasciano sottointesi o vie di fuga per l’immaginazione.