Recensione: Oniboshi. Il gioco di Yara di Eliana Oliveri
Titolo: Oniboshi. Il gioco di Yara
Autore: Eliana Oliveri
Editore: Self Publishing
Genere: Science Fantasy
Target: 12+
Data di pubblicazione: 06 Agosto 2022
Mi chiamo Yara e sono Asperger.
Il mio sogno è lavorare in una game house, creare videogiochi e sentirmi normale.
Eppure una crisi planetaria mi mette di fronte alla verità: solo la mia neurodiversità si frappone tra la catastrofe e la Terra.
Non è quello che avevo sognato, ma non posso tirarmi indietro, per il bene della mia famiglia e dell’umanità intera.
Lui sembrava uscito da un anime giapponese, bello e tenebroso, e stava dicendo di essere venuto a cercare me perché ero interessante.
Mi sono avvicinata in punta di piedi a questo romanzo.
Non avevo ancora sentito le classiche voci di corridoio rispetto a quanto avesse attirato una grande massa di lettori o semplicemente una piccola nicchia di nerd del settore. Sembrava qualcosa di nuovo, diverso e quindi: perché no?
Dopo aver letto la sinossi mi sono lasciata incuriosire ancor di più dalla protagonista, Yara, una giovane donna con la Sindrome di Asperger, e nel profondo dell’anima mi sono detta “speriamo che non sia un mix di stereotipie motorie ed ecolalie con vaneggiamenti strani”. Decisamente nel libro non vi è nemmeno l’ombra di un cliché, per quanto lei sia un po’ rigidina (termine molto poco tecnico, lo so, ma azzeccatissimo) e priva, almeno sulla carta, di quell’immaginazione che aiuta le persone a entrare nella mente e nelle emozioni altrui.
Come ambientazione: il favoloso mondo dei videogiochi di cui non so assolutamente nulla. Non lo dico tanto per dire, la mia ignoranza è all’ennesima potenza in questo campo ma, è già c’è un ma… non ho avuto alcun bisogno di saperne di più perché il libro si apre con un world building maestoso che ci fa raggiungere tre dimensioni: la prima collocata in un prossimo futuro sulla Terra (circa sessant’anni in avanti), l’altra nel mitico universo del videogioco che Yara sta creando (finalmente il suo grande sogno si può realizzare) e quella onirica in cui la nostra protagonista cade ogni volta che incontra Tam, Lothar, Ledija, Keythel (il mio preferito lo ammetto) e Mylock.
Andiamo nel cuore del romanzo, Yara è una ragazza con l’obiettivo di creare un suo personale videogioco ed è a un passo dal farcela, purtroppo o per fortuna però, l’azienda che vorrebbe acquistare i diritti e rendere tutto ciò possibile le chiede di caratterizzare meglio i personaggi che ha inventato.
Ora le cose si mettono male, no perché che lei fosse autistica ve lo avevo annunciato da subito eh! Come diavolo può fare? Ha solo un mese di tempo e… per l’ennesima volta la sua neurodiversità le rovina i piani.
“Puoi essere tutto ciò che vuoi.” Me lo avevano ripetuto così tante volte che avevo finito per crederci, approdando a Newdam con un sogno in tasca e il culo sul sedile di un tram […] Cos’era più importante: dimostrare a tutti che ce la potevo fare, o trincerarmi dietro alla paura di non riuscire a capire come funzionavano gli altri?
Da qui si apre un mondo, quello in cui Yara inizia a vivere in modo parallelo nei suoi sogni. Peccato che questi siano così reali da confonderla. Lì i suoi personaggi cominciano a prendere forma e personalità,dando vita a tutto un genere fantasy che si intreccia con quello a tratti fantascientifico. Il sogno lucido si caratterizza con le vicende dei nostri valorosi guerrieri che proteggono la signora del castello, mentre in dubbio costante cercano di scoprire se Yara, con le sue stranezze, sia un’alleata o una nemica.
L’appassionante avventura raccontata dal punto di vista di Yara si riempie di scontri, enigmi e forti sentimenti di amicizia e fedeltà che rendono la narrazione incalzante e ricca di conflitti, fino al cliffhanger finale che lascia il lettore sgomento in attesa del prossimo volume.
Oniboshi sta per arrivare, il pericolo incombe come una maledizione. Cosa succederà adesso?
Come potevo dirle che avevo una doppia vita notturna in un mondo fantastico su una cometa in avvicinamento?
“È possibile che qualcosa che sogni ti faccia stare male nella realtà?”
“Come in Nightmare?”
Ho apprezzato moltissimo non solo l’impegno di rendere questa lettura fruibile a qualunque lettore, ma anche la minuziosa ricerca e studio da parte dell’autrice che emerge dai particolari. È come se nulla fosse lasciato al caso, le informazioni date, ogni gesto, ogni pensiero… sempre coerente e mai banale. Un genere poco conosciuto dove il fantascientifico si accompagna al fantasy in uno scontro con una realtà onirica ed esotica. Personaggi favolosi, soprattutto Keythel che rimane per me un simbolo di forza e amore, eh sì, l’ho proprio vissuto così! Yara invece va capita nella sua fragilità e, talvolta, nella sua pesantezza con quell’ingenuità che non le attribuiresti mai ma che la caratterizza fino in fondo.
Tanti complimenti all’autrice, assolutamente made in Italy, che ha saputo regalarci un libro di tutto rispetto con quel tocco di novità che oggi come oggi è fondamentale. L’unico piccolissimo neo che mi sento di suggerire è quello di rendere il cambio scene tra le dimensioni più facile per il lettore.
Ma queste sono frivolezze da lettrice viziata, lo so!
Buona lettura a tutti.