Recensione: Ostaggio in Cornovaglia di Catherine Coulter
Serie: Medieval Song #3
Autore: Catherine Coulter Serie: Medieval Song #3 Genere: Romanzo Storico Editore: Mondadori I Romanzi Introvabili Data di pubblicazione: 2 dicembre 2023
La serie Medieval Song è composta da:
- Warrior’s Song #1 (inedito in Italia)
- Fire Song #2 (inedito in Italia)
- Ostaggio in Cornovaglia #3
- Canzone Segreta #4
- Imparare l’amore #5
- The Penwyth Curse #6 (inedito in Italia)
- The Valcourt Heiress #7 (inedito in Italia)
Philippa de Beauchamp è una giovane audace, impulsiva, che prende le decisioni senza fermarsi un attimo a riflettere. Origliando che sarà costretta a sposarsi con il vecchio e repellente William de Bridgport, mette in atto una fuga rocambolesca su un carro carico di lana per raggiungere il castello del cugino e chiedere a lui protezione. Ma qualcosa va storto e Philippa finisce nella roccaforte di St Erth, il cui proprietario, Dienwald de Fortenberry, è un ladro, gentile e coraggioso. Cosa fare con quella ragazza ribelle giunta lì all’improvviso? Dienwald decide di trattenerla e fra misteri, furfanti, appassionanti avventure, il cuore di Philippa comincerà a battere per l’unico uomo che potrà davvero amare.
Ciao Fenici, oggi vi parlo di uno dei romanzi della serie Introvabili, Ostaggio in Cornovaglia.
Ci troviamo in Inghilterra, nel periodo in cui il Re Edoardo detto Gambalunga per via della sua altezza affronta le rivolte scozzesi.
Una giovane e appena maggiorenne ragazza, Philippa, dopo aver origliato una conversazione che la destinava a un matrimonio con un bruto decide di scappare per dirigersi al castello di suo cugino, ma finisce erroneamente nella tenuta di St Erth, quando Dienwald de Fortberry, signore del castello conosciuto come una canaglia, ruba il carro dove si era nascosta. Una volta scoperta viene presa come prigioniera e così inizia la loro relazione o storia d’amore, se in questo modo vogliamo chiamarla.
Purtroppo sono rimasta veramente delusa dal libro, forse è l’unico romanzo storico letto fino a oggi dove non instauro alcuna empatia con i personaggi e non mi viene trasmesso alcun sentimento.
Come tutti i volumi della serie, la trama è intricata e avvincente, piena di quelle briciole di mistero che spronano a proseguire la lettura. Non ci sono refusi e per quanto i protagonisti siano Philippa e Dienwald incontriamo dei multipov (punti di vista multipli).
Ho trovato il personaggio maschile estremamente irritante, egoista e pieno di sé, senza parlare del fatto che dall’inizio della storia fino alla fine chiama Philippa, sgualdrina; SEMPRE anche dopo che è diventata la moglie, assurdo! e non in maniera dolce, anche perché secondo me non esiste un modo tenero per dare della prostituta alla propria donna.
Philippa è additata per la sua altezza esagerata, derisa con nomignoli dispregiativi come: gigantessa, spilungona, strega, ecc.. e non si abbassano mai i toni: 400 pagine di “Dai, tra poco lui si renderà conto di quanto la ama e la difenderà davanti a tutto e tutti!” E invece no! L’autrice ha elevato al massimo la brutalità del periodo storico verso le donne, umiliando in continuazione la protagonista, dall’uso degli insulti fino a essere considerata un vaso per il seme. Ditemi voi se può attrarre una cosa del genere. Anche dopo la rivelazione che Philippa è una ricca ereditiera, il marito le ha dato della traditrice e l’ha ripudiata!
L’autrice ha provato a rendere audace Philippa, ma per quanto lei si dimostri una super donna, arrivata a un certo punto io avrei detto “ora basta!”, mi sarei rimboccata le maniche e sarei andata via; forse l’innocenza dell’inesperienza, dell’età, del quello che volete, ma alla fine il succo è che Philippa ha le fette di prosciutto davanti agli occhi e oltre a dire “sì!” dice anche “sì, Signore!”.
Chi vuole un romanzo d’amore dove la donna viene solo maltrattata come una schiava e una serva, senza un vero motivo, o un riscatto? A mio avviso, un libro a sfondo storico si legge per evadere e per immergersi in un’epoca, non solo per farsi appesantire il cuore.
Considerando tutte queste premesse non mi sento di consigliarne la lettura.