Recensione: Ours di A.K Rose

Segreti. Bugie. Tradimenti.

Ne ho sulle spalle fin troppi da contare di ognuno di essi; ho rischiato tutto per salvarla.
La mia principessa…
La mia Ryth.
Ora siamo intrappolati tra le mani di chi comanda l’Ordine.
Siamo alla loro mercé.
Soltanto un uomo può tirarci fuori:
L’uomo che sa la verità su di loro, e su questo posto…
Suo padre.
Vengono stilati patti che ci permettono di liberarci dalle loro grinfie.
Ma il problema è che lei non sa tutto.
Presto, però, scoprirà ogni segreto…
Si aspetterà di vedere i miei fratelli lì per noi, oltre quelle grate di ferro.
In attesa…
Ma io non penso che lo faranno.
E sarò lì quando lei cadrà a pezzi, a raccoglierli per lei.
A rimetterli insieme.
Mi assicurerò di tenerla al sicuro.
La nostra topolina. La nostra principessa. Nostra… sorellastra.

I fratelli sono di nuovo separati: Ryth e Caleb sono prigionieri dell’Ordine di Hale, in balia di persone deviate che si divertono a manipolare e infliggere dolore, mentre Tobias e Nick sono disposti a tutto pur di liberarli.

Ancora una volta è Jack Castelmaine, il padre di Ryth, a cambiare le carte in tavola e aiutare i ragazzi a fuggire e ritrovarsi. Da quel momento in poi sono tutti estremamente consapevoli che non potranno fidarsi di nessuno e che la loro vita sarà una continua fuga. 

I tre fratelli fanno fronte comune per quanto riguarda la protezione della sorellastra, ma mancano di fiducia reciproca e non saranno poche le tensioni e le gelosie che ne deriveranno.

Ryth è il collante tra loro, colei che lotterà con le unghie e con i denti per tenere la sua famiglia unita. D’altra parte, per lei sarebbe impossibile anche solo pensare di rinunciare a uno solo di loro poiché ciascuno le dà un amore diverso: omicida e consumante quello di Tobias, dominante quello di Caleb e confortante quello di Nick.  

La storia si sviluppa ulteriormente: le vere origini di Ryth emergono con prepotenza, togliendo alla poveretta ogni certezza. Il traffico di umani è solo la punta dell’iceberg, gli interessi dell’Ordine si estendono a un vero e proprio programma di allevamento e le persone coinvolte sono disposte a tutto pur di riprendersi ciò che considerano loro e proteggere i propri interessi.

I POV alterni dei protagonisti consentono di approfondirne le emozioni, le gelosie e le paure. Ci sono inoltre alcune focalizzazioni di Vivienne e London, che costituiscono un eccellente trait d’union con la prossima trilogia della saga (seconda di tre). La scrittura è ben ritmata, lo stile fluido e nonostante qualche errorino qua e là di editing, la lettura è un piacere.

Sesso super hot e sangue a fiumi in questo ultimo capitolo dei tre dedicati a Ryth, Caleb, Nick e Tobias per cui lo consiglio a un pubblico consapevole e non tropppo sensibile alla violenza.

Il finale mi ha lasciata un po’ perplessa perché personalmente non è esattamente ciò che augurerei a un’adolescente, ma voglio concentrarmi sull’aspetto romantico e credere nel lieto fine… Ma sarà davvero questa la fine?