Recensione: Outlaw Love di Laura Pellegrini
Titolo:Outlaw Love
Autore:Laura Pellegrini
Genere:Erotic Romance
Data di pubblicazione:30 Settembre 2021
- Confidential Affair
- Million kisses Baby
- Outlaw Love
Si dice che chi si detesta alla fine finisca per amarsi, perché non esiste sentimento simile all’amore tanto quanto l’odio.
Drake Reed, nome di battaglia Predator, è un Navy Seal sfacciato e sicuro di sé che della guerra ha visto ogni più orrenda sfumatura.
Emily Taylor, soprannominata Condor dai suoi stessi colleghi, è un’avvocatessa penalista che non perde mai una causa. Abituata al lusso e a essere viziata, considera il suo antagonista al pari di un troglodita maleducato.
Lei lo disprezza per i suoi modi rozzi, lui adora sfotterla e metterla sempre in difficoltà.
Per uno scherzo del destino, saranno costretti a condividere lo stesso tetto.
Detestandosi pur volendosi terribilmente.
Tra schermaglie sarcastiche, ironia e un’attrazione quasi impossibile da gestire, tra i lussi scintillanti di Los Angeles e Santa Barbara, chi vincerà la partita?
L’astuta avvocatessa che non cede mai o il Seal abituato ad avere sempre ciò che vuole?
«Drake, non credo che sia…» «Guardami, Emily» torno a dire e lei, con riluttanza, lo fa per fissarmi subito dopo con rabbia. «Non provare mai più a starmi così vicino, sono stata chiara?» Ma le sue parole cozzano con quello che dice il suo corpo, che invece rimane immobile a pochi centimetri da me. Così bello, così affascinante. «Aspetto con ansia il momento in cui mi chiederai di toccarti, Emily.» Lei serra la mascella, io faccio un passo indietro. Le lascio i capelli. Mi squadra da capo a piedi. «La solita arroganza di voi uomini» dice truce. Alzo un sopracciglio. «Accadrà, eccome se accadrà.» Le do le spalle, raggiungo il corridoio. La guardo in tralice. «Grazie per la cena e grazie per l’ospitalità. Buonanotte, Miss Taylor» mormoro, lasciandola dov’è. Bellissima e irraggiungibile come vuole far credere a tutti. Ma io sono Predator, non un coglione qualsiasi e come tale sarò il suo incubo peggiore, o il migliore.
Attratta dal nome dell’autrice (sempre una conferma) ho soprasseduto sulle inquietanti figure di zombie sul fondo della cover e mi sono buttata sul terzo episodio della serie American Navy Riders.
Drake è un Seal: ruvido, grezzo, schietto, senza scuse.
Emily è un avvocato: granitica, elegante e di buona famiglia, parla forbita e tiene testa a chiunque in una sala di tribunale.
Nonostante le vibrazioni che avverte in sua presenza, Emily cerca di tenerlo distante, anche fisicamente, con un atteggiamento glaciale, aiutandosi con le parole per metterlo in riga e mantenere le posizioni. Battibecchi, frecciatine e scintille tuttavia non fanno altro che “magnetizzare” ancora di più la loro reciproca attrazione.
E mentre tutti si complimentano, brindano, gioiscono, noi, immobili, ci osserviamo da lontano. Dicendoci mille cose, senza pronunciarne neppure una.
E se fossi invece adatta ai tuoi lati ombrosi, al tuo essere così scostante e amorevole allo stesso tempo? Se mi fossi presa una cotta per la tua gelosia insensata, per i tuoi abbracci così abbacinanti o per i tuoi occhi così sempre troppo pronti a parlarmi? E se mi fossi persa tra le pieghe sconosciute del tuo cuore e avessi costruito una casa al centro di esso, sotto le montagne delle tue paure?
Il desiderio implacabile e fuori dal comune che scorre tra loro è destinato naturalmente a esplodere.
Un aiutino lo dà anche l’amica di Emily, Sid, che organizza con una scusa il trasferimento di Drake a casa di lei.
La convivenza non fa che agevolare la sua tattica di seduzione (non per niente lui è soprannominato Predator): una strategia in effetti piuttosto esplicita, come nuotare nudo in piscina.
Mi fa l’occhiolino, continua a non coprirsi e io non so se arrabbiarmi per la sua sventatezza o per il fatto che non riesco a trovare qualcosa che sia meglio di lui da guardare. Gesù, Emily, fai pena! «Pensa di dare rifugio alla sua appendice sfacciata, magari, che so, con l’asciugamano che le copre inutilmente la cervicale, o vuole rimanere nudo tutto il giorno?»
Lo fisso per bene negli occhi, mantenendo strenuamente una calma che non ho già da circa cinque minuti, ma la vista periferica è difficile da gestire. Impossibile. Lo vedo comunque in tutto il suo splendore. La pelle bagnata, i capelli che gocciolano, i pettorali forti e poi più in basso… Santo Dio! «Che c’è? I manichini che frequenti non ce l’hanno?» chiede, si avvicina. Avvampo.
Emily, dietro alla corazza granitica e alla scusa del lavoro terribilmente impegnativo, (seguendo un cliché piuttosto comune) nasconde un animo sensibile e comprende il momento di vulnerabilità che Drake non riesce a esprimere. Non solo il disturbo da stress post traumatico (in realtà un elemento tralasciato per buona parte del romanzo e opportunamente scomparso sul finale) che gli provoca incubi notturni, senso di vuoto e solitudine, ma anche la paura di essere estromesso dal corpo dei Seals a causa di un conflitto di potere. Emily capisce questo disagio nascosto, mascherato e ne viene toccata, cosa che le permette di vedere l’uomo che ha di fronte non solo come un concentrato di testosterone, ma molto di più. Tra l’altro, oltre a essere grezzo, ruvido, diretto, è un uomo attento ai dettagli, sa prendersi cura di lei e ha delle attenzioni che la gratificano.
Da un lato predatore, ma dall’altro è terribilmente spaventato dalla possibilità di una relazione stabile perché convinto di rovinare tutto, pensa di essere un uomo spezzato, in frantumi, di non avere niente da dare, quindi di far soffrire se stesso e l’altra.
Quello che provano insieme è fortissimo, sia emotivamente che a livello passionale, e questa cosa, se va male, porterà via un pezzo di cuore… quindi preferisce interrompere prima di rischiare.
«Ti sto già ferendo e questa è una cosa che non sopporto.» «Sai cosa non sopporto io?» ho detto trattenendo le lacrime. «La tua paura di fidarti di me, di noi. Non siamo come tutti gli altri. Noi siamo di più e tu lo sai. Sai che quello che ci lega potrebbe essere così perfetto da…» «Distruggerci» mi anticipa.
Devo dire che mi sarei aspettata maggiori elementi che esplorassero sia l’aspetto militare sia quello giudiziario, che invece rimangono sullo sfondo in modo funzionale alla trama principale. La trama è fondamentalmente incentrata sulla relazione romantica e passionale e vede due persone prima odiarsi, battibeccare, rifiutarsi, poi concedersi e quindi iniziare a provare emozioni fortissime, capire i desideri dell’altro solo guardandolo, quindi innamorarsi, sperare che l’altra persona la accetti come compagna (cosa che non accade), e quindi soffrire.
La vicenda giudiziaria che interessa Drake, comunque, è il motivo grazie al quale si instaura il rapporto professionale tra i protagonisti e la loro convivenza, inoltre fa da scusante per mostrare la forza di lei, la determinazione, il suo essere uno squalo nell’aula di tribunale, la sua intelligenza, il suo essere vincente esattamente come lui è un predatore sia in missione che in campo di conquista femminile.
«Ti stai innamorando di un uomo rotto, Emy. Non dovresti» mormora. «Tu non sei rotto.» Sospira, scuote lentamente la testa per sedersi ai piedi del letto subito dopo. «Sì che lo sono» dice alla notte che accarezza i muri della stanza. «Ma il problema non è questo. Il fatto è che non so più come aggiustarmi.»
Due caratterizzazioni notevoli, Drake e Emily riescono a non essere delle macchiette. Anche se lui è una figura piuttosto ricorrente tra i maschi alfa pieni di testosterone, viene reso molto bene, completo anche delle sfaccettature di debolezza e vulnerabilità. Emily è una donna con gli attributi, che sa farsi valere, rappresentata in modo da non sembrare artefatta o forzata, né eccessiva e caricaturale (come invece è il personaggio di Sid).
Divertenti anche i battibecchi tra le amiche, animati dai vari caratteri forti e talvolta spocchiosi di alcune di loro, che ci ricollega alle vicende dei primi libri della saga.
Lo stile scorrevole è fuori dal comune. Rapido, passionale, non banale, ma a tratti confuso nei passaggi tra le scene.
«Ho sempre pensato che sarei morto a causa di una delle tante esplosioni o pallottole che sono riuscito a schivare per pura fortuna. Tutto avrei pensato tranne che la causa sarebbe stata una donna. Il giorno in cui me ne andrò sarà lo stesso in cui di me non rimarrà più nulla. Morirò in piedi, respirando, perché ogni cosa di me sarà rimasta con te.»