Recensione: Peccati dimenticati -Serie: Sins #1- di Rebecca Zanetti
Titolo: Peccati dimenticati
Autore: Rebecca Zanetti
Editore: Hope Edizioni
Genere: Romanzo rosa
Serie: Sins #1
Target: 16+
Data di pubblicazione: 17 Luglio 2022
Josie si era innamorata del sexy e misterioso Shane Dean sin dal primo istante in cui aveva posato gli occhi su di lui. Il loro desiderio divampante era sfociato in una storia d’amore appassionata e, dopo sole poche settimane, Shane le aveva infilato un anello al dito. Ogni sua fantasia era diventata realtà finché… il nuovo marito non era scomparso, senza lasciare tracce.
Ora, due anni dopo, una Josie dal cuore spezzato riceve, scioccata, una chiamata dall’ospedale: Shane è stato ritrovato. Sulla scena di un crimine e senza alcun ricordo di come ci sia finito.
Solo il suo amore può salvarlo.
Shane non ricorda l’angelo dagli occhi blu che è accanto al suo letto, e non ha ricordi nemmeno su se stesso, però percepisce qualcosa di molto strano. Il suo udito è affilato come un rasoio, possiede una forza fisica incredibile e prova un impellente bisogno di proteggere Josie. Potenti nemici gli stanno dando la caccia e lei è la chiave per scoprirne il motivo.
Mentre Shane lotta per dipanare il suo passato, altre verità pericolose vengono alla luce.
Riuscirà a proteggere l’unica donna che abbia mai amato? E Josie riuscirà di nuovo a fidarsi di un uomo che credeva di conoscere, un uomo con un segreto mortale?
«Oh. Immagino non ci siano problemi. Ma riguardo a un bambino, siamo sposati.» «Stiamo per divorziare.» E Shane non si ricordava nemmeno chi fosse. «No.» Lui le leccò l’orecchio mordicchiandole la cartilagine. Josie rabbrividì. «Sì.» «No.» Shane le posò il palmo sullo stomaco nudo. «Avrò anche mandato tutto a puttane, e scopriremo perché, ma non ti ferirò di nuovo. Tu sei mia, angelo. È l’unica cosa che conta nella mia vita.»
Per quanto ci sia il sentore fin dall’inizio che si tratti di un romanzo con supereroi, dato il prologo inquietante su ragazzini superdotati e privi di empatia addestrati in un campo militare, la storia si sviluppa anche su un filone più intimo, ricostruendo la vita, l’amore e le disgrazie di Shane.
C’era calore in quella donna e lui sentiva così dannatamente freddo. Una volta lei lo aveva amato. Forse poteva spiegargli il perché.
Si viene catapultati subito in un momento critico a vicenda iniziata, quando il protagonista si risveglia dopo aver perso la memoria, generando nel lettore lo stesso stato confusionale e la stessa curiosità di scoprire gli antefatti. Shane deve cercare di ricostruire il suo passato e può farlo insieme alla moglie Josie, che però non lo vede da due anni: se n’era andato senza neppure salutare, e lei aveva rinunciato a ottenere spiegazioni mandando alla base militare in cui prestava servizio le pratiche per il divorzio.
Nonostante la mancanza di ricordi, il corpo di Shane riconosce perfettamente quello di lei, e mostra un attaccamento e un desiderio che gli è rimasto nella carne: prima di concederle il divorzio vuole capire cos’è successo, perché ha la sensazione che niente sia come sembra.
«La mia vita sessuale non è affar tuo.» Shane socchiuse gli occhi. «Ah, mia cara,» replicò con un sospiro «sappiamo entrambi che non è vero.» Spostò la mano dal mento per farle scivolare il pollice sul turgido labbro inferiore, provando una punta di orgoglio sentendola trattenere il fiato. Il cervello poteva non ricordarsi di lei, ma il suo corpo vibrava dal desiderio di far scorrere il sangue di qualsiasi uomo avesse osato toccarla.
Se Shane è disorientato per la mancanza di informazioni su se stesso, Josie è invece totalmente recalcitrante a fornire qualsiasi tipo di aiuto. Ferita per il suo comportamento passato, delusa per essere stata abbandonata senza spiegazioni e umiliata per il fatto di non conoscerlo abbastanza da poter essere utile, non essendo mai riuscita a farlo aprire e a far sì che lui condividesse i suoi molteplici segreti, Josie non prova neppure un po’ di curiosità o bisogno di approfondire le vicende che hanno tenuto lontano il marito. Ha sperimentato più volte nella vita l’abbandono da parte di persone che avrebbero dovuto amarla, e non sa immaginare che sia successo niente di diverso anche con Shane. L’unica cosa che vuole fare è allontanarsi da lui il prima possibile, prima che il suo corpo la tradisca.
«Non ti conoscevo molto bene. Non l’ho mai fatto.» In qualità di sua moglie, avrebbe dovuto sapere le risposte che adesso gli servivano. Ma non era così. «Non posso rifarlo, Shane.» Ricominciare da capo sarebbe stato troppo. Gli aveva dato tutto e lui se n’era andato… proprio come Arthur. E Claire. E Mona. Se ne andavano tutti.
Nonostante il nomignolo di “angelo” e la fisionomia delicata, minuta e dall’aspetto dolce, Josie ci tiene a rivendicare il suo carattere forte e combattivo, la sua autonomia e l’abilità di sapersi proteggere da sola. La classica Rapunzel, insomma, se non fosse che questo atteggiamento finisce per risultare spocchioso, autocentrato e, peggio, perfino ottuso e controproducente. Finisce col passare il messaggio che una donna da sola non possa andare da nessuna parte se non è abbastanza umile per ammettere di aver bisogno di un uomo virile al suo fianco, dato che non ha consapevolezza dei propri limiti e non ha il sentore del pericolo che la circonda, finendo anzi spesso per mettersi nei guai da sola con la sua goffaggine e la sua altezzosità.
Lui si chinò e se la caricò sulla spalla. Josie continuò a scalciare. A Shane sfuggì uno sbuffo soffocato. Quella donna aveva fegato. Josie scalciò di nuovo, allora lui girò la testa e le affondò i denti nella coscia. Sapeva di fragole. «Smettila» disse, poi le passò un braccio sulle gambe
Il suo orgoglio la acceca, e l’acredine passata nei confronti del marito (una persona, peraltro, che ci immaginiamo molto diversa dall’uomo senza memoria desideroso di aprirsi e di creare una connessione, che però lei non è interessata a conoscere) la portano a non capire quale sia davvero il livello di pericolo, chi sia il nemico vero e chi potrebbe invece spalleggiarla. Braccata da killer assoldati per uccidere lei o Shane (i moventi e i mittenti sono tutti da scoprire), Josie preferisce tentare di scappare dal marito ostinandosi su delle prese di posizione fuori luogo e anacronistiche, e mantenere la sua normale routine continuando a lavorare, incappando via via (ovviamente) in nuovi attentati e aggressioni.
Al sicuro? Era da sola in un dannato motel con un assassino che le aveva spezzato il cuore. Quanto poteva definirsi al sicuro? Anche presumendo che Shane non l’avrebbe uccisa, il che, sinceramente, credeva fosse vero, come avrebbe potuto sopravvivere con lui? Era impossibile che Shane non provasse a baciarla di nuovo. Ed era impossibile che lei lo fermasse. C’era una tale passione tra di loro. La passione era una droga pericolosa.
Nonostante tutto questo, anche il corpo di Josie riconosce a pelle la connessione con quello di Shane, esplodendo in un’attrazione fortissima che le fa perdere la testa e la capacità d’intendere e di volere, rendendola spesso succube delle sensazioni. Una Rapunzel stordita, insomma. Per come la vedo io, Josie è un personaggio che squalifica anziché sottolineare il valore femminile, perché abbina il coraggio infruttuoso di “salvarsi da sola” ad atteggiamenti sciocchi, testardi, troppo emotivi e privi di acume strategico.
«Posso essere parecchio tosta.» «Lo so» annuì lui. «Non c’è dubbio che tu sia uno scricciolo tenace.»
Ho invece apprezzato la caratterizzazione di Shane, maschio alfa dalla formazione militare che non ha nessuna esperienza di emozioni ed empatia, e il suo percorso di crescita e scoperta di sé. La costruzione graduale della sua personalità e lo svelare dell’uomo duro e anaffettivo che era un tempo partendo da quello più istintivo e naturale che si risveglia privo di passato, di esperienze dolorose, di muri innalzati crescendo è affascinante.
«Riporto mia moglie nella stanza. Sentitevi liberi di seguirmi, ma se mi puntate di nuovo addosso le pistole, ve le tolgo di mano.» Nemmeno per un istante dubitò di poterlo fare. Nella mente gli passò un così gran numero di modi diversi per disarmarli che la testa cominciò a dolergli. Ricordi di combattimenti, di armi strappate via, di persone che aveva ucciso gli attraversarono il cervello. Chiunque o qualsiasi cosa lui fosse… non era di certo uno dei buoni.
Tra gli aspetti migliori del romanzo ci sono il ritmo e la tensione: l’adrenalina è costantemente alimentata, dato che le cose da scoprire sono millemila. Con la perdita di memoria di Shane è impellente cercare di saperne di più sul perché lui e Josie siano sotto attacco. C’è da capire chi dei due sia l’obiettivo, se non entrambi, chi e quanti siano gli aggressori, chi li abbia pagati e per quale motivo. Oltre a questo, Shane vuole cercare i fratelli e ricostruire i movimenti degli ultimi due anni, in modo da rassicurare la moglie e lasciare qualche spiraglio per ottenere una seconda opportunità con lei. In tutto questo percorso l’autrice è attenta a mantenere la dicotomia tra il vecchio Shane, chiuso e pericoloso, e il nuovo, più aperto e spontaneo, lasciando un costante velo di ambiguità sul fatto che l’uomo del passato possa non essere esattamente dalla parte dei buoni.
Lui la studiò, gli occhi del colore di un cielo in tempesta. Senza spostarsi di un centimetro, Shane continuò a fissarla come se fosse l’unica cosa nel suo mondo. La tensione ispessì l’aria intorno a lui, la sua immobilità da predatore un avvertimento che, da un momento all’altro, avrebbe attaccato. I ricordi l’assalirono. Josie aveva dimenticato la sensazione di essere tutto per qualcuno. Il battito le accelerò e una sensazione di calore le si diffuse nelle vene come un whiskey pregiato.
Riassumendo: un romanzo con moltissima azione e altrettanta sensualità, che si sviluppa in buona parte con passione repressa. Molto interessante anche l’aspetto “paranormal” riguardo alla creazione di uomini potenziati grazie a ricerche genetiche, con i vari risvolti relativi a questioni etiche, morali e sociologiche.
«Mi ami?» Shane aveva bisogno di saperlo. Aveva bisogno di sentirle dire quelle parole. Gli occhi di Josie si scurirono fino a diventare quasi viola. «Ti amo.» Tirò un filo allentato del piumone. «Ti ho sempre amato.» «Tu sei l’unica donna che abbia mai amato.» Lui non poteva vivere senza Josie. Non voleva. «Sono egoista, Josie. La vita è dura e io non voglio combatterla senza di te.»