Recensione: “Più che bene” di Lane Hayes (Serie Più che… Vol. 1)
Matt Sullivan si definisce per etichette: studente di legge, atleta, eterosessuale. I suoi obiettivi sono laurearsi e fare carriera in uno studio legale. Una sera decide di accompagnare il suo coinquilino gay in discoteca, e la sua vita cambia. Si rende conto, infatti, di essere attratto dall’uomo più bello che abbia mai visto. Tutte le sue etichette piano piano finiscono per staccarsi, perché non riesce a dimenticarlo.
Aaron Mendez non crede nelle etichette. Si tiene alla larga dagli uomini etero curiosi e non ha paura di mettere in chiaro che non intende nascondere la sua natura favolosa per nessuno. Se da una parte Aaron non può negare di essere attratto da Matt, dall’altra, però, è riluttante a farsi coinvolgere in una storia da qualcuno che trova ancora difficile accettare cosa implica quella nuova etichetta. Soprattutto quando quel qualcuno ha ancora una ragazza.
Matt Sullivan è un giovane studente di legge, attraente e sportivo. Divide un appartamento a Washington con i suoi amici, ha una ragazza e una famiglia numerosa, che lo appoggia e lo sostiene nelle sue scelte. Una sera qualunque entra in un locale frequentato da gay e da quel momento la sua vita cambia per sempre. Al centro della pista il ragazzo più bello che abbia mai visto balla, muovendosi in maniera sensuale e perfetta, e Matt non riesce a smettere di guardarlo. Una strana elettricità percorre l’aria intorno a loro quando incrociano gli occhi, e subito dopo si ritrovano a bere insieme al bar del locale. La conclusione di quell’incontro è troppo rapida e Matt continua a pensare a quella pelle olivastra, ai capelli neri e agli occhi verde-oro, sperando di rivedere quel ragazzo ancora una volta. Il suo desiderio viene esaudito pochi giorni dopo, quando entrambi s’incontrano nuovamente per caso in un bar e iniziano a conoscersi.
Aaron Mendez è l’esatto opposto di Matt: gay dichiarato e orgoglioso della sua identità sessuale, non nasconde anzi mette in mostra il suo lato femminile, attraverso le sue camicie floreali e i calzoni aderenti, esaltando i suoi occhi truccati e il velo di lucidalabbra che usa abitualmente, senza alcuna remora. Assistente editoriale di una rivista di moda, appassionato di fotografia e jogging, Aaron riesce a incantare Matt con i suoi modi schietti ed esuberanti, affascinandolo, e insinuando in lui il seme del dubbio. Matt ha una ragazza ed è sempre stato convinto di essere eterosessuale. Come può quindi sentirsi così attratto da un uomo? Bellissimo, affascinante e coinvolgente, certo, ma pur sempre un uomo?
Inizia così una battaglia interiore, nella quale le certezze di una vita, le definizioni di genere e il timore del cambiamento si scontrano con un’attrazione sempre più potente e un sentimento che, a poco a poco, si fa vivo e reale, tanto da non poter essere ignorato. Ma Aaron non è un ingenuo, ha già affrontato la guerra per affermare se stesso, anzi la combatte ancora, ogni giorno, perché non è mai facile farsi accettare per quello che si è davvero, e non è disposto a mettere in gioco il proprio cuore con il serio rischio di perderlo.
Narrata con stile fluido, la storia scorre facilmente senza grandi colpi di scena o particolari intrecci della trama. Ho apprezzato la caratterizzazione di entrambi i protagonisti, due personalità così distanti che, però, si attraggono inesorabilmente e danno vita a un sentimento tenero e sincero, in cui tuttavia il desiderio sessuale rimane sempre in primo piano e i ruoli sono fin dall’inizio molto chiari e definiti.
Nonostante i suoi pregi, però, il romanzo non è riuscito a coinvolgermi davvero. Ho seguito il desiderio di Matt, i suoi tentativi di conquistare Aaron, le incertezze, l’attrazione che si trasforma in amore, senza particolare empatia. Allo stesso modo non sono riuscita a entrare in sintonia con Aaron e la sua personalità così decisa, anche se dolce ed esuberante, pur avendo apprezzato le sue sicurezze e la piena accettazione della sua identità.
Un romanzo con tante potenzialità nell’idea di fondo, ma che non mi ha lasciato alcuna traccia indelebile.
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