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Recensione: Più felice che no di Adam Silvera

Titolo: Più felice che no

Autore: Adam Silvera

Editore: Mondadori

Genere: narrativa LGBT

Target: +16

Data di pubblicazione: 15 novembre 2022

DA QUANDO SUO PADRE si è suicidato, è dura per Aaron Soto, sedici anni, immaginarsi di nuovo felice. E la cicatrice a forma di sorriso che ha sul polso non fa che rinnovare il dolore, ma anche la sua determinazione a farcela: riconquisterà la felicità, anche con l’aiuto della fidanzata Genevieve e dell’indaffaratissima mamma.

Quando Genevieve parte per tre settimane, Aaron inizia a passare sempre più tempo con il suo nuovo amico Thomas. Piano piano, Thomas diventa sempre più importante, e Aaron non può negare i sentimenti che prova per lui, anche se tutto questo crea tensioni con la sua ragazza e con i vecchi amici.

Per riavere indietro la sua vecchia vita, Aaron arriva a prendere in considerazione ogni strada, compresa la rivoluzionaria procedura per cancellare la memoria proposta dall’Istituto Leteo.

Ma vale davvero la pena dimenticare chi sei pur di essere felice?

 

 

Appoggio la testa contro la parete, l’acqua mi scorre tra i capelli e lungo la schiena, e penso a tutti i ricordi che farei sparire grazie a Leteo. Hanno tutti a che fare con il vivere in questo mondo dopo papà. Ruoto il polso e fisso la cicatrice. Non riesco a credere di essere lo stesso ragazzo che si è inciso un sorriso sul polso perché non riusciva a trovare la felicità, lo stesso ragazzo che credeva di trovarla nella morte.

 

Incredibile e doloroso. Queste sono le prime parole che mi vengono da associare a Più felice che no. Che sia una storia fuori dal comune lo si intuisce già dalla trama: un programma, Leteo, prevede la cancellazione dalla memoria degli eventi dolorosi, al fine di permettere di continuare a vivere felici, ignari di quello che ci  ha fatto soffrire. Ma si può essere felici senza una parte di sé?

Aaron Soto, sedicenne americano, ha avuto la sua buona dose di infelicità: qualche mese prima suo padre si è suicidato nella vasca da bagno di casa e, poco dopo, anche lui si è inciso quello che lui definisce “un sorriso” sul polso; non ce l’ha fatta però a morire, forse perché non lo voleva davvero, era solamente troppo sopraffatto da tutto. Ora sembra sereno, o almeno sereno per quanto possibile dopo ciò che ha passato. Ha al suo fianco Genevieve, la ragazza che ama, e una mamma che, anche se indaffarata e triste per quello che ha vissuto, gli vuole un bene dell’anima. Ha degli amici con cui passa il tempo tra giochi da duri e scherzi. Qualcosa cambia quando, in giro per il quartiere, incontra Thomas. Aaron si sente sempre più legato al nuovo amico, forse perché è l’unico che lo ascolta per davvero, lo spinge ad aprirsi e lo fa ridere. Condividono sempre più tempo insieme finché Aaron non riesce più a negare l’attrazione che lo spinge a cercare sempre più la sua compagnia, un sentimento molto più intenso di quello che sente per la sua ragazza. Quindi, forse è gay? Impossibile parlarne ai suoi amici di sempre: nel suo quartiere essere gay è una condanna, pericoloso farsi scoprire. Con chi confidarsi se non con Thomas?

 

“Cosa pensi sia successo che ha cambiato le cose?”

‘Sei successo tu’ vorrei dire, ma non lo faccio.

 

La nuova felicità di Aaron lo fa sentire in colpa verso Genevieve, in pericolo con i suoi amici ma, per la prima volta nella sua vita, si sente davvero al posto giusto con qualcuno.

“Questo è il ragazzo che mi rende felice.”

 

Non mi basta avere Thomas nella mia vita, voglio che sia sempre felice, che tenga lontana la morte dalla mia vita, che mi renda più facile essere quello che sono.

“Potrà sembrarti stupido, ma credo che tu sia la mia felicità.”

 

Un evento drammatico, in seguito, fa prendere in considerazione ad Aaron il programma Leteo, perché non riesce più a vivere dopo quello che gli è accaduto, troppo dolore da sopportare.

Tutto qui? No, perché in questo romanzo i colpi di scena sono sbalorditivi: molte cose non sono come appaiono e la vita del protagonista è ancora più incasinata e difficile di quello che pensavamo di sapere. Pochi autori sanno creare storie così avvincenti e sensazionali come Adam Silvera. Non sono riuscita a staccarmi da questo libro prima di arrivare all’epilogo: quasi una matrioska che pagina dopo pagina conteneva nuove sensazionali verità. I momenti dolorosi che spezzano il cuore sono tanti, come succede spesso nei romanzi di questo scrittore, ma la lettura vale senz’altro la pena. Non lascia indifferenti il destino di questo sedicenne dalla vita segnata, che vuole solo vivere senza nascondere chi è realmente ma si vede attraversare il cammino da difficoltà più grandi di lui. Ho amato immensamente questo personaggio, così spezzato, insicuro, fragile. Aaron è giovane, delicato e pieno di speranza e desidera solo una cosa: essere felice. Splendida e avvincente la costruzione della storia e strepitosa e trascinante la scrittura. Un avviso ai lettori, soprattutto ai più giovani: i pensieri suicidi e il successivo tentativo di uccidersi del protagonista sono  eventi molto forti e strazianti, come un pestaggio che subisce Aaron.

“E mentre aspetto, c’è della felicità che riesco ad afferrare. In questi album da disegno, dove mi accolgono mondi fatti di ricordi, quasi fossi un amico d’infanzia che si è trasferito lontano e dopo anni ritorna finalmente a casa. Sono più felice che no. Non dimenticatemi.”

Anche se non riusciamo sempre a costruirci il nostro lieto fine, possiamo imparare a essere più felici che no con le carte che abbiamo tra le mani (Adam Silvera).

 

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