Recensione: “Playing with daggers: Sangue vs Lealtà (“The Tidssons’ Archives” Vol. 1)” di Eva Fairwald
Quando l’attrazione per magia e potere diventa incontenibile e quando gli affari di famiglia si complicano, la giovane Kara ha già abbastanza problemi a cui pensare. Tuttavia, l’amore non conosce scuse e Axel von Steinfeld, nobile proveniente da Faerie, non è incline al rifiuto.
La famiglia Schwert controlla il mercato nero dai propri laboratori tedeschi ed è segretamente alleata con i Tidsson, gemelli svedesi protettori dell’equilibrio fra umani e creature sovrannaturali. Kara e il fratello Konrad sono pronti a tutto per seguire le orme del padre, ma il loro business è pericoloso e i nemici non perdonano. Karl, caro amico d’infanzia, si trova ora al servizio dei Tidsson, ma un segreto gli rode il cuore, per quanto ancora potrà mentire?
Accompagnate Kara in una ragnatela d’intrighi e incantesimi dal sapore antico, dove lealtà e legami di sangue non sempre vanno di pari passo.
Si può iniziare una recensione scrivendo “WOW!”? Beh, in questo caso permettetemi di farlo.
Quando ho iniziato il libro ero affascinata dalla trama, una guerra tra famiglie con lotte, amori e molti altri ingredienti succulenti. Ho trovato molto di più in questo romanzo!
Le mie letture contenevano sempre il buono, il cattivo e il sacrificabile, ma in queste pagine qualcosa manca… il buono!
Ma partiamo dalla storia della famiglia di cui fa parte Kara, ossia un’antica famiglia di spacciatori di tutto ciò che è spacciabile. Una ragazzina di soli 17 anni si ritrova a dover rimettere in piedi l’impero dei suoi avi dopo un golpe che ha spazzato via la sua famiglia.
Vi aspettereste una protagonista che tira fuori gli attributi e si rimbocca le maniche, ma sareste degli illusi. Kara, nonostante la sua giovane età, è un’organizzatrice, pianificatrice e manipolatrice. Sa esattamente cosa vuole e come ottenerlo.
Lei non ne avrebbe mai avuto abbastanza di quella sensazione che la consumava come una tempesta di sabbia: si trattava del potere. Ne era certa, il suo vigore era inebriante e lei doveva averne di più. Funzionava come una droga? Forse, ma come poteva essere negativo, se serviva così bene le sue intenzioni?
«Grazie, Konrad, per avermi mantenuta in vita!» disse qualcuno gettando un’ombra su di lei.
Kara sollevò la testa, il grigio cielo dell’autunno tedesco si abbinava agli occhi di suo fratello, facendolo sembrare ancora più preoccupato del previsto.
«So che sei un tiratore eccellente,» disse lei sorridendo «perché non l’hai beccato in mezzo agli occhi e perché non hai usato i proiettili adeguati ogni volta?»
«Il nostro patto non era uccidere.»
«Sarebbe stata una soluzione di successo per sbarazzarci di quella feccia una volta per tutte. Comunque per il momento ho salvato le ragazze.»
«Quando sei diventata così cinica? Che cosa ne è stato della mia sorellina?» commentò sedendosi accanto a lei.
«Questo è ciò che succede se le uniche persone con cui interagisci sono quelli che studi.»
«Non puoi essere così spietata, non smettere di comportarti da brava persona.»
«Sei serio?» chiese lei squadrandolo con più attenzione.
Konrad non scherzava, le labbra erano più sbiadite del normale e formavano una linea tesa sul suo volto.
«Ho dei freni, Kara. Recuperane anche tu, prima di trasformarti in un mostro o in un cadavere. Ho davvero avuto paura di perderti oggi… mi spiace di aver messo la tua vita in prima linea.»
Sin da subito Kara Schwert dimostra la sua vera natura, attratta dal potere e dalla libertà di poter essere se stessa.
Riesce a cogliere ogni occasione pur di farsi dei nuovi alleati e arrivare al suo scopo. Incontra così Axel Duca, dell’Impero del Faere di Germania. I due sono collegati e sono destinati a essere alleati e non solo poiché fanno parte di un piano più grande, ma perché sono i protagonisti di un’antica profezia magica.
«Irriverente, sagace e stupenda.» rispose lui con la sua voce vellutata «Capisco perché Konrad non ci abbia mai presentati.»
«Probabilmente temeva che ci ammazzassimo a vicenda.»
«O che magari trovassimo qualche accordo senza di lui, sai, il fratello maggiore, l’uomo mandato in missione.»
Kara s’irrigidì fra le sue braccia e Axel rise di lei… quindi, non era affatto l’idiota che lei credeva.
«Sì, amore. So che cosa tentava di fare. Voi Schwert cercate un’alleanza e io sono il vostro cancello per Faerie.» disse lui traendola più vicino «Ti prego di correggermi se sbaglio, comunque capita di rado e non gradisco essere contraddetto.»
Il cuore di Kara saltò un battito e i polmoni si rifiutarono di consegnare altro ossigeno attraverso il suo corpo, lasciandola senza fiato e pallida. Non poteva lasciarsi sfuggire quella possibilità, quindi si preparò e richiamò l’immagine di un’enorme onda che portava via i suoi dubbi, prima di parlare di nuovo.
«Non sbagli.» farfugliò lei posandogli le mani sulle spalle «Tuttavia, la mia proposta non ha nulla a che vedere con il tipo di patto che aveva in mente Konrad.»
Su di loro non posso dirvi altro visto che questo primo capitolo è incentrato su Kara e gli affari di famiglia.
Ecco quindi che entreranno in gioco molti personaggi che, presumo, ritroveremo nei prossimi libri della serie.
Konrad, compagno di armi di Kara, pronto ad aiutare la sorella in ogni modo, con sangue freddo e calcolatore.
Arne e Hilde Tidsson, i gemelli al potere, i “buoni”, se così vogliamo chiamare una famiglia che al di fuori vuole una sana convivenza tra razze, ma che in realtà ha tantissimi segreti da nascondere… primo fra tutti il legame con la famiglia Schwert.
Infine, c’è un ultimo protagonista che mi ha lasciata con l’amaro in bocca. Un uomo antico, con le mani in pasta ovunque, un uomo che ha talmente tanti segreti che non si sa neanche il suo vero nome: l’avvocato Herzmann. Vampiro d’altri tempi, riesce dove nessun altro può e non si capisce quali siano in realtà i suoi progetti.
Ciò che ha reso bellissimo questo libro è che l’autrice è riuscita a disorientarmi. Quando si è una “lettrice compulsiva” si rivedono molti cliché, stessi personaggi modificati, stessi modi di dire e spesso durante la lettura si capisce già quello che faranno o diranno i personaggi qualche riga dopo. Insomma è facile annoiarsi. Kara però è una bomba ad orologeria in pieno stile mafioso e questo libro vi farà entrare in un mondo totalmente nuovo dove gli affari di famiglia, l’onore e la vendetta sono le tre fonti principali per riuscire a sopravvivere. La violenza è molto presente nel libro, ma è contestualizzata, anche se cruda non è fastidiosa.
Chi è il buono e cosa s’intende per buono in Playing with daggers? Non so darvi una risposta, ma vi lascio con due estratti che vi faranno capire che non si deve andare mai e poi mai contro la famiglia.
Hilde:
Il caposquadra locale aveva il diritto di sapere e lei non voleva mentire alle proprie truppe, omettere pareva un po’ meglio.
La donna aprì di nuovo i coperchi, mirò e sparò, sopprimendo ogni esitazione con la forza di un’abitudine ben consolidata. Dovere, pensò, lealtà verso i miei alleati, un gesto per esprimere la mia costernazione per aver mandato Karl da solo quella notte, un piccolo contributo per aiutare a dimenticare che un ordine diverso li avrebbe potuti salvare tutti. Le teste dei mostri scoppiarono tingendo il ghiaccio con esclusiva vernice cremisi. Hilde Tidsson ripose la pistola nella fondina e diede fuoco agli otto corpi, distribuì un liquido infiammabile ovunque per terra e sui muri, spargendo distruzione. Poi, mentre la spazzatura bruciava tutt’intorno a lei, avvelenando l’aria con i suoi miasmi di muffa e decadenza, estrasse quattro oggetti quadrati dallo zaino e li piazzò sulle strutture portanti della costruzione. Infine, rifiutando di pensare a ciò che aveva fatto marciò all’esterno, premette un tasto su un telecomando e una deflagrazione irruppe nella bruma del mattino. L’hangar ruggì collassando al suolo in una pioggia di detriti sparsi; alte fiamme miravano al cielo e Hilde se ne andò senza mai voltarsi indietro.
Kara:
Il piano di Kara era di recuperare i nomi delle persone responsabili per l’attacco e di convincere i cugini a mandarlo indietro. Doveva tornare in Germania per tenere d’occhio la situazione, quando in realtà sarebbe stato un rapitore e un assassino.
«Ho finito di recitare la parte della vittima,» disse Kara «gli darò un assaggio dei miei piani, saranno abbastanza sorpresi dopo lo show di ieri.»
«Mi stai sollevando dall’incarico di guardia del corpo?»
Kara rise e gli rubò l’ultima polpetta.
«Solo per spedirti a casa a fare un po’ di pulizia.»
Buona lettura.
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