Recensione: Prendimi di Jennifer Probst (Sex on the Beach #2)
James e Quinn cercano di trasformare la loro storia occasionale in una relazione che resiste al tempo e alla quotidianità. James l’ha seguita a Chicago dove tenta di guadagnarsi da vivere senza ricorrere alla sua favolosa eredità. Si è iscritto alla Scuola d’arte, mentre Quinn sta completando gli studi come assistente sociale, e cerca in tutti i modi di meritarsi l’amore di Quinn. Sono cambiamenti positivi, che fanno maturare entrambi, ma l’amore, per quanto profondo, è messo a dura prova dal logoramento delle difficoltà quotidiane. Riusciranno James e Quinn a mantenere la promessa che si sono fatti?
Prima di tutto vorrei 15 minuti di applausi per aver letto questo libro e averci speso anche 10 euro (ok 9,99, ma il centesimo non mi ha cambiato la vita).
Grazie, ora posso iniziare.>
Avevamo lasciato i nostri eroi a Chicago. James aveva raggiunto Quinn, rinunciando al suo fondo fiduciario per frequentare una prestigiosa scuola d’arte, vivere in uno squallido appartamento e lavorare in una caffetteria per arrotondare (e già qui scivoliamo nella fantascienza).
Quinn, invece, sta per laurearsi e coronare il suo sogno, ossia lavorare con gli alcolisti e salvarli tutti (con una modestia davvero invidiabile).
Quindi che cosa mai potrebbe accadere di brutto a questi due focosi amanti? Quali machiavelliche insidie si sarà inventata la Probst per rianimare questo libro?
Nessuna, il libro muore. Scusate lo spoiler.
La trama è il festival delle banalità più spinte, al pari delle idiozie porno-soft che riesce a dire il nostro “novello indigente” quando è eccitato. Il tutto condito dalla situazione più trita e ritrita che possiate immaginare: un altro lui che tenta di insidiare lei (che fa tanto la santerellina, ma il pensiero l’ha sfiorata eccome), e un’altra lei che tenta di conquistare lui (non c’è neanche da sottolineare il fatto che lui ci ha riflettuto anche di più).
Che dirvi? Per fortuna è breve perché non avrei retto oltre la profonda noia che questo libro riesce a evocare.
Ma non anticipiamo altro e andiamo ai personaggi. Iniziamo da Quinn. Se James viene presentato come il bad boy dal lato oscuro più involontariamente comico mai concepito, Quinn è una santa: brava, bella e buona.
Per tutto il libro sembra più preoccupata che James non la possieda più in quel modo rude e selvaggio a cui l’aveva abituata agli inizi della loro storia, vorrebbe che le dicesse le porcherie e la sbattesse contro un muro (non sono io a pensarlo, lo dice proprio), ma cosa fa? Glielo chiede? Certo che no! Per tutto il libro rimanda questo confronto facendo sì che James continui a fare sesso romantico, mentre lui impreca come un turco dentro di sé per tenere a bada la bestia che ha dentro. Continua a ripetere, tipo carillon, quanto lui non meriti Quinn, quanto deve cambiare per lei. Quindi la pensata migliore qual è? Diventare noioso a letto. Per carità, non fraintendete, lei continua ad avere orgasmi multipli anche così, ma le manca la rudezza dei primi tempi.
James è patetico, completamente privo di attributi, non riesce a reagire a nessuna avversità se non piangendosi addosso al punto che, alla fine, ho iniziato a tifare per gli anaffettivi e stronzi genitori. Perseguitato da una sedicente insegnante d’arte, inviso al futuro suocero, preso in giro dagli ex amici ricchi, cambia idea ogni secondo e si fa condizionare dall’opinione di tutti.
I personaggi secondari non sono da meno e fanno a gara per vincere il trofeo del più ridicolo. Il padre di Quinn farebbe meglio a tacere visto il suo passato e invece si erge a censore. Il capo della nostra eroina non è da meno e dispensa consigli disinteressati quanto lo possono essere quelli di uno che vuole infilarsi nelle mutandine della sunnominata. L’insegnante d’arte di James è una milf assatanata, patetica caricatura di ben altre e più illustri colleghe di carta. E, infine, cosa dire degli amici di entrambi? Avrebbero fatto bene ad aspettare il loro turno nei prossimi romanzi che, ahimè, temo ci saranno.
>Questa non è la Probst che, continuo a dirlo, abbiamo letto in passato. Punto. La scrittura è buona, niente da dire, ma non vale il prezzo e la fama precedentemente meritata dall’autrice.
Insomma, è una “sola” come si dice a Roma.
Vi lascio con due perle per farvi capire il lirismo delle scene d’amore. Pov di James ovviamente.
“… e mi sorrise in quel modo che mi accendeva dentro e me lo faceva venire così duro che avrei potuto incidere le pietre.”
“E il suo sesso era il paradiso, rasato con cura come una perfetta pista di atterraggio per la mia lingua.”
Ripeto il consiglio che ho dato per il primo libro. Con il cuore, non compratelo, risparmiate i soldi per qualcosa che merita.
Due per la scrittura corretta e l’assenza, almeno per quello che ho potuto notare io, di refusi.
Sconsigliato.
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