Recensione: “Quel che succede da Joe” di SJD Peterson
La promessa del lavoro dei suoi sogni spinge Murphy a trasferirsi in Florida, ma al suo arrivo lo aspetta un brusco risveglio: il progetto è sospeso. Si trova perciò davanti a un bivio: tornarsene in Michigan con la coda tra le gambe o restare per trovare un altro lavoro? Le sue prospettive sembrano migliorare quando entra in un bar e scopre che il proprietario sta cercando qualcuno per ristrutturare l’appartamento al piano superiore. Accetta con gioia l’incarico, per rendersi conto solo in un secondo momento che ha già conosciuto Joe Sterling, il proprietario di Kaffeinate: la prima sera in città lo ha rimorchiato in un club.
Murphy e Joe sono entrambi orgogliosi, passionali e schietti. Nessuno dei due è alla ricerca di una relazione, sebbene non possano negare che le loro personalità si sposino come caffè e ciambelle. Il loro rapporto si incrina quando Joe scopre che Murphy è stato assunto dalla società che ritiene stia cercando di danneggiare le imprese del quartiere e l’ambiente. Finché Murphy continua a lavorare per loro, Joe non vuole avere nulla a che fare con lui, mettendo così a rischio la speranza di un inaspettato lieto fine.
Purtroppo, poteva far finta di essere sicuro di sé, ma i suoi pensieri e il suo corpo continuavano a fargli venire in mente Joe. Tre giorni di lavoro massacrante, durante i quali aveva spaccato piastrelle e buttato giù il cartongesso, non lo avevano distratto dal suo capo, ma se anche fosse riuscito a non pensare più a lui, non sarebbe bastato: il bastardo continuava a invadere i suoi sogni, e nemmeno una volta l’aveva fatto con addosso i vestiti.
Doveva essere l’incontro di una notte subito dimenticato, ma il destino fa in modo che, senza volerlo, Murphy si trovi ha lavorare proprio per l’uomo che gli ha fatto passare la nottata di sesso più bella della sua vita. Entrambi sono reduci da relazioni fallimentari e tutti e due hanno deciso che nella loro vita non hanno bisogno di altro che sesso e nulla più. Eppure, Joe e Murphy, non appena entrano insieme in una stanza, non possono fare a meno di togliersi i vestiti e saltarsi addosso. Murphy ha accettato di ristrutturare l’appartamento che si trova sopra il bar di proprietà di Joe, dopo che il lavoro che gli era stato promesso è stato fermato per dei cavilli legali. Pur non riuscendo a stare lontani e frequentandosi tutti i giorni e passando le notti nello stesso letto, i due giovani si raccontano poco o niente di sé, ognuno fermo nella sua convinzione che nessun sentimento debba entrare in quella relazione. Ma una volta che la ditta richiama Murphy al lavoro, le cose fra loro precipitano e cominciano liti furibonde. Joe avverte Murphy che la società per cui lavora è marcia, ha costretto molti dei residenti a vendere le loro proprietà e lo stesso Joe ha salvato il suo bar solo perché si trova in un edificio storico. Ma Murphy non intende rinunciare al suo lavoro, è appena uscito da una relazione in cui il compagno tentava di governare la sua vita, e non ripeterà l’esperienza, nessuno gli dirà più ciò che può o non può fare. Ma quando vedrà confermata la verità di Joe, farà di tutto per aiutarlo a salvare il suo quartiere.
Due personalità fin troppo simili quelle di Joe e Murphy, entrambi sono forti, risoluti e decisi a non amare mai più. Si incontrano una sera in bar e la loro è un’attrazione subitanea e irresistibile; forse troppo simile a un’ossessione. Buona parte delle pagine del libro, infatti, è infarcita dai loro appassionanti incontri di sesso e questo, sicuramente, penalizza sia la trama che gli stessi personaggi. Ben poco si raccontano di se stessi, nonostante appaia subito chiaro che c’è ben più di solo sesso fra di loro, e solo Joe ha attimi di cedimento in cui ammette con se stesso che sta cominciando a provare il desiderio di avere di più. Murphy, fino all’ultimo, tenta in ogni modo di non ammettere nessun coinvolgimento, e questo sinceramente me lo ha fatto amare di meno. Se il sesso è fin troppo presente, anche se ben scritto, l’autore si è lasciato sfuggire l’occasione per rendere il libro più interessante, non sfruttando la bieca società pronta a tutto per mettere le mani sugli edifici che gli sono sfuggiti. Quello che avrebbe potuto dare pepe ha, in definitiva, una storia senza grandi avvenimenti, il tema è stato trattato con grande superficialità e in poche pagine, arrivando alla risoluzione in modo banale e poco avvincente e senza un attimo di pathos. Peccato, perché quest’autore sa scrivere ben di meglio, i personaggi erano simpatici e, se si fossero raccontati di più, sarebbero stati più interessanti. In definitiva, questa lettura, per quanto sia scorrevole e si legga piacevolmente, non è uno di quei libri che ricorderò nel tempo. Simpatico e gradevole ma niente più.
A cura di:
A cura di: