Recensione: “Questa è l’ultima volta che ti dimentico” di Levante
Care Fenici, Mumù oggi ci parla di un libro particolare: “Questa è l’ultima volta che ti dimentico” di Levante
Tutti abbiamo cose che non riusciamo a dimenticare. Quel commento velenoso, quell’amore finito, quel giorno in cui la vita ci ha lasciato una cicatrice. Eppure, senza questi dolori, non saremmo le persone che siamo oggi. Lo sa bene Anna, che i ricordi se li sente tatuati addosso: nel paesino in cui vive, tutti hanno memoria della sua storia di bimba cresciuta troppo in fretta. Per sfuggire agli sguardi e ai giudizi della gente, ma soprattutto per seguire un percorso che, quando volge in alto lo sguardo, vede tracciato tra le stelle, Anna ha imparato a volare via danzando sulle punte: quando balla, nessun posto è troppo piccolo per i suoi sogni grandi. Nemmeno la scuola, dove le scarpette e il tutù cedono il posto ai sospiri per Giulio, tanto bello quanto sfuggente, e alla complicità di Egle, l’amica con cui condividere segreti, sorrisi, momenti di noia e corse in motorino. Il perimetro del cuore di Anna sta tutto lì, tra gli esercizi alla sbarra e le granite in piazza; tra le fantasie di fuga e il semplice desiderio di essere vista, di ricevere finalmente attenzioni, di essere amata. Ma nell’entroterra siciliano il passato ha radici lunghe, che ti tengono ancorata al suolo anche se hai solo quattordici anni e ti senti leggera come una piuma. Per conoscersi davvero, Anna dovrà guardarsi indietro e mettersi in ascolto: solo così sarà libera di abbracciare luci e ombre della propria identità.
Salve Readers, quest’oggi voglio parlarvi di un romanzo che mi ha molto colpita, Questa è l’ultima volta che ti dimentico.
L’ho trovato poliedrico e multidimensionale, cercherò di spiegarmi subito più chiaramente. A prima vista dà l’impressione di essere un libro adatto agli adolescenti, ma più leggi più cominci ad immedesimarti nel personaggio. C oggi sarebbe una trentenne, quindi mia coetanea, questo particolare ha fatto sì che mi ritrovassi molto in questo racconto, quella bambina avrei potuto benissimo essere io! È stato come riabbracciare la me del passato, un viaggio nei ricordi incredibile: il bar della piazzetta, i pomeriggi a zonzo con le amiche, la prima cotta… il grembiule! Poi “la me di oggi” ha avuto modo di ritrovare quei pensieri, timori, quei silenzi, dietro cui si celavano un mondo di parole, che alzavano un muro con i miei genitori, loro erano gli adulti e mai avrebbero potuto capire! Mi è piaciuto tanto quando si è affrontato il tema della danza, passione che ha permesso a C di superare quei lunghi anni così difficili per lei. La dedizione, la costanza, l’impegno, per far sì che i sogni non rimanessero prigionieri in un cassetto, ma che potessero spiccare il volo e assumere una forma concreta e tangibile.
E C ce la mette tutta, giorno dopo giorno, per riuscire a ricomporre i pezzi e riuscire a capire la realtà che la circonda e che i ‘grandi’ continuano a celarle; ma non si accontenta di quelle poche verità che è riuscita ad ottenere dalla madre, no, lei è testarda e caparbia, vuole delle risposte e non ha paura di riuscire ad ottenerle. E qui si tocca un altro tema, quello che successe al padre tanti anni fa, finalmente C riesce a scoprire la verità, quella verità che tante volte ha solo sentito sussurrare, ma che nessuno le ha mai raccontato apertamente.
Non so se sia stata una scelta ben precisa dell’autrice quella di lasciare questa parte poco sviluppata, magari per stare in linea con il racconto, o forse perché il suo scopo era quello di farci immedesimare con la protagonista e guardare tutto attraverso i suoi occhi, spiegazione quest’ultima, abbastanza plausibile se si tiene in considerazione il fatto che il romanzo viene raccontato in prima persona.
Il risultato è quello di lasciare al lettore un momento di riflessione personale, e questo devo dire che mi ha colpito più di ogni altra cosa. In un momento storico in cui veniamo bombardati continuamente da ogni genere di notizia, in cui ci viene spiegato tutto, in cui oramai il sapere viene lanciato come mangime agli uccelli, questo libro lascia ad ognuno di noi lo spazio per poter formulare il nostro pensiero circa una realtà che viene sussurrata e dipinta con tenui colori pieni di sfumature.
Quando poi arriviamo al finale, certi che nulla più possa ancora succedere, ecco che l’autrice con un abile colpo di penna, rimette tutto in discussione e ci costringe a fare i conti con una nuova verità e a tornare nuovamente indietro, mettere a posto i tasselli mancanti e rileggere tutto con una nuova chiave di lettura. Davvero intrigante.