Recensione: Rapita da un Highlander di M.P. Black
Autore: M.P. Black Genere: Romanzo storico/time travel (viaggi nel tempo) Editore: Self publishing Data di pubblicazione: 15 ottobre 2023
Catapultata nel Medioevo scozzese.
Prigioniera in un castello pieno di intrighi, contesa tra due fratelli pericolosi e affascinanti.
Rhona è una ragazza concreta e moderna. Laureata in matematica, si trova nelle Highlands con la sorella, decisa a dimenticare l’ex fidanzato.
Un temporale improvviso, una tempesta di fulmini… E il velo del tempo si squarcia, portandola indietro nei secoli, tra le braccia di un misterioso guerriero.
Lyall MacKenzie è puro fuoco: passionale, impulsivo, bellissimo. La spaventa e l’attrae.
Il desiderio tra loro arderebbe inevitabile, se lui non dovesse sposare un’altra donna per motivi politici.
E se non ci fosse di mezzo Kenneth, il fiero e indomito fratello di Lyall, deciso a fare di Rhona sua moglie.
Coinvolta suo malgrado in una lotta tra clan rivali, la ragazza si troverà a fronteggiare un mondo sconosciuto e ostile.
E a essere divisa tra il desiderio di tornare a casa e quello di restare lì, dove batte il suo cuore.
- timeTravel
- MedioevoScozzese
- ForcedProximity
- ImpossibleLove
- Spicy
Care Fenici, è con sommo piacere che vi presento Rapita da un Highlander, un libro con ambientazioni che spaziano nel tempo, più precisamente tra il 1457 e il 2023. Non so voi, ma io adoro i viaggi nel tempo, difatti portai questo tema come relazione per un esame all’università, guadagnandomi un bel 30 (le gioie della vita!). Appena ho visto la copertina e ho letto la trama ho capito che doveva essere mio a tutti i costi. Quindi ringrazio l’autrice per averci donato la copia arc.
Detto questo, passiamo ai fatti: il romanzo ha rischiato di non brillare per originalità in quanto sviluppa un tema parecchio abusato, ma dopo le prime pagine… ecco lo spasmo muscolare o cerebrale, che segna l’inizio di un infarto o di quel barlume di curiosità che ti incastra le viscere e sai che fame e sonno non hanno la benché minima importanza: bisogna arrivare alla fine! Normalmente in questi libri si trovano tanti luoghi comuni, tanta magia ma neanche un briciolo di realismo, invece, in Rapita da un Highlander, lo si trova eccome il realismo.
Cercherò di essere rapida – seh magari!
Nel 1457 il figlio maggiore del Laird, Lyall MacKenzie, a causa delle continue lotte contro il clan rivale dei Munro, viene obbligato dal padre a intensificare un’alleanza con l’unica figlia del clan alleato MacRae. Dire che prende male la situazione è un eufemismo, ma purtroppo non ha scelta.
Nello stesso momento, ma in un tempo lontano, Rhona MacRae e sua sorella Diane sono sulle rovine del castello MacKenzie a scattare fotografie. Rhona è appena uscita da una relazione infelice con il suo ormai ex e non se la sta passando bene. Tutto d’un tratto scoppia un violento temporale, il cielo diventa scuro e in un attimo cruciale vede un uomo. Poi tutto si fa nero ma è il risveglio a essere una vera doccia gelata. Nel giro di poco comprende di essere finita nel castello dei MacKenzie in pieno Medioevo e lo stesso uomo visto poc’anzi non solo tenta di ucciderla, ma la rapisce chiudendola nelle sue stanze, credendola una spia. Inizia da questo momento un amore proibito, impossibile da mostrare alla luce del sole. Lyall è promesso a un’altra MacRae della sua epoca e per Rhona la situazione è complessa: non sa come tornare a casa, non sa come proteggersi e… nel vedere Lyall ha provato una sorta di nostalgia familiare.
Quando dico che c’è molto realismo, intendo la caratterizzazione dei personaggi soprattutto Lyall, un uomo che prende molto sul serio il suo ruolo come primogenito del Laird, ma anche se l’onore è un suo punto fermo, e magari all’inizio lo odierete – come la sottoscritta – poi cambia, si mette in gioco sul serio. Inoltre, l’autrice descrive bene i pericoli dell’epoca come donna, soprattutto come donna nubile senza protezione. Una cosa che ho decisamente apprezzato. Come personaggio femminile incastrato in un’altra epoca non è semplice ritrovarsi senza agi e senza la libertà di decidere per se stessa. Mentre leggevo mi sono immedesimata in lei, sentendo la claustrofobia e la pressione, provando le sue stesse emozioni. Tra l’altro la ragazza, avendo un dono meraviglioso oggi, ma non certo per quei tempi, non ha suscitato molte simpatie. Ma questo ve lo lascio scoprire!
Cercando di essere totalmente onesta non ho apprezzato particolarmente Lyall, e nemmeno certe situazioni un po’ forzate a mio avviso, ma Kenneth, il fratello del nostro protagonista, vale tutto. Non so come si faccia a non amare un uomo simile, che gioca un ruolo parecchio accattivante.
Ci sono altre figure degne di nota, importantissime e vi giuro che vorrei parlare tanto di loro ma sarebbe uno spoiler troppo grosso, il massimo che vi posso dire è che il finale contiene la chiave per disinnescare l’enigma e quindi leggete attentamente.
Le scene di sesso non mancano, sono ben dettagliate e comprendono tanto sesso orale – in quei tempi senza particolare igiene e senza spazzolino con dentifricio alla menta non credo lo avrei accettato – e masturbazione. Ma niente di volgare o spiacevole.
Sono rimasta abbastanza soddisfatta e spero che prima o poi l’autrice voglia scriverne il seguito. Buona lettura!