Recensione: Ravensong di TJ Klune
Serie: Green Creek vol. 2
Titolo: Ravensong
Serie: Green Creek vol. 2
Autore: TJ Klune
Genere: dark fantasy MM
Editore: Mondadori Oscar Vault
Data di pubblicazione: 4 giugno 2024
La serie Green Creek è composta da:
- Ravensong
Gordo Livingstone non ha mai dimenticato le lezioni incise sulla sua pelle. Tradito e abbandonato dal suo branco, ha trovato rifugio nell’officina di Green Creek, e ha giurato a se stesso che non si sarebbe mai più intromesso negli affari dei lupi. Ma i lupi sono tornati, e adesso, dopo un anno dalla morte di Richard Collins, Gordo ha ritrovato il suo posto nel branco come stregone dei Bennett e cerca di ignorare Mark con difficoltà. Ma il tempo stringe. Una nuova minaccia è in arrivo, e questa volta serpeggia dall’interno. Certi legami, non importa quanto siano forti, sono fatti per essere spezzati. CONTIENE UN RACCONTO INEDITO.
Questa serie o la ami o la detesti, non c’è via di mezzo. L’autore mette a dura prova chi legge usando una prosa elaborata per i protagonisti umani e una basica per i lupi; i continui salti di stile non ti lasciano prendere fiato e, come dicevo, o ti innamori perdutamente di questo crescendo emotivo e travolgente o rinunci e lasci il libro a metà. Personalmente credo che leggerei persino la lista della spesa se fosse scritta da Klune poiché ammiro il suo stile e la sua scrittura da sempre e trovo che aver scisso i due modi di pensare per evidenziare le creature di cui si parla sia un mezzo colpo di genio.
Il libro narra, tra flashback continui e pensieri del momento, la storia di Gordo e Mark: pochi fronzoli, tanta sostanza e una montagna di scappellotti che avrei dato a entrambi in svariate occasioni perché dai! Non puoi essere così ottuso, cieco e cattivo con lui! La sofferenza a volte è così palpabile che le lacrime e la frustrazione sono sempre lì in agguato pronte a travolgerti, perché ogni nuovo capitolo pone mille domande le cui risposte però non vengono date, non subito, te le devi sudare, capire, creare a volte, finché Lui non ti dirà il come e perché, l’ho già detto che lo adoro vero?
Le descrizioni sono poche, essenziali, Klune lascia così tanto spazio all’immaginazione da essere inebriante. È come assistere a quei quiz a premi televisivi dove ascolti le prime battute di un brano e tu devi indovinarne il titolo, più ti cali nella storia più ogni minimo riferimento ti lancia in una marea di emozioni, come fanno appunto quelle poche note quando ti richiamano alla mente non solo una canzone, ma tutto ciò che è legato a essa.
La caratterizzazione dei protagonisti te li fa amare senza se e senza ma, così vivi, fallaci, imbranati, eroici, orgogliosi e poi l’ironia del team umani è impareggiabile. Finalmente parlano anche le donne! Negli MM sono spesso figure marginali poco approfondite che servono a fare da spalla. In questa serie invece hanno ruoli importanti, Bambi e Jessie possono tranquillamente appendere per gli attributi uno qualsiasi dei loro compagni e non le mandano a dire a nessuno. E poi Kelly sempre perso nel suo mondo che lo fa sembrare un orsacchiotto di peluche, Carter che non vede davanti al suo naso l’ovvio, anche quando ti atterra come se fossi una frittella gigante, il trio dei meccanici poi, così dissacrante da essere lo spezza tensione meglio elaborato che io abbia letto negli ultimi anni, insomma, non trovare un tuo preferito in questa serie è davvero dura.
Ma la cosa che più ho apprezzato è che le scene hot sono poche, non invadono il testo, sono parte della storia per come spiegano i personaggi, non servono ad accontentare la libido, non sono volgari, sono la spiegazione di un altro aspetto dei rapporti che intercorrono tra le varie coppie, potremmo definirlo una “cottura super lenta” dove il sesso completa, rende perfetto. Dice molto più di quello di ciò che mi è capitato di leggere in alcuni MM dove sembra quasi che non si sappia cosa far fare ai personaggi e allora li si fa finire tra le lenzuola.
Quindi? Consigliatissimo è ovvio.