Recensione: “Razov” di Giovanna Roma (Deceptive Hunters Series Vol. 02)
Poche cose mi interessano davvero: le banconote di grosso taglio e le armi. Tutto quello che non è compreso in queste due categorie, è tagliato fuori. Lisa Petrova rientrava nella seconda. Era la scelta per sbaragliare la concorrenza e rafforzare il mio Impero. Era la garanzia di un caricatore d’arma d’assalto a vita. Poi mi è esplosa tra le mani. La sicura che la conteneva si è sganciata. Inganni e segreti sono saltati in aria. Il mondo di entrambi si è capovolto. Strano a dirsi, ma non potevamo essere più distanti di così. Era convinta che fossi il mandante della Morte, mentre io concedo, ai popoli in lotta, il potere di difendersi. Se non lo credete, avete un’errata concezione di ciò che è giusto e sbagliato. Permettetemi di aggiustarvi.
Eccoci arrivati al secondo volume di questa accattivante e spregiudicata trilogia.
Una serie i cui protagonisti maschili trasudano fascino, pericolo e oscurità in egual misura, diventando una calamita irresistibile per ogni fibra del mio essere.
Era successo con Adam. Ora succede anche con Razov. Soprattutto con Razov.
“La sua mente è un meraviglioso pozzo di atrocità,
non conosce il fondo,
rinnega la decenza
e ogni forma di umanità.”
Questo è Razov Kosloff. Il potente capo di un’organizzazione malavitosa che gestisce mercenari e rifornisce di armi letali sia i governi che i gruppi ribelli dell’ intera Europa dell’Est. Lo stesso uomo che non si fa scrupoli a irrompere in un ospedale civile e minacciare la dottoressa Lisa Petrova per convincerla a lavorare come medico al suo servizio, al solo scopo di curare gli assassini che lui stesso gestisce.
Ed ecco che il rapporto tra la bella dottoressa e lo spietato criminale diventa fin da subito un’eccitante altalena di provocazioni, di sfide all’ultimo sangue e battibecchi così carichi di erotismo da infiammare entrambi, in modo tremendamente pericoloso.
Lisa è una donna fiera, indisciplinata, intelligente e battagliera. Il modo con cui cerca di tener testa a un uomo come Razov è stato davvero esaltante. Almeno finché non supera il limite, quel confine irrisorio capace di imbrigliare un demonio sotto le vesti di un principe del contrabbando.
Perché Razov, a differenza di Adam, sa celare bene la sua spietata ferocia sotto una maschera di ingannevole eleganza. Un raffinato serpente che nasconde, alla perfezione, il suo veleno letale. Ma nascondere non significa annullare.
Nossignore. Perché quando quel veleno esce fuori in tutta la sua crudeltà, assistere all’oscuro spettacolo è una gioia per gli occhi e puro godimento per il mio piccolo lato tenebroso.
“Il piacere va oltre una carezza timorosa,
è il morso della brama, il batticuore del pericolo,
il rischio che questa sia la nostra ultima volta.
Stiamo salendo troppo in alto e ci spezzeremo al suolo quando cadremo,
perché succederà.”
Lisa tenta di lottare con tutta se stessa contro l’immoralità e l’ingiustizia di un mondo criminale che disprezza, ma ormai è impossibile opporsi alla feroce attrazione che la lega a Razov. Un’esplosione di carnalità che devasta entrambi.
Per non parlare dell’ossessione che il principe oscuro inizia a nutrire per la sua prigioniera.
Un tarlo che gli divora i sensi.
Gli frantuma l’autocontrollo.
Gli fotte la ragione.
E senza la lucidità del capo, il suo impero di tenebre e violenza rischia di rompersi e crollare sotto le sue stesse dita.
Dopo una rivelazione che cambierà le carte in tavola e istigherà a un crudele tradimento, i nostri protagonisti saranno travolti da un turbine di sospetti logoranti, desideri viscerali e una furia cieca che chiede solo vendetta.
Emozioni assordanti che mi hanno colpito col loro frastuono e non mi hanno permesso di concentrarmi su nient’altro.
Perciò non vedo l’ora di buttarmi a capofitto nel terzo libro e lasciarmi trascinare ancora dalle travagliate vicende dei suoi ombrosi protagonisti. Nella speranza che, alla fine, anche creature danneggiate come loro possano trovare un briciolo di pace.
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