Recensione: Recensione Libri: “Typhoon” di Jasmine Wylder (Serie Club Motociclistico della Fratellanza Selvaggia #5)
Buongiorno fenici oggi la nostra SimoG ha recensito per noi il libro “Typhoon” di Jasmine Wylder (Serie Club Motociclistico della Fratellanza Selvaggia #5)
La Fratellanza mi ha reso ciò che sono.
Io non chiedo; prendo.
Io non discuto; combatto.
Noi proteggiamo l’umanità da spietati vampiri; è il nostro lavoro.
Questo vuol dire niente distrazioni.
L’amore rende ciechi.
L’amore distrugge.
Amore – io non ci casco.
Cioè, c’è stata questa notte bollente con Mia mesi fa.
Un’esuberante tigre, con curve che potrebbero uccidere.
Ho assaggiato la sua carne delicata.
Ho toccato i suoi seni prorompenti.
È stata tutta mia.
Ma ora lei si è messa in vendita all’asta.
Il miglior offerente riceve il premio: sposarla.
Ho capito. Lei deve lasciare questo buco di paese.
Con tutte queste lotte, violenze e sangue.
Ma ora lei ha un bambino, e sono sicuro che è mio.
Lasciatemi dire una cosa: nessuno se la porterà a casa.
Lei appartiene a me, ad ogni costo.
Farò tutto ciò che serve per proteggere la mia famiglia.
Anche se il mio segreto più oscuro rischia di venire alla luce per minacciarci tutti.
Fonte della trama: Amazon
Premetto subito che avevo grandi aspettative per questo quinto libro della serie, poiché il protagonista è Typhoon, capo assoluto di tutte le fazioni della Fratellanza Selvaggia, maschione mutaforma dotato di una capacità di guarigione molto rapida e piuttosto inconsueta ai morsi di vampiro. Compare sempre come personaggio secondario nei precedenti libri della Fratellanza: proprio come un tifone arriva di sorpresa nei momenti clou della storia per punire spietatamente chi mette in pericolo i suoi “sudditi” e fare da ambasciatore tra mutaforma e vampiri costantemente in lotta. A malincuore devo ammettere che questo romanzo non mi è piaciuto per niente. Conosco quanto lavoro c’è dietro la stesura di un libro, soprattutto una serie, quindi prima di scrivere questa recensione mi sono presa il tempo per rileggerlo (si tratta di un centinaio di pagine) per cercare di valutarlo più attentamente, ma l’impressione è rimasta sempre la stessa. La scrittura e l’editing sono migliorate rispetto ai libri precedenti, non ho trovato i refusi che tanto mi turbavano! Come sempre l’idea di base del libro è buona: ci sono i mutaforma e i vampiri in lotta fra loro, c’è una dottoressa che cura tutti i membri della fratellanza, c’è il capo sexy restio all’amore e una gravidanza inaspettata. Purtroppo rimangono però solo idee… Non c’è nessuno sviluppo della storia e dei personaggi principali, dopo aver letto il libro di Typhoon e Mia, la dottoressa, non mi è rimasto nulla di loro. Mi spiego meglio: entrambi i personaggi compaiono quasi in tutti i libri, quindi, anche se non mi aspettavo che avessero una relazione, avrei voluto gli fosse dedicato un super libro, in cui avrei scoperto tutti i loro segreti. Volevo sapere come Typhoon fosse diventato capo supremo, come mai Mia avesse accettato il ruolo di dottoressa dei mutaforma e molte altre cose che sono rimaste, e temo rimarranno in sospeso per sempre… Diventa difficile anche parlarvi dei due protagonisti perché l’autrice li descrive e li caratterizza in modo superficiale, così come non si addentra in una profondità di emozioni o colpi di scena. Avrei voluto un romanzo alla stregua di quello scritto su Wrath e Beth (La confraternita del pugnale nero) o di Acheron e Tory (Dark Hunters) e invece ho trovato una storia a mio parere senza né capo né coda. Se non avessi letto i libri precedenti, la storia non avrebbe forse nemmeno senso. Non vi è un approfondimento della trama, che è stata sviluppata in modo lineare ma superficiale e non permette al lettore di calarsi e vivere la storia d’amore, intrecci e conflitti dei protagonisti. Le scene di sesso sono tiepide e non mi hanno dato nessuna emozione. Non ho nemmeno una scena divertente o una battuta da citare e questo mi sconforta. Un personaggio che non mi è dispiaciuto affatto invece, è stato il padre di Typhoon, mi ha fatto tenerezza che continuasse a chiamare il grande capo mutaforma con il suo vero nome: Robby. Era un po’ come soprannominare un cane San Bernardo “Briciola”! Il padre si dimostra sempre pronto ad accorrere in aiuto del figlio, benché sia più debole sia caratterialmente sia fisicamente. È stato uno dei pochi personaggi con una descrizione completa, probabilmente perché, essendo una new entry della serie, l’autrice ha voluto dedicargli una cura maggiore. Magari la mia impressione negativa è data per lo più dalle alte aspettative, proverò a leggere anche il libro successivo della serie per capire se è stato solo un momento di défaillance dell’autrice oppure se ha esaurito le idee in modo definitivo.