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Recensione: “Red (serie Black #2)” di T.L. Smith

Buongiorno care fenici, oggi Aina ci parla del libro “Red (serie Black #2)” di T.L. Smith

L’uomo che una volta si faceva chiamare Black, ora, non c’è più. Cosa è rimasto di lui?

Una ferita al cuore, una voragine profonda.
Si può aggiustare? O anche solo sostituire?
Le persone mentono e quelle a me più vicine lo fanno più di tutti gli altri.
Non sanno chi sono? E di cosa sono capace?
A volte mi chiedo se ne siano a conoscenza, perché quando svelerò le loro menzogne verranno spediti nell’inferno che, un tempo, io stesso ho visitato.
E non sarà piacevole.

Riuscirà mai a tornare a essere solo Liam e a riabbracciare la sua Rose? O lei non sarà nulla più che Red, un’altra memoria scomparsa?

Lei mi mantiene nella stessa posizione, contro di lei, e mi viene da chiedermi se sto facendo la cosa giusta. Se posso essere la persona che lei vorrebbe.
Potrei? Un giorno, forse. Chissà.
Ma non adesso.
Ho questi demoni che devono essere messi a tacere, ho punizioni da infliggere. Non permetterò al mio bersaglio di andarsene libero come se non fosse accaduto nulla.

Ho così tanto amato il primo volume della serie che questo seguito mi ha lasciata un po’ disorientata. Tanti pro e tanti contro.
Il romanzo è intenso, contrastato, passionale, colmo di suspense, di azione, di violenza cruda e di tormento. Liam è un uomo che ha perso la memoria e che pian piano si riscopre, riscoprendo al contempo (forse è meglio dire scoprendo per la prima volta nella sua vita) il significato delle emozioni positive, il significato della parola Amore. Ma Liam è anche un uomo oscuro, che sa per istinto come si uccide, si tortura, ci si vendica, e non esita a farsi strada per avere campo libero per ciò che vuole o che deve fare.
Dall’altro lato, non sono riuscita a condividere quasi mai il punto di vista di Rose. Non quando rivede l’uomo che pensava di aver perso da cinque anni e lo lascia andare senza dirgli niente. Non quando lo allontana, non quando cerca di cambiarlo senza comunicare, senza ascoltare, senza (di fatto) amare.
Il sesso riparatore, passionale e intenso, non riesce ad aggiustare le lontananze, e Liam si ritrova solo a cercare di capire come diventare un uomo sensibile, come comportarsi da persona “sociale”, quando è ovvio che non lo è mai stato.
Odiosa l’amichetta di Rose, mentre ho amato i due uomini sullo sfondo, il granitico Sax e il “fratello” Jake, su cui spero davvero che si incentrino i prossimi due libri.
Anche questo secondo volume si chiude con un gancio aperto per i prossimi sviluppi, il che significa, come per il primo volume, che non abbiamo un vero e proprio finale ma che la suspense ci ucciderà lentamente fino alla prossima uscita.
Un altro aspetto che mi ha lasciata talvolta confusa, non so se a causa della traduzione o di un eccessivo minimalismo nella scrittura, è il fatto di non riuscire sempre a seguire i dialoghi o gli sviluppi della guerra tra protagonisti e antagonisti. La trama thriller è indubbiamente complessa, e non ci viene concessa alcuna divagazione per chiarire e riprendere le fila, se non qualche accenno.
Continuerò senz’altro a seguire la serie, augurandomi di chiuderla qui su Rose e Liam, che meritano finalmente la pace, per concentrarci sull’esuberante Jake, che finora sembra averne patite di tutti i colori.

«Tu mi vedi, Rose?»
«Io ti vedo, Liam Black. Tu vedi me?»
«Ti vedo travolgermi come una cazzo di valanga, che mi farà un gran male, vero?»
«Sì, Liam. Il male più piacevole che proverai da tanto tempo.»

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