Recensione: Redini e riccioli di Vanessa Vale

Garrison è stato già fin troppo paziente. È arrivato il momento di conquistare la sua sposa.

Dalia Lenox è stanca della vita sul ranch, delle regole e delle restrizioni. Il tavolo da poker è il suo regno e l’unico posto in cui non si pieghi alle regole di nessuno se non alle proprie. C’è una vincita a chiamarla, la più grande della sua vita, un premio che potrebbe liberarla dalla vita di paese e lei non vede l’ora di reclamarlo. Nulla è perfetto, però, e abbandonare la città significa abbandonare l’unico uomo che le abbia mai fatto desiderare di appartenergli, Garrison Lee. Arrendersi a lui non è un’opzione.

Garrison vuole tutto da Dalia, inclusa la sua obbedienza a letto. È stato paziente. È stato cortese. E si è dimostrato un maledetto gentiluomo. Tutto ciò non gli è valso altro che un rifiuto da parte di Dalia tutte e tre le volte che le ha chiesto di sposarlo. Quando Dalia rischia molto per sfuggirgli per sempre, Garrison è costretto a puntare tutto su una singola mano a poker… il vincitore si prende tutto.

Partiamo dicendo che io adoro Vanessa Vale, ho letto tutti i suoi libri. È una di quelle autrici che se scrive un romanzo giallo o un ménage fa sempre prevalere la storia d’amore.

In Redini e riccioli ci troviamo nel 1885, in un’epoca in cui le donne purtroppo non hanno voce in capitolo su nulla e alla nostra protagonista questa cosa sta molto stretta. Dalia Lenox è una ragazza che non ha nessuna intenzione di sposarsi e se fosse per lei vivrebbe sui tavoli da poker, dove pensa che da un momento all’altro avrà una vincita stratosferica in modo da lasciare il suo odiato ranch.

L’altro nostro protagonista si chiama Garrison Lee ed è un cowboy, uomo alfa che vorrebbe dominare una donna sia nella vita che nel letto. Lui le ha già chiesto più di una volta di sposarlo, ma Dalia continua a rifiutare, anche se il tutto è predisposto con i tempi e i metodi consoni del tempo. Garrison ha usato delicatezza, gentilezza e molta pazienza, ma lei è cocciuta.

Un giorno però si stufa dei continui rifiuti e capisce che potrà ottenere ciò che desidera solo con una sfida a poker, forse così eviterà che lei gli scappi ancora. Chi vincerà?

Ragazze, ho iniziato questa serie perché l’autrice non mi aveva mai deluso, ahimè, fino a oggi. Partiamo dal presupposto che siamo nel selvaggio West, da quello che ricordo da libri e film, i nostri protagonisti avrebbero innanzitutto dovuto darsi del Lei e forse approcciarsi con qualche effusione come baci o poco altro! Linguaggio spinto o qualunque altra cosa che andasse oltre i convenevoli, prima del matrimonio era impensabile; al massimo si sarebbero fatti una passeggiata insieme, o sbaglio? In quest’opera accade il contrario e questa è una cosa che mi ha lasciata basita. Inoltre, da quando una donna poteva rifiutare una proposta di matrimonio? E, soprattutto, per tradizione, il futuro marito non doveva andare direttamente da lei, ma dal padre o dal fratello! Incongruenze storiche e non solo perché, per quanto mi riguarda, a un certo punto arriva a essere quasi volgare. Posso capire che sia un romanzo erotico, mi piacciono anche, ma per quanto mi riguarda deve prevalere la storia d’amore. In questo caso, purtroppo l’autrice ha pensato che fosse meglio far emergere la sfera sessuale e il resto lo ha lasciato in secondo piano. Detto questo, purtroppo, pur non essendo una da recensione negativa, voglio essere sincera con voi: ho fatto davvero tanta fatica a finire questo romanzo.